Lo spezzino non ha il “turbo” e perde contro Gimeno Traver. Ha avuto sfortuna, ma spaventano le cambiali: da qui a fine anno deve difendere 266 punti. Umago: fuori Fognini.
Fabio Fognini si è arreso negli ottavi di Umago
Di Riccardo Bisti – 13 luglio 2012
C'è grande interesse per i risultati di Alessandro Giannessi. Lo spezzino, classe 1990, è il più giovane azzurro di “fascia alta”, in attesa che si aggiungano i vari Gaio, Cecchinato ed Eremin senza scomodare i super-baby Napolitano, Donati e Quinzi (Travaglia, ovviamente, merita una discorso a parte). Tra quelli che lo precedono in classifica, il più giovane è Fognini (classe 1987), mentre tutti gli altri sono già nella seconda parte della carriera, sia pure con prospettive diverse. Alla luce di questa premessa, è dispiaciuto assistere alla sconfitta di “Gianna” contro lo spagnolo Daniel Gimeno Traver al torneo ATP di Bastad (410.175€, terra). Dopo aver superato le qualificazioni e un turno nel tabellone principale, Giannessi aveva una bella chance per raggiungere i quarti contro Nicolas Almagro. Sarebbe stata una grande esperienza, sia perché avrebbe messo in cascina parecchi punti, sia perché Almagro è in precarie condizioni fisiche. Il murciano soffre alla spalla destra e ha rischiato di perdere contro il modesto Ivo Minar, incapace di chiudere contro un avversario che giocava al 30%. Ma Almagro-Giannessi non ci sarà. Nonostante avesse sempre battuto lo spagnolo, Giannessi si è arreso con il punteggio di 6-4 6-3 e saluta la Svezia con più dubbi che certezze. Perché – onestamente – il Giannessi del 2011 era più incisivo. Il rovescio sarà sempre il suo punto debole, ma con servizio e dritto picchiava duro, senza pietà. Oggi ha avuto tante opportunità di chiudere con il dritto, ma la sua palla non pesava, non era ficcante come l’anno scorso. Anche un pedalatore come Gimeno Traver ha avuto buon gioco contro un Giannessi…depotenziato.
Non mancano gli alibi. Anzi, diciamolo pure: è stato proprio sfigato. Un’infezione polmonare lo ha bloccato per un mese e mezzo quando stava entrando in forma. Quest’inverno ha rinunciato alla trasferta australiana per ripetere la maxi-preparazione in Argentina. A Tandil si lavora duro, durissimo…ed è normale essere imballati nei primi tornei. Ma poi le scorte di benzina vengono fuori nel momento del bisogno e si va avanti in crescendo. Giannessi stava mettendo il turbo in aprile, quando si è qualificato per il Masters 1000 di Monte Carlo (battendo proprio Gimeno Traver al turno decisivo). Eravamo pronti a vederlo in azione a Madrid, Roma e Parigi quando il problema ai polmoni lo ha messo KO, mandando all’aria buona parte del lavoro invernale. E adesso ripartire non è facile. E’ normale che uno come lui, guerriero dal gran fisico, abbia bisogno di tempo per ritrovare la forma. Il problema è che ha un gran bisogno di risultati: attualmente numero 146 ATP, ha un bottino di 366 punti, ma da qui a fine 2012 gliene scadranno 266, anche se spalmati su diverse settimane. Fino alla scorsa settimana, aveva conquistato appena 100 punti ATP nel solo 2012 (diventeranno 132 lunedì prossimo). Insomma, per mantenere l’attuale classifica intorno al numero 150, Giannessi dovrà cogliere buoni risultati nel circuito challenger e nei pochi ATP “rossi” che restano. Per stare tranquillo, avrebbe bisogno di un paio di finali e altrettante semifinali, altrimenti la classifica è destinata a scendere. Non sarà facile, anche se il 2012 – si sapeva – è un anno di transizione. Per la prima volta, Alessandro “vive” il grande tennis ed è normale assestarsi su certi livelli prima di provare a fare il grande salto. Un pizzico di sfortuna ne sta rallentando la crescita, ma il tempo è ancora dalla sua parte.
L’ultima traccia azzurra nei tornei ATP della settimana era rappresentata da Fabio Fognini. L’azzurro era impegnato a Umago (358.425€, terra), torneo a cui è affezionatissimo. Purtroppo per lui, è incappato in un Alexandr Dolgopolov in grande spolvero. L’ucraino si è imposto con un netto 6-2 6-4 in appena 76 minuti di tennis. C’è poco da dire sulla prestazione di Fabio: quando è in palla, Dolgopolov fa paura. Il suo alternare traccianti di dritto e rovescio a morbide smorzate è incredibile. Dal 2-1 Fognini nel primo, l’ucraino ha indirizzato il match con un parziale di sette giochi consecutivi. Al cambio di campo sull’1-2, dopo aver interrotto l’emorragia, Fognini ha chiesto l’intervento del trainer per farsi massaggiare il polpaccio sinistro. Al rientro ha giocato un po’ meglio, ma non a sufficienza per mettere in difficoltà Dolgopolov. Una semplice volèe ha sancito il risultato finale, sotto gli occhi divertiti di Ivan Ljubicic e Zvonimir Boban, presenti in tribuna d’onore e “pizzicati” a confabulare dalle telecamere. Sperando che il problema fisico non sia niente di grave, Fognini deve cogliere un buon risultato ad Amburgo e mettere fieno in cascina prima delle Olimpiadi e della trasferta americana (dove comunque può giocare bene). Anche per lui non è azzardato parlare di "work in progress".
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