Prima semifinale ATP per Flavio Cipolla, che lunedì festeggerà il best ranking. Chissà che questo risultato non ne aumenti la considerazione…avanti anche la Errani.
Flavio Cipolla è in semifinale al torneo ATP di Casablanca

Di Riccardo Bisti – 13 aprile 2012

  
Certe soddisfazioni valgono di più se colte in età più avanzata, e a 28 anni è giusto che Flavio Cipolla se le goda fino in fondo. Ed eccola qui, la prima semifinale ATP per il romano. Battendo Benoit Paire con il punteggio di 6-3 6-4, ha colto a Casablanca un traguardo mai raggiunto in tanti anni di carriera. Lunedì festeggerà il best ranking, attestandosi intorno alla 70esima posizione. Ma questo Cipolla può salire ancora più in alto. Per lui vale lo stesso discorso fatto qualche anno fa da Roberta Vinci: il suo tennis atipico, fatto di leggerezza e talento, può essere un vantaggio contro giocatori di medio livello salvo poi diventare un limite con i più forti. Il bello è che Flavio sta alzando continuamente l’asticella grazie al duro lavoro e a un’intelligenza tattica sopraffina. Non più tardi di due anni fa era in crisi, costretto a ripartire dai Futures. Invece ha saputo tirarsi su fino a migliorare i quarti di finale colti all’Estoril nel 2008 e a Belgrado nel 2009. La classifica ATP potrebbe fargli a breve una bella sorpresa: Starace è sorpassato, mentre Fognini e Volandri hanno parecchi punti in scadenza nelle prossime settimane. Significa che Flavio potrebbe clamorosamente diventare numero 2 d’Italia. Dovesse farcela, sarebbe finalmente “preso sul serio” da chi lo ha sempre sottovalutato, considerandolo un giocatore bello da vedere, divertente…ma poco credibile a certi livelli. Un tennista da esibizione, a cui dare una pacca sulla spalla ma nulla di più.

Di sicuro la pensa così Corrado Barazzutti, che in Coppa Davis lo ha convocato soltanto quando era assente qualche titolare. Anche i media non l’hanno mai troppo considerato, chissà perché. Forse perché è basso (la guida ATP dice 173 cm per 74 kg di peso), forse perché è allenato da papà Quirino e non da un “top coach”, o forse perché veste l’abbigliamento dell’azienda di famiglia e non di qualche multinazionale. Comunque sia, ingiustizia è stata fatta. Allora Flavio prova a farsi giustizia a suon di risultati, battendo giocatori come Ljubicic, Davydenko, Wawrinka, Roddick, Baghdatis, Cilic, Simon, Dolgopolov e altri ancora. Un palmares da fare invidia. La vittoria contro Paire è stata un monumento di concentrazione: Flavio ha giocato con grande intensità dal primo all’ultimo punto, azzeccando l’allungo decisivo nella fase calda di entrambi i set e recuperando immediatamente lo svantaggio quando Paire è stato avanti 3-2 e servizio nel secondo set. In semifinale se la vedrà con il vincente di Andujar-Gutierrez Ferrol, con il primo nettamente favorito anche in virtù dello status di campione in carica. C’è un solo precedente, favorevole a Cipolla: era la finale del challenger di Trani 2007. Un motivo in più per sperare. E sognare.
 
Ride anche Sara Errani, che sta cercando di confermare la tradizione vincente al torneo WTA di Barcellona (220.000$, terra). Le ultime tre edizioni sono state vinte da giocatrici italiane (Vinci nel 2009 e nel 2011, Schiavone nel 2010). Quest’anno è andata peggio, ma la Errani tiene duro. Nei quarti ha superato con autorità la tedesca Julia Goerges, seconda testa di serie, con un netto 6-2 6-3. Troppo più “terraiola” la Errani per una Goerges a disagio negli spostamenti. E’ vero che la tedesca ha vinto l’importante torneo di Stoccarda, ma lì si gioca indoor e le condizioni sono molto diverse. Dopo aver dominato il primo set (in cui ha strappato per tre volte il servizio all’avversaria), la Errani ha azzeccato l’allungo decisivo sul 3-3 del secondo. Molto brava nell’ottavo game, quando ha cancellato due palle break che avrebbero rimesso in discussione la partita. Sulla prima, “Sarita” è venuta a prendersi il punto a rete, giocando un po’ al gatto col topo (smorzata, pallonetto, smorzata). In semifinale se la vedrà con Carla Suarez Navarro, una delle poche a tirare il rovescio a una mano. I precedenti dicono 2-1 per la spagnola, ma non sono molto indicativi: i primi due risalgono al 2005 e al 2006, mentre l’ultimo (a Palermo 2008, primo titolo WTA per la Errani) vide il ritiro della Suarez dopo appena cinque giochi.