Finale di lusso al Masters 1000 di Monte Carlo: in campo i primi due giocatori del mondo. Nadal a caccia dell’ottavo titolo nel Principato. Djokovic per consolidare la leadership.
Nadal è imbattuto a Monte Carlo da 41 partite
Di Cosimo Mongelli – 22 aprile 2012
Dopo il giorno di dolore e lo sconforto in seguito al grave lutto che l'ha colpito, Novak Djokovic torna in campo contro Tomas Berdych nella prima semifinale del Masters 1000 di Monte Carlo. Semifinale giocata sotto un sole caldissimo e un vento inquieto. Inquieto come il serbo, che sbaglia troppo, serve male, risponde peggio, di fronte ad un Berdych che gioca bene, sbaglia poco e piazza un ace sull’unica opportunità di break concessa. La svolta pare arrivare al sesto game: su una palla break, Berdych pensa bene di esibirsi in un doppio fallo. Djokovic cosa fa, ringrazia? Niente affatto: Sul 4 a 2 invece di sfruttare a pieno tanta grazia, prima restituisce il favore perdendo a zero il game, poi non pago ne gioca un altro che definire sottotono sarebbe un eufemismo. Elargisce e annulla con molta buona sorte altre tre palle break, ma alla quarta opportunità, il ceco non porge l’altra guancia e gli strappa il servizio, per poi di chiudere il primo parziale 6 a 4.
Il secondo set inizia senza che nulla cambi sotto il sole e il vento di Montecarlo, con poco spazio concesso al divertimento e svarioni da una parte e dall’altra. Arrivano subito due palle break per Berdych, che sono forse la chiave di volta di questa semifinale. Una volta annullate e vinto il game, Nole solleva le braccia al cielo come per ringraziare gli dei del miracolo concessogli e Tomas comincia a scomparire dal campo. Più che l’intervento della divinità, Djokovic è aiutato da una fiducia ritrovata e dagli errori del ceco. Difatti, puntuale, arriva il break. Il minimo indispensabile di cui Nole fa tesoro e, pur tra qualche patema d’animo, porta a casa il set per 6 giochi a 3. Il terzo set a questo punto è un film già visto, si gioca solo per regolamento, ma la spugna nella metà campo di Berdych è già stata gettata. Per il ceco il treno di questo match è passato da tempo e non sorprende che perda due volte di fila il servizio e si trovi in un amen con Nole sul 4 a 0 e due piedi in finale. A questo punto Berdych si limita a non perdere la faccia e subire il cappotto, arrancando in qualche modo limita l’ultimo parziale ad un più decoroso 6 a 2, ma senza che ci sia alcun segnale di risveglio. Scuote la testa, il ceco, dopo l’ultimo punto dell’incontro, mentre Djokovic è alle prese con il suo solito teatrino di esultanze scomposte. Scuote la testa consapevole di aver perso lui la partita, piuttosto che averla vinta l’avversario. “Non ho mai giocato in condizioni così difficili – ha detto Djokovic – non era solo il vento forte, ma la pallina che cambiava continuamente direzione e non potevi prevedere dove sarebbe arrivata. Ma alla fine ho tenuto i nervi saldi, soprattutto nel terzo set” . Berdych si è lamentato delle condizioni atmosferiche: “Questo vento ha ucciso il mio gioco aggressivo”.
Nella seconda semifinale basta un Nadal al 60 % per avere la meglio, come da pronostico, su Gilles Simon. Nessuno aveva chiesto al francese un miracolo e miracolo non c’è stato. Sembrava ci potesse essere equilibrio fino al 3-3 15-40, servizio Nadal, momento in cui Simon palesa la propria inferiorità, soprattutto mentale: spreca le due occasioni in maniera goffa e perde il set per 6 a 3 racimolando solo altri 3 punti. Rafa nel secondo set mette subito le cose in chiaro, realizzando immediatamente il break. Simon, troppo nervoso e frustrato, tra una protesta immotivata e l’altra, non riesce più a rientrare in partita pur ricevendo in dono altre 5 palle break. 41esima vittoria consecutiva per Rafael a Monte Carlo e la possibilità di vincere il torneo per l’ottava volta. Spetterà ora a Nole interrompere questo record già di per sé mostruoso.
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