Intervista esclusiva del Tennis Italiano a Cristiana Ferrando, che quest’anno ha avuto una stagione sfortunata e segnata da un infortunio a Wimbledon, il torneo che aveva sempre sognato di giocare. Ha parlato di sé, del suo futuro e del ruolo della zia Linda nella sua carriera.
Una stagione sfortunata: l’arrivo a Wimbledon e l’infortunio
Cristiana Ferrando attualmente occupa la posizione numero 459 della classifica WTA, per via di una stagione sfortunatissima che si è conclusa nel momento più bello: l’arrivo a Wimbledon. Sui campi dell’All England Club la tennista ligure ha superato il primo turno delle qualificazioni e stava vincendo contro la cinese Yuan nel secondo turno, quando è caduta e ha subito un brutto infortunio al ginocchio. Con questa intervista ha raccontato a noi del Tennis Italiano come procede il suo percorso per il completo recupero e il ritorno in campo, ma la chiacchierata ha anche toccato molti altri aspetti interessanti del suo rapporto con il mondo del tennis.
Innanzitutto, chi è Cristiana Ferrando? Lasciamo che siano le sue parole a dircelo: “Sono una persona molto tranquilla, a cui piace fare cose molto semplici. Al di là del tennis ho una forte passione per gli animali, mi piace stare con la mia famiglia e qualsiasi cosa faccio mi piace farla mettendoci il 110% dell’impegno necessario”. Una personalità che sa accendersi nei momenti più importanti, soprattutto sul campo da tennis.
L’infortunio a Wimbledon, purtroppo, ha compromesso una stagione che avrebbe potuto regalare molte altre gioie a Cristiana e alla sua famiglia: “Nel momento in cui doveva iniziare, la mia stagione si è interrotta. Non parlo neanche di stagione tennistica, ho giocato qualche torneo ma non penso di aver fatto una stagione. Sono arrivata a Wimbledon tranquilla con me stessa, senza aspettative o pressioni. Sono andata lì con il pensiero e la voglia di godermi ogni singolo momento perché era tutto nuovo per me, tutto grande, straordinario, organizzato bene. Ero sicura che se anche avessi perso il primo turno 6-0 6-0 sarei tornata a casa serena per aver giocato una volta nella vita in un torneo del genere. Sono entrata in campo per il primo match un po’ tesa, però poi ho giocato un bel match, ovviamente è stato bellissimo vincere la mia prima partita sull’erba. Il secondo giorno stavo vincendo e purtroppo sono caduta. È stata emotivamente una batosta, ma ho reagito subito bene. Non c’è stato neanche il tempo di piangermi addosso. Mi hanno subito portata a fare esami, ero talmente preoccupata per il mio ginocchio che non ho pensato al dove, come quando fosse successo. Se anche fosse successo in un altro torneo avrei avuto la stessa reazione. Non ho pensato di essere a Wimbledon, di stare vincendo, semplicemente le prime settimane ho cercato di capire, ho fatto esami per capire cosa avessi e quanto ci volesse per recuperare. Ho cercato di impegnarmi a non buttarmi giù di morale, perché come reagisci ad eventi come questo all’inizio fa tanto, perché si riesce a rimanere su di morale anche nelle settimane successive. Ovviamente poi mesi dopo che sono dovuta stare a casa senza poter fare nulla, perché non potevo neanche camminare, ho iniziato a pensare <ma dove mi è successo, ma perché, ma che sfortuna>. È successo, perciò è inutile rimuginarci, pensare che stavo vincendo…purtroppo è successo e vado avanti, sto cercando di tornare in forma. Nonostante la triste conclusione, l’arrivo a Wimbledon per la prima volta è stato comunque un evento che rimarrà nella memoria della tennista: “Io dico sempre che è stata un’esperienza indimenticabile, ho tantissimi ricordi positivi di quei giorni passati lì”.
