WIMBLEDON. La Williams, cinque volte vincitrice del torneo, raccoglie quattro giochi contro Elena Vesnina. Giocherà le Olimpiadi, ma potrebbe essere stata la sua ultima apparizione.
La stretta di mano tra Venus Williams ed Elena Vesnina
Di Riccardo Bisti – 25 giugno 2012
Il vecchio campo 2 di Wimbledon era soprannominato “Cimitero dei Campioni”. E' lì che si sono consumate alcune delle sorprese più eclatanti. L’ultima vittima fu Pete Sampras, che nel 2002 si arrese a George Bastl. Oggi quel campo non esiste più, e al suo posto hanno creato un mini-stadio da 4.000 posti, bello e confortevole anche se un po’ distante dal cuore dell’All England Club. Qualche anno fa Serena Williams faticò a trovarlo prima di un match contro la nostra Roberta Vinci. Questo campo potrebbe aver ospitato l’ultima partita a Wimbledon di Venus Williams, migliore interprete dell’erba negli ultimi 15 anni. Lo dicono i numeri: Venus ha vinto per cinque volte questo torneo e ha giocato tre finali. Un palmares straordinario, che non sarà rovinato né scalfito dalla brutta sconfitta per mano di Elena Vesnina, onesta giocatrice russa che negli ultimi anni si è dedicata principalmente al doppio. E’ finita 6-1 6-3, una disfatta per la povera Venus che aveva perso al secondo turno del Roland Garros e poi si è ripresentata direttamente a Wimbledon. La Venere Nera ha perso i primi cinque giochi. Un inizio disastroso, inimmaginabile. Ha provato a tenere duro nel secondo set, ma un break al sesto gioco è stato sufficiente alla Vesnina. Complimenti alla russa per il modo in cui ha gestito l’ultimo game: sotto 0-30, ha giocato uno splendido serve and volley sul 15-30 e ha chiuso con due servizi (un ace e un servizio vincente). Non ha esagerato nell’esultanza, rispettosa del palmares di Venus. Che è uscita dal campo con gli occhi tristi. Tornerà su questi campi per il torneo olimpico, per il quale è riuscita a qualificarsi per un pelo. A causa della Sindrome di Sjogren era scesa addirittura al n. 134. Giocando i tornei sulla terra battuta dopo due anni, è riuscita a salire al numero 47 e potrà partecipare ai Giochi.
“Sono cresciuta guardando i documentari sulle Olimpiadi – ha detto Venus – mio padre mi ha trasmesso questa mentalità, e per me sarà una sogno esserci”. Il suo palmares a cinque cerchi è straordinario: nel 2000 ha vinto l’oro in singolare e in doppio con la sorella Serena, mentre a Pechino si è ripetuta sempre con la sorella”. Dovrà dosare bene le energie, perché la Venus vista oggi non passerebbe un turno. E’ stanca, abulica. Difficile capire quanto influisca la malattia e quanto sia un semplice logoramento dovuto a una carriera iniziata 20 anni fa. Per lei era la 16esima partecipazione consecutiva a Wimbledon, la prima in cui non era testa di serie dal 1997. Proprio quell’anno venne eliminata al primo turno, prima di iniziare la sua epopea. Che rischia di essere terminata in un nuvoloso e ventoso lunedì di giugno.
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