MADRID. Tomas Berdych batte Del Potro con un doppio 7-6 e vola in finale. A lui il merito di essersi saputo adattare alla terra blu. In finale trova Federer (6-2 6-3 a Tipsarevic).
Tomas Berdych ha "capito" meglio di altri la terra blu madrilena
Di Cosimo Mongelli – 12 maggio 2012
Se le semifinali del Masters 1000 di Madrid non si disputassero, beh, non se ne accorgerebbe nessuno. In questi giorni, infatti, si è discusso di tutto fuorché di tennis. La famigerata terra blu ha scatenato un delirio: polemiche, minacce di boicottaggio, lamentele, pianti, scuse e amenità assortite. Per nostra fortuna c’è pure chi, in mezzo a tutto questo marasma, ha pensato bene di giocare al massimo. E’ pur sempre un Masters 1000 ed un palcoscenico importante. I primi a scendere in campo sono Tomas Berdych e Juan Martin Del Potro il quale, dopo il famigerato infortunio e la discesa agli inferi, andrebbe a caccia di punti e di vittorie anche se si giocasse sulla spiaggia. L’incontro, sotto un’atroce calura che miete pure qualche “vittima” tra gli spettatori, si incanala subito in favore di Juan. Berdych si salva nel game d’apertura e annulla due break point, ma nel turno successivo non si ripete: l’argentino lo trafigge a rete ed è subito fuga. Il set prosegue con pochissimi scambi, giochi conquistati con facilità grazie al servizio, ma quel che più conta con Del Potro che fa tesoro del break e si appresta a servire per concludere il set. Ma una volta tanto, a vestire i panni del buon samaritano è proprio l’argentino: gioco perso a zero e set completamente riaperto.
Si giunge al tiebreak e il ceco parte subito in quarta. Si porta sul 5 a 1 e, nonostante il grande recupero di Juan sino al 5 pari, Tomas questa volta pare intenzionato a non regalare nulla. Conquista i due punti successivi e porta a casa il set. Del Potro pare accusare il colpo, inizia il secondo set nel peggiore dei modi e perde subito il servizio. Il ceco può ringraziare e chiudere la pratica ma, sul 3 a 2 e servizio, restituisce gentilmente il favore e anche il secondo si gioca sul filo di lana. Finalmente si intravede, nel blu dipinto di blu, anche qualche scambio d’alto livello, specie per merito dell’argentino. E proprio Juan ha l’occasione di evitare il tie break e conquistare anzitempo il set. Sul 5 a 6 servizio Berdych, Del Potro si porta sullo 0 -30, ma il ceco non si lascia prendere dal panico, piazza servizi vincenti che è un piacere e si rifugia in un altro tie-break, che procede sulla falsariga di quello del primo. Berdych subito in fuga, Del Potro arranca e recupera. Questa volta il match point per il ceco capita sul servizio di Juan, che lo annulla con un ace. Ma dopo il cambio campo, l’argentino si lascia prendere la mano, piazza un perdente (e contesta malamente la chiamata, corretta, del giudice di sedia) e concede la seconda opportunità a Berdych. Il ceco questa volta, con il servizio a disposizione, non si lascia pregare e conclude la diatriba con uno smash, dopo 2 ore e 18 minuti.
Seconda finale stagionale per Berdych, in attesa di conoscere l’avversario che verrà fuori dall’incontro serale tra Federer e Tipsarevic. Ottimo torneo, nonostante l’uscita in semifinale, anche per Del Potro, anche se decide di concluderlo nel segno della "simpatia" e rifiuta di stringere la mano al giudice di sedia. Per la chiamata, giustissima tra l’altro, sul 6 pari nel tie break. Poteva francamente risparmiarselo. In finale, Berdych se la vedrà con Roger Federer. Lo svizzero (vincitore a Madrid nel 2009) ha dominato Janko Tipsarevic con un netto 6-2 6-3 e sarà il favorito. Il match avrà una doppia valenza per Federer: in caso di vittoria, infatti, aggancerebbe Nadal a quota 20 Masters 1000 vinti.
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