Il rapporto con la zia Linda e uno sguardo al futuro
Cristiana Ferrando non è l’unica tennista in famiglia. La zia Linda Ferrando, infatti, è stata una giocatrice professionista, ed è riuscita ad arrivare tra le prime 40 al mondo. Cristiana ha parlato del rapporto che ha con sua zia e del ruolo che lei ha avuto in questi mesi di recupero dall’infortunio. “Mia zia mi è sempre stata vicino sia dal punto di vista tennistico che umano. Anche in questi mesi, lei e i miei genitori hanno vissuto peggio di me questo infortunio perché sapevano quanto ci tenessi. Mia zia è una delle persone che mi sta più vicino. Avendo lei smesso due anni prima che io nascessi, e mio padre suo allenatore, io ho avuto da subito la racchetta in mano, anche mia sorella. Non ho mai sentito la pressione di mia zia, di dover diventare come lei, dover far meglio, avere una persona così forte in famiglia. Dentro casa non è mai stato fatto nessun tipo di paragone. Mia zia è una persona molto umile che non ama parlare di sé e della sua carriera. Anche con lei non parliamo mai di cosa ha fatto lei, cerca solo di dare dei consigli che mi possano aiutare magari sulla programmazione, su certi momenti, ma cerca di non intromettersi più di tanto per lasciarmi più spazio.
Abbiamo chiesto a Cristiana se, oltre a sua zia Linda, avesse qualche altro modello di riferimento in ambito tennistico: “Fino a qualche anno fa la Sharapova, sono cresciuta guardandola. Negli ultimi anni non guardo spesso il tennis in tv, e non ho un’atleta come riferimento”. Ci siamo poi avventurati in un’analisi del tennis del futuro, cercando di capire a che punto sia il tennis femminile e cosa possiamo aspettarci dalle prossime stagioni: “Ad oggi la Swiatek mi sembra molto più forte delle altre sotto il piano mentale e fisico. Penso che il tennis migliori di anno in anno e si debba alzare il livello ogni anno. Potrebbe essere che l’anno prossimo magari una ragazza tra le prime 40 o 50 fa un salto e arriva tra le prime 10, perché ormai il livello è tutto uguale, a parte la Swiatek che è un po’ più avanti. Non ci sono più, come al livello maschile, quelle quattro o cinque come Serena o la Sharapova che erano sempre lì e le altre un passo indietro. Più o meno il tennis è quasi uguale, ogni anno ci può essere qualcuna che fa un passo avanti, come la Samsonova quest’anno, che ha un gioco che a me piace un sacco. Non c’è una persona che penso che possa far meglio delle altre, penso che tutte possano arrivare in top 10 tranquillamente.
Rimanendo con lo sguardo nel futuro, Cristiana ha parlato di quello che la aspetta nei prossimi tempi, per lasciarsi alle spalle quest’anno e ricominciare con una nuova carica. Ad aiutarla sarà anche il suo staff, che rimarrà composto dalla formazione di quest’anno: Giovanni Giordano coach, il padre Paolo Ferrando e Riccardo Marcon, con Fabio Benvenuto come preparatore fisico. “Forse quest’anno riesco ancora a giocare uno o due tornei, giusto per vedere un po’ le mie avversarie e rivivere un clima da torneo, però la stagione ormai è finita. Per l’anno prossimo, avendo finito la stagione di questo tipo non ho un obiettivo specifico, la mia priorità è stare bene fisicamente. Ora sono guarita dal ginocchio, ma essendo stata ferma tanto tempo mi stanno uscendo tanti piccoli infortuni qua e là e devo sempre mettere delle pezze. Sto lavorando tanto fisicamente e anche in campo per cercare di diventare ancora più forte. Il mio obiettivo da gennaio è cercare di giocare più partite possibili per riprendere il ritmo delle partite sia sulle gambe che sulla testa. Quando mi sentirò bene, cercherò di migliorare il ranking e arrivare più in alto”.