Sara Errani rifila alla Dushevina lo stesso trattamento che la russa aveva riservato alla Burnett. Ora ha un terzo turno facile, ma negli ottavi sembra chiusa dalla Kerber. Ok Federer, fuori Tsonga.
Sara Errani è sesta nel Grand Slam Ranking 2012
Di Riccardo Bisti – 31 agosto 2012
Dopo il primo turno, abbiamo scritto un articolo in cui dicevamo che l’Italia, questa Italia del tennis, è nelle mani di Sara Errani e Roberta Vinci. Potremmo riprenderlo – parola per parola – e ripubblicarlo oggi. Della gran vittoria della Vinci parliamo altrove. Alla Errani sono bastati 48 minuti per mandare a casa Vera Dushevina in una versione moderna (e incruenta) della legge del taglione. Non sappiamo che rapporti intercorrano tra la Errani e Nastassja Burnett, ma se la romana desiderava una vendetta…beh, l’ha avuta con gli interessi. Errani-Dushevina è stata una partita a senso unico, durata la miseria di 48 minuti. Se l’azzurra non si fosse distratta nel quinto game del secondo set, avrebbe potuto portare a casa un “double bagel”, parziale indennizzo al “golden set” patito a Wimbledon contro la Shvedova. Non avevamo dubbi che la Errani vincesse, ma la Dushevina ha discrete memorie in questo torneo. Tre anni fa fece un figurone sull’Arthur Ashe, quando stava per battere Venus Williams. Ma la giocatrice di oggi era un fantasma fasciato in un abito color yogurt alla fragola. Ha commesso 23 errori gratuiti, una media di due per game, e non è mai stata in partita. Nel primo set ha dovuto aspettare il sesto game per arrivare almeno ai vantaggi. La musica non è cambiata nel secondo set, suggellato da un bel rovescio vincente della Errani. L’unico momento interessante è giunto prima della stretta di mano. La palla era stata chiamata out, ma occhio di falco l’aveva smentita. Gioco, partita, incontro. La russa, stordita dalle mazzate della Errani, ha ritenuto di essere stata danneggiata dalla chiamata e ha chiesto (timidamente, per la verità) la ripetizione del punto.
Le buone notizie non sono finite qui: al terzo turno, la Errani affronterà la modesta Olga Puchkova, proveniente dalle qualificazioni e vincitrice di due battaglie contro Irina Falconi e Kiki Bertens (che al primo turno aveva tolto di mezzo la McHale). Le due sono coetanee ma non si sono mai affrontate. Il margine a favore delle Errani, tuttavia, va oltre le 133 posizioni di differenza in classifica (10 contro 143). Il vero scoglio arriverà negli ottavi dove se la vedrà (probabilmente) contro Angelique Kerber, che in uno splendido match notturno (terminato a mezzanotte passata) ha superato Venus Williams con il punteggio di 6-2 5-7 7-5. La tedesca avrebbe potuto chiudere sul 6-2 5-4, ma si è fatta riprendere e il match sembrava perso sul 4-2 al terzo e 30-15 per la Venere Nera. Mostrando una condizione fisica eccezionale, la Kerber ha dominato alla distanza contro una Williams che non ne poteva più. Forse Venus avrebbe meritato di più, per il cuore e il coraggio lasciato sul campo, ma al momento di chiudere ha perso lucidità. Nomini la tedesca e pensi allo straordinario quarto di finale del Roland Garros, quando “Sarita” fece un capolavoro e mandò a casa la tedesca. Il tennis robotico e potente di “Angie”, tuttavia, è più adatto al cemento. Il 6-1 6-2 di Hobart sembra più indicativo, anche se all’epoca la Errani non era ancora la stella del tennis italiano.
Il resto della giornata ha causato una sola (grande) sorpresa. Jo Wilfried Tsonga si è sciolto come neve al sole contro lo slovacco Martin Klizan, recente vincitore al challenger di San Marino. Il talentuoso slovacco si è imposto con il punteggio di 6-4 1-6 6-1 6-3, mostrando un braccio glaciale al momento di chiudere, anche se Tsonga sembrava in difficoltà fisiche. Il francese, tuttavia, non ha cercato scuse: “Oggi non ero in forma. Non avevo abbastanza forza per picchiare duro e mandarlo fuori posizione. Non so come sia potuto succedere, a volte mi capita”. Lo slovacco, allenato da Karol Kucera (che 14 anni fa, sullo stesso Louis Armstrong, battè Andre Agassi), non aveva mai battuto un…top-49. “Non avevo pressione. Per me questa vittoria significa molto di più che un semplice dato numerico”. Sul campo centrale, Mardy Fish ha rimontato due set di svantaggio a un Nikolay Davydenko “sgonfiato” dalla paternità, mentre nella sessione serale Roger Federer ha lasciato sette giochi a Bjorn Phau, che però si è tolto la soddisfazione di vincere il più bel punto della partita, tirando un fantastico passante di rovescio nell’ultimo game. “Mi è piaciuto ma non troppo, visto che era contro di me” ha scherzato Federer prima di manifestare la sua stima per Roddick e svelare che nel match contro Tomic farà il tifo per lui. Solidarietà tra trentenni.
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