ROLAND GARROS. E’ quella che hanno trovato Sara Errani e Roberta Vinci, trionfatrici in doppio. E’ il primo titolo tutto azzurro nel doppio femminile di uno Slam.
Sara e Roberta baciano il trofeo intitolato a Simone Mathieu
Di Riccardo Bisti – 9 giugno 2012
Rino Tommasi sostiene che il doppio sia un malato terminale. Non sappiamo se sia vero sul piano tecnico, di sicuro lo è su quello mediatico. Nonostante ATP e WTA cerchino di promuovere i personaggi della specialità, nessuno li segue. Alzi la mano chi aveva sentito nominare Klaudia Jans-Ignacik prima di giovedì, quando la 27enne polacca ha giocato la finale del doppio misto in Eurovisione. Mai oltre il numero 410 WTA in singolare, deve al doppio gran parte dei quasi 500.000 dollari intascati in carriera. Senza contare personaggi come i fratelli Bryan o Daniel Nestor, presenti nella classifica all-time dei guadagni grazie ai successi in doppio. Fatta la doverosa premessa, è giusto fare i complimenti a Roberta Vinci e Sara Errani, prima coppia "All-Italian" a vincere un torneo del Grande Slam nel doppio femminile. Cinque anni fa Mara Santangelo vinse nella specialità insieme all’australiana Alicia Molik, lo scorso anno fu la volta di Flavia Pennetta all'Australian Open con Gisela Dulko. In campo maschile, 53 anni fa si imposero Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. Allora il buon “Nick” vinse anche il singolare. Chissà che non sia di buon auspicio per il match di Sara Errani contro Maria Sharapova….
Resta la portata storica di un successo di cui ci si ricorderà anche tra anni, al contrario del basso livello di un doppio femminile in cui Sara e Roberta hanno trovato la giusta alchimia e sono volate, quasi per caso, in cima al ranking mondiale. In verità sono al comando “solo” della Race stagionale, mentre nella classifica individuale saranno ancora alle spalle di Liezel Huber e Lisa Raymond. Ma poco importa: nel 2012 le più forti sono loro, Sara da Massa Lombarda e Roberta da Taranto. Nel match-clou, giocato sul Campo Suzanne Lenglen, si sono imposte 4-6 6-4 6-2 sulle russe Nadia Petrova e Maria Kirilenko, da cui avevano perso in finale a Miami prima di prendersi la rivincita a Madrid e Roma. “Oggi è stato un giorno speciale per entrambe. Domani sarà un giorno speciale per Sara” ha detto la Vinci con un sorriso a 32 denti. Per loro è il sesto titolo stagionale dopo quelli ottenuti a Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid e Roma. E’ finita con una risposta lunga della Petrova dopo due ore e quattro minuti di gioco, durata che porta fortuna alla Errani: era durato altrettanto anche il match-capolavoro contro la Stosur.
“Il doppio mi fa stare meglio fisicamente” ha detto la Errani, che grazie a questo impegno ha potuto distrarre la mente dalla spasmodica attesa per oggi. Noi aggiungiamo che le ha dato una grossa mano anche sul piano tecnico, affinando un gioco di volo che le torna molto utile anche in singolare. Grande festa dopo il successo, con le azzurre che hanno baciato il trofeo intitolato a Simone Mathieu, vincitrice di 11 Slam in doppio (tra cui sei Roland Garros) negli anni 30. Un risultato che può avere una valenza importante anche in chiave olimpica. Tra meno di due mesi si giocherà a Londra, ed è inevitabile che le nostre siano tra le favorite. “Ci teniamo tanto e ci stiamo allenando per questo – ha aggiungo la Vinci – certo sull’erba cambia qualcosina, ma avremo diverse settimane e qualche torneo per adattarci”. La prima parte dell’impresa è fatta: adesso la Errani cercherà di fare il miracolo contro la Sharapova ed eguagliare Mary Pierce, ultima giocatrice a vincere singolare e doppio nella stessa edizione del Roland Garros. Vengono i brividi anche solo a pensarci.
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