Dopo aver lottato furiosamente per le due figlie, Richard Williams ha vinto la sua battaglia. E adesso è considerato un “saggio” del tennis mondiale. In fondo voleva solo una possibilità…
Il disegno di ESPN dedicato a Richard Williams
TennisBest – 26 agosto 2012
A poche ore dall’inizio dell’Open degli Stati Uniti, le sorelle Williams scaldano i motori e fanno la conta degli Slam. Ne hanno intascati 38 tra singolo, doppio e doppio misto. Possono arrivare a 40, magari allungando la lista proprio a Flushing Meadows. Per celebrare le sorellone e sottolineare il cambiamento della loro immagine, ESPN Magazine ha realizzato un servizio focalizzato sulla figura di papà Richard, l’uomo che aveva previsto (pianificato?) tutto. Lui, in fondo, chiedeva solo una possibilità. Superando le diffidenze iniziali, Venus e Serena sono diventate due icone del nostro sport. Noi vi riproponiamo il bell’articolo a firma di Howard Bryant.
Era un tardo pomeriggio di luglio, a Wimbledon. Dopo che la pioggia aveva tardato lo svolgimento degli incontri, un giornalista olandese si trovava nella terrazza sopra il campo 18, dove era in corso l’ultimo match di giornata: le sorelle Williams contro la serba Vesna Dolonc e l’ucraina Olga Savchuk. Il giornalista era perplesso, dopo che per due giorni aveva seguito e osservato con attenzione Richard Williams, il discusso padre delle sorelle più famose dello sport. Allora si è rivolto a me e mi ha domandato. “Ma è sempre così dolce?”. “No – gli ho risposto – ma adesso può permettersi di esserlo. Ha vinto. Ogni dibattito è terminato. Il resto della sua visa è una lunga passerella, un giro d’onore”. In effetti le vie di Wimbledon sono un museo dei ricordi per Venus e Serena. Le scale sono illuminate dalle foto-ricordo dei loro grandi successi. Tanto per cambiare, hanno vinto anche quest’anno. Serena si è presa il quinto titolo in singolare (eguagliando Venus) e in doppio si sono imposte per la quinta volta. Un mese dopo, hanno continuato a dominare: Serena ha vinto il primo oro olimpico in singolare, mentre in doppio hanno ottenuto il terzo oro in coppia. Durante le due settimane di Wimbledon, Richard si è seduto al secondo piano della sala stampa, fumava e salutava tutti. Tracy Austin gli ha sorriso e gli ha stretto la mano. Leander Paes, il doppista senza età, lo ha accolto con un caldo abbraccio. I giornalisti gli chiedevano un minuto, lui concedeva un’ora.
Prima delle vittorie, Richard Williams ha dovuto annusare il fuoco delle offese. “Qui a Wimbledon non ci hanno mai voluto” racconta, riferendosi all’establishment del tennis che al loro arrivo le ridicolizzava per le perline nei capelli. E poi mettevano in discussione il suo modo di allenarle. Trovavano sempre il modo di dire che quelle due ragazze nere non sarebbero riuscite ad arrivare. “C’era solo un modo: vincere e obbligarli ad avere a che fare con noi. Se vinci, saranno obbligati a lasciarti un posto a tavola, anche se non vogliono”. Loro hanno fatto ancora di più. Eli e Peyton Manning hanno l’anello del Super Bowl. I Di Maggio, gli Aarons, i Ripkens e i Boones erano grandi dinastie di baseball. Maurice ed Henri Richard hanno vinto 19 Stanley Cup, e i gemelli Bryan sono una grande coppia di doppio. Ma nessuno di questi fratelli e sorelle può affermare di essere stato il miglior giocatore del suo sport. Mentre sta per iniziare l’Open degli Stati Uniti, il loro record nei tornei del Grande Slam è impressionante. Hanno vinto 21 titoli in singolare, 13 in doppio e 4 in doppio misto. Entrambe hanno quattro ori olimpici (uno in singolare e tre in doppio). Entrambe sono state numero 1 del mondo, e Serena è addirittura nel dibattito sulla migliore di sempre, avendo completato il personale “Career Grand Slam” (tra il 2002 e il 2003 ha completato il “Serena Slam”, vincendo quattro Slam di fila, ndr).
Le vittorie cambiano la narrazione, forniscono il balsamo per l’orgoglio ferito e la sensibilità. E offrono la base per scuse indirette di coloro che dubitavano. Prima dicevano che l’idea di Richard (evitare quasi del tutto i tornei junior per buttarle subito tra i professionisti) era impropria, mentre adesso è considerato un saggio. I dubbi che le sorellone fossero distratte dalle linee di moda e dalla partecipazione ai reality sono stati spazzati via, basti vedere il modo in cui Serena ha massacrato Maria Sharapova nel match per la medaglia d’oro. La conversazione è stata rimodellata con rispetto. Alcuni elementi sono di natura tecnica. Ad esempio, la meccanica del servizio di Serena Williams, un colpo perfetto e devastante. Una bella soddisfazione, visto che le atlete nere erano accusate di non avere alcuna dote a parte la fisicità. Altre vicende sono personali: Venus si è conquistata la stima per il coraggio con cui sta lottando contro la Sindrome di Sjogren, mentre Serena ha saputo tornare più forte di prima dopo l’embolia polmonare che le aveva addirittura messa a repentaglio la vita. Senza dimenticare che entrambe, nel 2004, hanno sofferto la morte della sorellastra Yetunde, brutalmente assassinata. Ovunque si vada a parare, la lotta di papà Richard è terminata. Ogni vittoria delle sua figlie ricorda che le due hanno realizzato il sogno americano. L’unica cosa che serviva era una possibilità, loro si sono prese cura del resto.
E si sono sedute a tavola.
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