Dal tetto sul Campo 1 di Wimbledon all’ampliamento del Roland Garros, passando per Melbourne e New York. Tra qualche anno (e 1 miliardo di dollari), i quattro tornei cambieranno faccia.
Una delle immagini virtuali del "nuovo" Roland Garros
Di Lorenzo Baletti – 30 aprile 2012
I quattro tornei del Grande Slam non si accontentano mai. Sempre più soldi, sempre più novità. Persino da Wimbledon, tempio ultra-conservatore del tennis, fanno sapere che è in fase di studio un piano per l’ampliamento e il miglioramento dell’All England Club. “Abbiamo notato che le strutture hanno bisogno di più spazio, per questo è nelle nostre intenzioni apportare miglioramenti e incrementare l’efficienza delle stesse” ha dichiarato Philip Brook, Chairman dell’All England Club. Il progetto, denominato “Wimbledon 2020”, prevede come innovazione di punta l’inserimento del tetto anche sul Court n.1. “Il tetto sul Campo 1 deve essere una priorità nelle nostre previsioni” ha continuato Brook, “e lo stadio è già impostato per consentire la costruzione di una copertura”. Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il denaro, ma ci sono già soluzioni sul tavolo. Sempre Brook ha infatti svelato la presenza di progetti meno costosi rispetto al tetto del Centre Court (costato la bellezza di 100 milioni di sterline). Considerando poi il vantaggio economico che un tale investimento potrebbe portare: “Significherebbe un campo in più per le televisioni, oltre che per gli spettatori”. Tuttavia, siamo ancora nella fase delle ipotesi e dei progetti, ma è certo che qualcosa si sta muovendo tra i vicoli di Wimbledon. Nella lista delle cose da fare, è stata poi aggiunta la necessità di ingrandire sia la zona relax dei giocatori, sia l’aerea dedicata alle operazioni logistiche e di trasporto. Rivoluzioni in atto a Church Road, ma non troppo. Incalzato sulla possibilità di istituire la sessione notturna a Wimbledon, Brook ha smorzato qualsiasi voce: “Il tennis notturno non è mai stato nei nostri pensieri. Se comincia un match quando piove, lo portiamo a termine, ma non programmiamo mai incontri di sera quando c’è bel tempo”. Altra storia rispetto a US Open e Australian Open.
Possibili novità anche a New York. Nel paese dove tutto è uno show, anche il tennis non può essere da meno. E agli americani piace fare le cose in grande: sono già stati stanziati ben 300 milioni di dollari per la costruzione di tre nuovi stadi, con capienza compresa tra i 10.000 e i 15.000 spettatori, oltre ad altri due mini-stadi da “appena” 3.000 posti ciascuno. Non è però ancora nota la data di inizio lavori. Si tratta di un progetto ambizioso, che comporterebbe l’abbattimento del Louis Armstrong e del vicino Grand Stand, oltre ad un notevole ampliamento dell’Arthur Ashe. Ma in tutto questo, c’è un aspetto in cui gli americani rimangono dietro ai cugini britannici: il tetto. Non c’è infatti nessun piano concreto per l’inserimento di una copertura sul Centrale, anche se Lucy Garvin, Presidente dell’USTA, rassicura: “Nei prossimi 10 anni continueremo a cercare un modo per costruire un tetto sull’Arthur Ashe, anche se sarà una dura sfida tecnologica e finanziaria”.
Da un oceano all’altro, anche a Melbourne c’è grande fermento per il futuro dell'Australian Open. A Gennaio 2010 era stato annunciato un progetto di riqualificazione e ingrandimento da 363 milioni di dollari australiani (circa 378 USD), chiamato “Stage One” del piano più ampio “Melbourne Park Masterplan”. Con completamento previsto nel 2015, lo Stage One prevede l’ingrandimento della Margaret Court Arena fino a un totale di 7.500 posti a sedere, oltre all’inserimento di un tetto retrattile. Ma non solo. La nuova Eastern Plaza vedrà sorgere otto nuovi campi da tennis indoor e tredici outdoor, palestre e strutture per gli allenamenti fuori dal campo, un nuovo spazio dedicato al pubblico per mangiare, bere e rilassarsi tra un match e l’altro, nuove entrate per i campi e per il circolo, più parcheggi, e infine una nuova entrata per Melbourne Park dall’Olympic Boulevard. Chi più ne ha più ne metta, e non finisce qui, perché nella mente degli aussies ci sono progetti anche extra tennistici. Possibile che Melbourne Park venga aperto anche a concerti, basket e altri grandi eventi, in quello che è il più grande progetto sportivo della storia australiana dopo le Olimpiadi di Sydney 2000.
Ma forse è il Roland Garros il torneo dello Slam che nei prossimi anni cambierà più di tutti. Scacciati i rumors che volevano un cambio di sede per il torneo parigino, lo scorso Maggio la Federazione Francese ha messo sul piatto 257 milioni di euro per l’ampliamento e la modernizzazione delle strutture. E’ prevista la costruzione di due nuovi stadi, rispettivamente da 5.000 e 2.000 posti, un nuovo centro di allenamento federale, un nuovo media-centre, e un tetto per il campo Philippe Chatrier. Si parla di un ingrandimento del complesso tennistico pari al 60% rispetto alla grandezza attuale. Il progetto, risultato di un lavoro coordinato tra Federazione Tennis, Comune di Parigi e Governo Francese, si compirà in stages come quello australiano, e non andrà oltre il 2016. Con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla (probabile) copertura retrattile anche sul Suzanne Lenglen. Niente male davvero. Messi tutti insieme, nei prossimi anni i tornei dello Slam spenderanno qualcosa come 1.1 miliardi di dollari, per diventare ogni anno sempre più grandi. Maledetta crisi, speriamo non aumentino il prezzo del biglietto.
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