La USTA prevede di ampliare Flushing Meadows, ma al momento non è prevista alcuna copertura. “L’Arthur Ashe non la reggerebbe”. Previsti un nuovo Armstrong e Grandstand.
Il progetto del nuovo Us Open. In primo piano, il rinnovato Louis Armstrong Stadium
(Foto New York Times)
Di Riccardo Bisti – 14 giugno 2012
C’era grande attesa per l’annuncio della USTA (United States Tennis Association) sui progetti di rinnovamento per il National Tennis Center di Flushing Meadows, sede dello Us Open. Dopo quattro edizioni terminate di lunedì, si pensava che la costruzione di un tetto retrattile sarebbe stata la priorità. E invece no. Il budget di 500 milioni di dollari precede la costruzione di un nuovo Louis Armstrong Stadium (stadio principale dal 1978 e “ridimensionato” nel 1997) e la nascita di un nuovo Grandstand, ma il progetto non parla di tetti retrattili. Sembra incredibile, soprattutto a seguito delle pressioni che spingevano lo Us Open ad imitare gli altri Slam: in Australia ci sono due campi coperti (e ne nascerà un terzo), a Wimbledon c’è il tetto sul centrale (ma dovrebbe arrivare anche sul Campo 1) mentre a Parigi tutto cambierà a partire dal 2017. I funzionari USTA hanno detto che l’Arthur Ashe Stadium (il più grande stadio tennistico del mondo) non avrebbe potuto assorbire il peso di un tetto, anche perché è stato costruito su una palude simile a una discarica di cenere. “Ed è cinque volte più grande rispetto al tetto che copre il centrale di Wimbledon” ha detto Gordon Smith, CEO della USTA. L’idea del tetto c’era, ma non è stata trovata la tecnologia adatta. Qualcuno aveva addirittura ipotizzato la possibilità di supportarlo con colonne esterne allo stadio. “Abbiamo dedicato grande attenzione a questo argomento – ha detto Smith – a lungo termine è molto importante per noi”. Ma sul breve non cambierà nulla. Il nuovo Louis Armstrong Stadium sarà predisposto per un tetto, ma non verrà realizzato fino a quando non sarà trovata una soluzione per l’Arthur Ashe.
Daniel Zausner, diretter del Tennis Center intitolato a Billie Jean King, ha aggiunto: “Un torneo non funziona con un tetto messo a caso. La copertura deve essere sul campo principale”. E’ una banale questione di matematica. L’Arthur Ashe può ospitare 23.700 spettatori, mentre il nuovo Armstrong si attesterà sui 15.000. In caso di pioggia e spostamento di una partita, 8.000 persone resterebbero fuori. I progetti della USTA verranno ufficializzati dal sindaco Michael R. Bloomberg, ma non dovrebbero esserci sorprese. La speranza è ottenere le autorizzazioni necessarie in modo da iniziare la costruzione nell’autunno 2013. Lo Us Open aveva bisogno di restare al passo con gli altri Slam, i cui progetti di espansione sembrano inarrestabili. “Dobbiamo mantenere lo status di grande evento sportivo, grande promozione per il tennis e forte impatto economico per la città” ha chiosato Gordon Smith.
Diamo un’occhiata, nel dettaglio, ai piani della USTA.
1) Lo stadio Lous Armstrong, la cui capienza attuale è di 10.000 spettatori, verrà sostituito da un nuovo impianto da 15.000 posti. “Il campo ha 50 anni – dice Smith – ha fatto la sua vita”. Il nuovo stadio dovrebbe essere pronto per il 2018. Il Louis Armstrong è stato inaugurato nel 1964 con il nome di Singer Bowl, e viene utilizzato per il tennis dal 1978, anno in cui lo Us Open si è trasferito da Forest Hills a Flushing Meadows.
2) Il Grandstand, che attualmente si trova accanto al Louis Armstrong, sarà abbattuto. Verrà costruito un nuovo impianto nella zona sud-ovest di Flushing Meadows. La capienza si attesterà sugli 8.000 posti (contro i 6.000 attuali). Il campo potrebbe essere pronto già nel 2015. L’attuale Grandstand sarà sostituito da un edificio con uffici e negozi.
3) Ad ovest dell’Arthur Ashe ci sarà un’area con sette campi, sia per il torneo che per gli allenamenti, in cui verrà istituito un punto d’osservazione a due piani aperto al pubblico, da cui si potrà assistere agli allenamenti. Ogni campo del torneo avrà una capienza di almeno 800 posti.
4) Per migliorare il deflusso di pubblico tra il nuovo Grandstand e il Campo 17 (inaugurato lo scorso anno e capace di ospitare fino a 2.800 spettatori), verrà creata una nuova passerella spostando di 30-50 metri più a sud la collocazione di sette campi.
Le opere saranno interamente finanziate dalla USTA, che ha già provveduto alla costruzione dell’Arthur Ashe nel 1997, anche se il costo di quella maxi-operazione non è ancora stato interamente pagato. Il debito raggiungerà i 19,5 milioni di dollari nel 2014 ma si prevede un’ammortizzazione a 6,7 milioni fino al 2023.
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