L’italoargentina affronta il derby generazionale contro la Schiavone come se fosse un allenamento e le lascia quattro giochi. La milanese era quasi impresentabile, ma che personalità!
Camila Giorgi è attualmente numero 92 WTA
Di Riccardo Bisti – 14 agosto 2012
Ciò che affascina, in Camila Giorgi, è il vivo contrasto tra l’atteggiamento in campo e la timidezza quando deve aprire bocca. A suon di risultati, sta prendendo a calci l’establishment del tennis italiano in gonnella, ma sembra non farci caso. Probabilmente non ci fa caso. A lei non interessa essere la numero 1 d’Italia: vuole essere la numero 1 del mondo. Abitando negli Stati Uniti, percepisce a malapena le pressioni che arrivano dallo stivale. E poi c’è papà Sergio che la protegge, la coccola e l’ha fatta crescere senza compromessi. L’ex soldato dell’esercito argentino era in tribuna anche a Cincinnati (2.168.400$, cemento), dove la figlia ha messo KO Francesca Schiavone. Un 6-1 6-3 netto, senza alcuna possibilità di replica. Era una sfida dall’alto valore simbolico. Da una parte la migliore italiana di sempre, dall’altra la nostra futura numero 1. Si pensava che gli 11 anni di differenza dessero una mano alla Schiavone, invece è parso il contrario. La Giorgi ha giocato come sempre, picchiando a testa bassa senza pensarci troppo. Chi ha imparato a conoscerla sa che il suo tennis è questo. Camila non si adatta all’avversaria, ma cerca di imporsi a prescindere. La vittoria è netta, ma condizionata dalle pessime condizioni della Schiavone. La milanese, attualmente numero 21 WTA, ha giocato un match disastroso. Per essere competitiva, ha bisogno di una condizione fisica perfetta. Quella di Cincinnati era una coppia sbiadita. Sembrava quasi che non vedesse l’ora di perdere e scappare via. Il match è durato poco più di un’ora e le statistiche sono impietose. La Schiavone ha tirato 9 colpi vincenti a fronte di 25 errori. Due doppi falli di fila e una gran risposta della Giorgi hanno generato il primo strappo, al quarto game. Sotto 1-4, la Schiavone ha commesso tre doppi falli consecutivi e un dritto steccato che hanno portato la Giorgi sul 5-1, poi trasformato in 6-1.
In avvio di secondo set, la Giorgi prendeva subito il largo e poteva fare gara di testa. La Schiavone ha avuto una sola chance per tornare in partita, quando sul 2-1 ha avuto due palle break. La prima è stata annullata da una coraggiosa (incosciente?) seconda palla vincente; sulla seconda, Camila ha tirato un gran dritto lungolinea. Da lì in poi non ha avuto problemi, togliendosi il lusso di salire 4-2 con un ace di seconda. A suggellare una prestazione disastrosa, la Schiavone chiudeva con un doppio fallo e spediva la Giorgi al secondo turno contro Stephens o Pironkova. Dopo il grande exploit di Wimbledon, in cui è giunta negli ottavi partendo dalle qualificazioni, aveva avuto un calo di condizione. Ha perso subito sia a Carlsbad che Washington, quindi ha rinunciato a Montreal per prepararsi al meglio in vista del trittico Cincinnati-New Haven-Us Open. La Schiavone ha giocato male, ok, ma ogni volta che provava a rialzare la testa veniva ricacciata giù. Non sappiamo se la Giorgi diventerà una numero 1, ma di sicuro non è una che trema. Battere Pennetta e Schiavone (e il loro background!) significa molto, eppure non le interessa granchè. Se riuscirà a resistere alle sirene che inevitabilmente arriveranno, beh, può diventare una grande giocatrice. E papà Sergio potrebbe essere ricordato come il Richard Williams ital(ian)oargentino.
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