ROLAND GARROS. Il francese sbaglia tutto tatticamente, e Murray lo assale alla distanza. Gasquet troppo attendista, ma la schiena dello scozzese rimane un mistero.
A parte i misteriosi problemi alla schiena, Andy Murray sta giocando un buon Roland Garros
Di Lorenzo Baletti – 5 giugno 2012
Due considerazioni emergono alla luce del match tra Murray e Gasquet: prima di tutto, Gasquet non ha ancora capito che giocare due metri dietro la linea di fondo è controproducente; secondo, i problemi alla schiena di Murray risultano sempre più un mistero. In effetti lo scozzese non ha mancato neanche oggi di comportarsi quasi fosse un tennista junior, soprattutto nel secondo set. I presunti dolori alla schiena di Murray vanno e vengono a seconda del punteggio. Molto semplicemente non ci sono se lo scozzese è in vantaggio, mentre compaiono all’improvviso se commette un errore. Con il francese che, neanche tanto a bassa voce, lo fa notare a pubblico e telecamere. Ma tant’è, alla fine quello che conta è il punteggio, e questo recita 1-6 6-4 6-1 6-2 in favore di Murray. Che se nella testa è (per esagerare) junior, nel braccio e nella mano vale del tutto la quarta posizione mondiale. Non nel primo parziale, quando è Gasquet a fare accademia: se contro Haas gli era stato rimproverato un approccio troppo remissivo alla partita, oggi ha cominciato alla grande, con un grazie a Murray rimasto negli spogliatoi una mezz’ora in più.
Ma quando Andy decide di entrare sul rosso dello Chatrier, pian piano il transalpino si fa piccolo piccolo. O meglio, lontanto lontano. Dalla linea di fondo campo, si intende. E sin dalla risposta, mai d’incontro e sempre di attesa. Che spreco poi quando tira il bel rovescio in apnea, ed è costretto a grandi corse quando invece dovrebbe essere lui a guidare lo scambio. Piatti e Grosjean avranno ancora molto da lavorare, mentre Lendl gongola e si gode il suo finto malato. Perché la smorzata del britannico è un tocco di cachemire, e a nulla valgono le corse di Gasquet. Anche perché, partendo dai tabelloni di fondo campo, le cose si complicano ulteriormente. E il secondo set va via così, tra alti e bassi, quasi di transizione: Murray vola sul 4-2, si fa recuperare, rischia di mandare Gasquet a servire per il match, ma alla fine la spunta. Il doppio fallo di Gasquet sul set point a favore del n.4 del mondo è un preludio al cambio di direzione definitivo che di li a poco avrebbe preso la partita.
Il terzo e il quarto set sono un assolo british, e la smorzata il filo conduttore degli scambi. E l’unico a non capirlo sembra proprio Gasuqet, che seguita a subire il drop fatato dell’avversario. Sotto due set a uno Gasquet non è più in grado di reagire, subisce il break in apertura di quarto, e crolla. A nulla valgono i cori del pubblico parigino, caloroso per via del freddo e scorretto per via di Murray. Un ultimo scatto d’orgoglio di Gasquet lo porta ad annullare due match point sul proprio servizio, rimandando un verdetto però già scritto da tempo. Andy gioca probabilmente la miglior partita del suo Roland Garros, centrato nella spinta da fondo e accorto, come sempre, in difesa. Anche nelle statistiche, l’eloquente e misero 36% di punti vinti con la seconda da Gasquet fa capire come scambio lungo significasse il più delle volte punto per Murray, e come la maggior aggressività alla risposta dello scozzese abbia fatto la sua nel bilancio finale. 64 a 33 i vincenti in favore del talento di Scozia, e abbiamo detto tutto. Ora Murray se la vedrà con un giocatore di tutt’altro tipo, vale a dire lo spagnolo Ferrer, che ha sconfitto agevolmente il connazionale Granollers.
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