La Hall of Fame ha deciso di non proseguire nell’investigazione contro Bob Hewitt, accusato di abusi sessuali da una dozzina di donne. La rabbia delle presunte vittime.
Heather Crowe Conner è tra le più attive accusatrici di Bob Hewitt

Di Riccardo Bisti – 24 maggio 2012

Se vi recate a Newport, presso la Tennis Hall of Fame, troverete 220 nomi di persone che hanno fatto la storia del tennis
. Ci sono tutti, da Laver a Sampras, da Borg a McEnroe. Non mancano due spicchi d’Italia con Nicola Pietrangeli e Gianni Clerici. A un certo punto c’è un display che ricorda il sudafricano Bob Hewitt, definito uno dei più “eleganti” doppisti di sempre. Ma non c’è alcuna menzione alla sua vita segreta, e non si tratta del periodo in cui ha allenato il nostro Andrea Gaudenzi. Manca qualsiasi riferimento alla dozzina di donne che l’anno scorso lo hanno accusato di abusi sessuali di un periodo compreso tra gli anni 70 e i primi anni 90, quando erano ancora minorenni ed allenate da Hewitt, oggi 72enne. La Hall of Fame disse che avrebbe indagato su queste accuse. “Saremo diligenti sull’argomento, vedremo cosa si scoprirà” promise il presidente Tony Trabert. In verità non c’è alcuna inchiesta. Il board prenderà in considerazione la proposta di indagine il prossimo mese di luglio. La decisione (in aperto contrasto con la Hall of Fame di ginnastica, che ha deciso di espellere tutti coloro che sono accusati di abusi sessuali) ha fatto imbestialire le (presunte) vittime di Hewitt e diversi ex giocatori. “Purtroppo la gente ha paura di difendere i diritti e l’onestà – dice Heather Crowe Conner, che nel 1976 aveva 15 anni. Quell’anno Hewitt avrebbe fatto sesso con lei vicino ai campi da tennis della Masconomet Regional High School – hanno paura di colpire le persone. Ma la persona che stanno proteggendo non ha alcun bisogno di protezione”. La retromarcia della Hall of Fame, secondo le donne, è emblematica. Il tennis vuole chiudere gli occhi sulla sua condotta e sul dolore delle vittime. In verità, Hewitt non è accusato di nessun crimine. Negli Stati Uniti, le accuse sono cadute in prescrizione. Non è così in Sudafrica, dove l’autorità giudiziaria nazionale sta vagliando le denunce di almeno cinque ex allieve. Le denunce sono state presentate dopo che lo scorso settembre il Boston Globe aveva pubblicato un reportage sulla presunta cattiva condotta di Hewitt.
 
Intervistato la scorsa estate dallo stesso giornale, Hewitt non ha voluto commentare limitandosi a dire: “Voglio soltanto dimenticare”. E non parla pubblicamente dallo scorso settembre, quando disse al “South Africa’s Weekend Post” “Vorrei soltanto chiedere scusa se ho offeso qualcuno in qualche modo”. Subito dopo questi reportage, alla Conner si sono aggiunte altre quattro donne (tre dal Sudafrica e una dalla Nuova Zelanda) che hanno chiesto alla Hall of Fame di rimuovere Hewitt, vincitore di 15 Slam in doppio. “Non mettiamo in discussione la sua capacità come giocatore, ma contestiamo qualsiasi riconoscimento per un uomo che ha fatto cose così cattive a innocenti ragazze minorenni” hanno scritto. Tra loro c’è anche Twiggy Tolken, che nel 1980 aveva 12 anni quando Hewitt avrebbe abusato di lei. La Tolken, che oggi vive in Nuova Zelanda, ha messo a disposizione della Hall of Fame le lettere “d’amore” che le avrebbe scritto Hewitt. “L’integrità della Hall of Fame verrà messa in discussione se non ci sarà alcun intervento” ha detto. Eppure le risposte non sono arrivate, nonostante una raccolta di 250 firme provenienti da 14 paesi che chiedevano l’espulsione di Hewitt. Il sudafricano resterà nella Hall of Fame. “Sono delusa e scoraggiata. La loro decisione è spregevole” ha detto Suellen Sheehan, che avrebbe fatto sesso con Hewitt quando aveva appena 12 anni. Attualmente la Hall of Fame è presieduta da Stan Smith, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Chi invece non si è fatto problemi è Bob Lutz, storico partner di Hewitt: “Tutto questo è rivoltante. Reggie Bush ha perso l’Heisman Trophy per molto meno. Hewitt dovrebbe essere cacciato dalla Hall of Fame”. L’Heisman Trophy è un riconoscimento che viene dato al migliore giocatore universitario nella stagione del football americano. Bush rinunciò al titolo perché aveva percepito dei compensi in denaro, vietati dai regolamenti.
 
Lo scorso settembre, l’Orange County Register ha diffuso accuse simili contro Don Peters, allenatore del team americano di ginnastica alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 e ammesso nella Hall of Fame nel 1992. Al pari di Hewitt, Peters non avrà problemi con la giustizia ordinaria perché tutte le accuse sono cadute in prescrizione, ma è stato subito espulso dalla Hall of Fame. Un portavoce disse che la Hall of Fame della ginnastica non voleva essere vista come un ente “riabilitativo” per la cattiva condotta di Peters. A Newport, i criteri di ammissione prevedono “integrità, carattere e sportività”. Tuttavia, la giuria ha spesso dato priorità ai risultati sportivi e non al comportamento fuori dal campo. Per intenderci, fanno parte della “galleria” grandi campioni come Andre Agassi (reo confesso di aver mentito all’ATP quando risultò positivo a un controllo antidoping) e Boris Becker (condannato a due anni di libertà vigilata e a una multa di 300.000 dollari per evasione fiscale in Germania). C’era anche il compianto Vitas Gerulaitis, implicato in questioni legate alla cocaina. Senza dimenticare il mitico Bill Tilden, che dopo il ritiro ebbe “incontri ravvicinati” con giovani ragazzi, frutto della sua omosessualità. Tra un mese, verrà introdotta Jennifer Capriati, che negli anni 90 fu arrestata per possesso di marijuana e piccoli furti. Tuttavia, nessuno di loro ha subito accuse pesanti come quelle ricevute da Hewitt. Va però detto che il tennis non è l’unico sport ad onorare personaggi di dubbia moralità. Mike Tyson, condannato per stupro, fa parte delle leggende del pugliato. O.J. Simpson, attualmente in carcere per rapina a mano armata e sequestro di persona, è nella Hall of Fame del football americano. Lo stesso per Bill Conlin, giornalista di baseball che si è dichiarato colpevole di una cattiva condotta sessuale con una ragazza di 16 anni. Mark Stenning, direttore esecutivo dalla Hall of Fame tennistica, non ha chiarito se un’eventuale indagine su Hewitt avrebbe un effetto retroattivo. Silenzi, mezze parole, profumo di omertà: le donne che accusano Hewitt si sentono sempre più abbandonate. Come Amanda Wienhold, che aveva 14 anni quando avrebbe fatto sesso con Hewitt in Sudafrica. “Lui mi fa ancora paura e provare dolore allo stomaco, proprio come accadeva alla bambina di tanti anni fa. Speriamo che qualcuno ci ascolti. Abbiamo davvero bisogno di giustizia”