Us Open: il tetto si farà…prima o poi
Prima o poi, un tetto coprira l'Arthur Ashe Stadium di New York. Ma costerà una cifra superiore ai cento milioni di dollari e non avrà la precedenza sugli altri progetti. In un incontro con i giornalisti alla vigilia dello Us Open, l'amministratore delegato USTA, Gordon Smith, ha detto che attualmente non esiste una tecnologia per montare un tetto su uno stadio capace di ospitare 23.700 persone, ma è convinto che prima o poi arriverà. "Non posso dirvi quando succederà e nemmeno quanto costerà, anche se sicuramente sarà un numero a nove cifre". Nel frattempo ha illustrato i progetti approvati nei mesi scorsi, tra cui la ricostruzione del Louis Armstrong, già pensato per la costruzione di un tetto. Il tema della copertura dell'Arthur Ashe torna ogni anno, soprattutto dopo le ultime quattro edizioni terminate di lunedì, in cui la USTA ha dovuto restituire del denaro alla CBS per i disagi creati nel palinsesto. "Ma la quantità di denaro persa in questo modo non è paragonabile al costo della costruzione di un tetto". I progetti di copertura pensati fino ad oggi sono stati bocciati: un tetto peserebbe troppo, e la costruzione di un edificio esterno per sorreggere la copertura sarebbe troppo ingombrante, nonchè orribile dal punto di vista architettonico: difficilmente sarebbe stata approvata dalla città e della stato.. Ma costerà una cifra superiore ai cento milioni di dollari e non avrà la precedenza sugli altri progetti. In un incontro con i giornalisti alla vigilia dello Us Open, l'amministratore delegato USTA, Gordon Smith, ha detto che attualmente non esiste una tecnologia per montare un tetto su uno stadio capace di ospitare 23.700 persone, ma è convinto che prima o poi arriverà. "Non posso dirvi quando succederà e nemmeno quanto costerà, anche se sicuramente sarà un numero a nove cifre". Nel frattempo ha illustrato i progetti approvati nei mesi scorsi, tra cui la ricostruzione del Louis Armstrong, già pensato per la costruzione di un tetto. Il tema della copertura dell'Arthur Ashe torna ogni anno, soprattutto dopo le ultime quattro edizioni terminate di lunedì, in cui la USTA ha dovuto restituire del denaro alla CBS per i disagi creati nel palinsesto. "Ma la quantità di denaro persa in questo modo non è paragonabile al costo della costruzione di un tetto". I progetti di copertura pensati fino ad oggi sono stati bocciati: un tetto peserebbe troppo, e la costruzione di un edificio esterno per sorreggere la copertura sarebbe troppo ingombrante, nonchè orribile dal punto di vista architettonico: difficilmente sarebbe stata approvata dalla città e della stato.