ROMA. Lo spagnolo (stra)vince il derby con Ferrer e centra la settima finale al Foro Italico. Dopo un durissimo primo set, Rafa prende il largo. La forma è sempre più smagliante.
Per Nadal è la settima finale a Roma: ha già vinto cinque volte
Di Cosimo Mongelli – 20 maggio 2012
Quello della prima semifinale del Masters 1000 di Roma è un derby spagnolo, il derby per eccellenza: Rafael Nadal contro David Ferrer. E’ la terza volta che i due si affrontano sulla terra del Foro Italico: i due precedenti, la semifinale del 2005 e la finale del 2010, si sono risolti a favore del primo, che ha vinto 14 volte su 18. L'ultimo, e unico, successo di David su questa superficie coincide anche con il primo, a Stoccarda nel 2004, contro un Rafa appena maggiorenne. Un confronto che quindi Nadal dovrebbe, sulla carta, portare a casa senza troppi patemi d’animo. Sulla carta, appunto. Un’ora e ventisei minuti di gioco. La durata dell’incontro? No, il tempo impiegato da Nadal per conquistare, al tie-break , il primo set. Un primo set estenuante, una battaglia furibonda, dove più volte Rafa ha rischiato di soccombere. L’inizio del match è emblematico: David tiene facilmente il servizio d’apertura, Rafa , sullo 0 a 1, entra in partita come peggio non si può e deve annullare sette palle break, tre delle quali sullo 0 -40. Ferrer continua a servire benissimo con una percentuale altissima di prime. Rafa continua soffrire e la sofferenza si trasforma in dramma sull’1 a 2, con il maiorchino che fronteggia e annulla l’ottava palla break, ma si deve arrendere alla nona e cedere quindi il servizio dopo un game durato la “bellezza” di dieci minuti. A questo punto il set è nelle mani di Ferrer e sarebbe facile infierire dopo aver strappato il servizio in tal epica maniera.
Ma le statistiche non sono solo freddi numeri e se il divario nei confronti tra i due è abissale, un motivo ci sarà pure. La concentrazione di David, infatti, cala paurosamente e il servizio è velocemente restituito, con tanto di doppio fallo sulla palla break. Il maiorchino ringrazia, completa la rimonta e nel game successivo ha lui la palla per allungare nel set. Ferrer questa volta non trema e si salva, con un rischiosissimo e al tempo stesso pregevole dritto. L’equilibrio sembra potersi rompere da un momento all’altro a favore di Nadal, ma il valenciano non si arrende , ritrova la fiducia e ha di nuovo lui un opportunità di allungare sul 5 a 3 e andare a servire per il primo set. La decima palla break del set concessa è però fronteggiata alla grande e a questo punto si attende solo che giunga il tiebreak. Meno male che c’è stata l’invenzione di Jimmy Van Alen, altrimenti questi due potrebbero rimanere fino all’alba. Ferrer rompe subito l’equilibrio e si porta sul 2 a 0 con un vincente di ottima fattura, Nadal recupera immediatamente il mal tolto e ottiene , infine, il minibreak decisivo sul 6 pari per poi servire e conquistare questa interminabile prima frazione di gioco, dopo quasi un’ora e mezza.
Facile prevedere lo sconforto per David, ancora più facile prevedere una rapida e indolore conclusione a favore del maiorchino. Mezz’ora. Il tempo impiegato Rafael Nadal per conquistare con un troppo umiliante 6-0 il secondo set e quindi l’incontro. Commovente ed encomiabile David nel combattere e correre per salvarsi, anche quando non c’è più nulla da salvare. Sullo 0 a 3 lascia l’anima in campo per salvare cinque palle break che chiunque avrebbe lasciato sfilare. Anche quando Rafa serve per il match sul 5 a 0 non si arrende, David. Finisce, come detto, sei giochi a zero e con un fraterno abbraccio tra i due. “Sono contento per questa vittoria e per la finale conquistata, mi dispiace per David” le parole sentite e sincere di Nadal, intervistato a fine partita “ chi vorrei incontrare in finale? È indifferente, Federer o Djokovic. Io sono contento di esserci”. Per il n. 3 ATP è la settima finale romana, in attesa di conoscere il nome dell’altro finalista. Se capitasse Federer, tra i due ci sarebbe in palio anche il primato assoluto riguardo i Masters 1000 vinti. Entrambi a quota 20 (Federer ha raggiunto il maiorchino proprio la settimana scorsa, con la vittoria a Madrid). Numeri che non fanno più alcuna impressione.
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