Il tedesco infila una grossa sorpresa battendo Federer in finale ad Halle. Il suo tennis elegante e maestoso è perfetto per l’erba. Il 7-6 6-4 finale lo candida come possibile mina vagante a Wimbledon.
Tommy Haas ha battuto Federer per la terza volta su 13 scontri diretti
 
Di Cosimo Mongelli – 17 giugno 2012

 
La ventesima edizione del torneo di Halle si conclude nella maniera più inaspettata e, senza alcun dubbio, più “giusta”. Che Federer dovesse prestare attenzione a Tommy Haas (la posizione numero 87 nel ranking lascia il tempo che trova) è stato scritto e ribadito un po’ da chiunque. Il tedesco ha colpi che non hanno nulla da invidiare ai più grandi: rovescio sublime, dritto vincente, servizio devastante, eleganza nei gesti e mano delicata nel dirigere il suo tennis. Ma la sfortuna e una carriera falcidiata da numerosi, troppi infortuni, ha spesso tarpato le ali a questo campione che, quando il fisico gliel’ha permesso, è riuscito anche ad occupare la seconda posizione nel ranking. Ma questa finale, alla veneranda età di 34 anni, sembra già un traguardo eccezionale. E i titoloni per il trofeo numero 75 di Federer in carriera e il sesto ad Halle erano già pronti. Comincia la partita ed è subito break per Federer: Roger comanda bene lo scambio, anche in risposta, e i primi game sembrano il viatico per una tranquilla e allegra scampagnata. Ma Tommy carbura e il copione cambia. Siamo sul 3 a 1, Federer accusa un black out, si fa recuperare il break e da questo momento inizia un altro incontro. Le percentuali al servizio si abbassano e non gli rimane più in campo un dritto. L’esperienza e la buona sorte lo salvano sul 4 a 5: annulla in qualche modo i due set point regalati all’avversario con l’ennesimo dritto fuori di metri e un doppio fallo e riesce a trascinarsi al tiebreak. La legge non scritta che vede punire il giocatore sfavorito non solo non si concretizza, ma viene ridicolizzata: Haas conduce il gioco decisivo con autorità e maestria, si porta sul 4 a 2, quindi sul 5 a 3. Sbaglia incredibilmente la pallina che potrebbe portarlo a 3 set point consecutivi ma ci pensa poi Roger, al servizio, a regalargliene comunque due. Basta una gran prima al tedesco per portarsi a casa un meritatissimo primo set.

Anche nel secondo set il n.3 del mondo continua a sembrare in grosse difficoltà. Nel terzo game si salva dallo 0-30, complice due doppi falli consecutivi. E, nonostante i turni di battuta vengano rispettati, è sempre il tedesco ad andare più vicino al break. Lo svizzero concede troppi errori gratuiti e bisogna attendere il nono game perché si concretizzi ciò che si respira nell’aria. Siamo 4 pari, Federer si porta sul 40-15 ma, con due ulteriori errori gratuiti rimette in carreggiata il tedesco che ottiene e spreca una prima palla break, ma sulla seconda si esibisce in un punto d’altri tempi che strappa applausi a scena aperta non solo al pubblico ma allo stesso Federer, quasi incredulo dinnanzi a tanta bellezza. L'occasione (forse non quella della vita ma comunque importante) è ghiottissima, e Haas non se la lascia sfuggire. Tommy va a servire e di li a poco piazza un servizio vincente sul match point, e il Gerry Weber Open del 2012, il secondo in carriera (tredicesimo in totale nel circuito), è suo. Nemmeno esulta, il tedesco, si avvicina mestamente alla rete, scuotendo il capo, come se fosse lui lo sconfitto. Abbraccia Federer, applaude timidamente il pubblico e si rifugia nel silenzio della sua panchina. Abbozza un sorriso, quasi impercettibile. Si toglie la maglietta mostrando la schiena incerottata e steccata, fotografia della sua “sfortunata” carriera. Per Roger è sicuramente una battuta d’arresto inaspettata, in vista di Londra. Poco attento, svogliato e falloso. Tommy Haas , al contrario, ha sbagliato pochissimo e ha sfruttato appieno forse una delle ultime opportunità per alzare un trofeo. Ma se gioca a questi livelli chissà che non possa dire la sua, almeno per qualche turno, in quel di Wimbledon.