Mentre Bartoli elimina Kvitova e la Sharapova si salva per un pelo, la Mattek (Consiglio WTA) dice: “Gli uomini vogliono boicottare Melbourne? Non ne sappiamo niente”
Maria Sharapova ha vinto un match complicato contro la Petrova
Di Riccardo Bisti – 3 settembre 2012
Donne arrabbiate, donne furiose. Petra Kvitova perché ha fatto una pessima figura, prendendo un umiliante 6-0 al terzo contro Marion Bartoli. Nadia Petrova perché la pioggia l’ha bloccata sul 2-0 al terzo, quando ormai il match contro la Sharapova era dalla sua parte. Anche Victoria Azarenka ha ragioni per essere nervosa, giacchè il suo match contro Anna Tatishvili (vinto senza problemi) è stato spostato sul Louis Armstrong. Una numero 1 del mondo costretta a giocare due match lontano dal centrale: provate a farlo a Federer…Ma le donne sono arrabbiate anche per vicende extra-tennistiche. Si è tanto discusso del possibile boicottaggio del prossimo Australian Open, ma solo da parte degli uomini. Sergiy Stakhovsky, uno dei più attivi, ha ammesso di non sapere se la WTA ha un consiglio giocatrici analogo all'ATP. Ce l’hanno eccome, e finalmente si espongono. Lo fanno per bocca di Bethanie Mattek Sands, tanto eccentrica nella scelta degli abiti (qualcuno l’ha definita la “Lady Gaga del tennis”) quanto energica nelle dichiarazioni. La Mattek ha detto che le donne sono arrabbiate perché l’ATP non le ha consultate prima di ventilare l’ipotesi di un boicotaggio. A suo dire, è molto difficile che le giocatrici possano aderire e che è troppo tardi per organizzare un torneo alternativo. “E’ la prima volta che ne sentiamo parlare – ha detto la Mattek – ma non parliamo granchè con gli uomini. In realtà siamo d’accordo con alcune delle cose che vogliono, ma non ci hanno consultato. E penso che tutti siano d’accordo sul fatto che i migliori tornei sono gli eventi combined. E’ lì che girano più soldi, ma non so perché non vogliono parlare con noi. A me piacerebbe sedermi a un tavolo e discutere con i rappresentanti dell’ATP. E’ dura quando una cosa diventa di dominio pubblico senza che ci abbiano dato la possibilità di dire se siamo d’accordo o meno”.
In verità, Stakhovsky aveva manifestato un certo disappunto verso l’atteggiamento delle donne. A suo dire, senza fare nulla, le tenniste prendevano i benefici delle battaglie lanciate dall’ATP. Lasciando perdere l’eterna diatriba sulla parità dei montepremi (ormai raggiunta in tutti gli Slam), Stakhovsky e Mattek si scontrano su un tema cruciale: i tornei combined. Secondo l’ucraino, infatti, creano problemi logistici a tutti mentre il pubblico è interessato soprattutto al maschile. Se c’è da battere cassa, tuttavia, sono tutti uniti. Eric Butorac, vicepresidente del Consiglio ATP, ha detto che il boicottaggio potrebbe prendere forma se l’Australian Open non incrementerà il montepremi in modo ragguardevole (si parla del 20%, ndr). “Credo che bisognerebbe essere uniti nella battaglia – ha concluso la Mattek – un sacco di ragazze sarebbero d’accordo con le loro posizioni. E credo che per loro non sia positivo essere da soli”.
Nel frattempo, la parte alta del tabellone si è allineata ai quarti di finale. Martedì si affronteranno Victoria Azarenka e Samantha Stosur. La bielorussa ha avuto qualche problema soltanto nei primi game contro la georgiana Tatishvili, poi è filata via liscia. Si presenta ai quarti con appena 10 game ceduti in tutto il torneo. Ne ha perso qualcuno in più Samantha Stosur, che però è stata brava a stoppare Laura Robson. Avanti 6-4 5-2, l’australiana ha avuto bisogno di nove matchpoint per chiudere la pratica. A inizio torneo non era molto considerata, ma è pur sempre la campionessa in carica e potrà giocarsela alla pari, anche se i precedenti sono terrificanti: la Azarenka ha vinto sei volte su sei, senza cedere un set. La gran sorpresa è arrivata da Marion Bartoli, brava a estromettere Petra Kvitova. Sembrava un match di routine per la ceca, ma poi la Bartoli ha preso fiducia, è diventata via via più aggressiva e si è aggiudicata 12 degli ultimi 13 giochi, lasciando appena sette punti all’avversaria in un surreale terzo set. La ceca va a casa e dovrà riflettere sull’ennesimo fallimento del 2012. Adesso la francese troverà Maria Sharapova, “salvata” da un’interruzione per pioggia quando Nadia Petrova era avanti 2-0 al terzo set. Le giocatrici sono rimaste un’ora negli spogliatoi, e al rientro “Masha” era un’altra giocatrice. Grintosa, attaccata al punto come non mai. Tennisticamente ha giocato meglio la Petrova (seguita a bordocampo da coach Ricardo Sanchez), ma ancora una volta ha vinto il carisma. E’ finita 6-1 4-6 6-4, con la Petrova a tratti ingiocabile ma troppo fragile nei momenti chiave, quando la Sharapova strillava e faceva pugnetti dopo ogni punto. La differenza è stata tutta lì. Sul serio.
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