Surreale Super Saturday. Murray batte Berdych in una partita condizionata dal vento, poi il tornado in arrivo rinvia Ferrer-Djokovic e la finale donne. Per il quinto anno, il torneo terminerà lunedì.
Brian Earley comunica a Ferrer e Djokovic la sospensione della seconda semifinale
Di Cosimo Mongelli – 9 settembre 2012
Ai confini della realtà. Bastano queste quattro parole per definire la semifinale tra Tomas Berdych e Andy Murray. Già iniziata in forte ritardo per le piogge che hanno imperversato su New York e rivoluzionato il Super Saturday, è resa surreale dal fortissimo vento. E’ quasi impossibile servire, e questo non aiuta Tomas, ma è ancora più complicato rispondere: in questo è Andy ad essere condizionato. Lo spettacolo, ovviamente, latita. Filtra qualche raggio di sole quando inizia l’incontro. Ed è lo scozzese ad iniziarlo con il piede giusto: ottiene il break sull’1 pari alla terza possibilità e si appresta ad andare in fuga nel game successivo. E il siparietto sulla palla del controbreak concessa da Andy a Tomas è forse il momento più emozionante di questo incontro. 30-40 per il ceco, Murray si inventa una palla corta vincente, ma il vento fa volar via il suo cappellino. Il giudice di sedia è intenzionato a dare il punto a Murray, con Berdych che, alla domanda "Sei sicuro che ti abbia disturbato?", risponde candidamente di sì (con l’innocenza di un bambino che ha rubato le caramelle) e si rigioca il punto. Murray ovviamente lo perde, si infuria con se stesso e con aria schifata abbandona l’arma del delitto a bordo campo. Il set si trascina con estenuante lentezza , Eolo rende grottesca ogni velleità di partita seria e, dopo quasi un’ora e mezza di gioco, il tiebreak sembra l’unica possibilità. Si giunge al 5 a 6, servizio Murray. A salire in cattedra è Berdych , che piazza tre risposte vincenti e si porta a casa la prima partita. Importante l’episodio nel quarto game, ma Tomas non ha rubato nulla.
Inizia il secondo set, aumenta il vento e lo scozzese piazza subito un break, mettendoci anche del suo. Le condizioni sono davvero improponibili e Berdych non può nulla per tentare il recupero. E il set, al contrario del primo, vola via velocemente, così come, di tanto in tanto, volano in campo sacchetti di plastica, sedie e asciugamani, tra l’ilarità e lo sgomento degli astanti. Terza partita e la musica sembra non voler cambiare. Le condizioni atmosferiche, che non accennano ad attenuarsi, sono una condanna per il tennis di Berdych. Il ceco ride tra il divertito e l’isterico. Perde il servizio a zero e va sotto 2 a 0. Murray , impassibile al cospetto delle intemperie, comincia a divertirsi e a divertire il pubblico. E a giocare al gatto col topo. Costringe Berdych a venire spesso a rete, al limite dell’irrisione. E trova anche il tempo di inscenare il teatrino degli “acciacchi” alla schiena. 6 a 1 il punteggio di un terzo set che non ammette repliche e senza storia alcuna. E la statistica del 100% di prime di servizio per Murray, senza alcun ace, la dice lunga.
Quarto set: Murray tiene il servizio d’apertura, nell’attesa che Berdych dia un segno di vita. Nulla di tutto questo: ancora una volta lo scozzese si ritrova a disposizione una gragnuola di palle break. La quinta è quella buona. Forse. Perché sul 3 a 1, un Murray con la testa già in finale si lascia sorprendere da un riesumato Berdych che si porta sullo 0-40 con tre vincenti e recupera il break. Murray si rende conto di avere di fronte un altro avversario e la partita diventa finalmente degna di una semifinale agli Us Open. Si arriva al tiebreak e si respira aria di quinto set quando Berdych, che sembra non voler sbagliare più nulla, si porta avanti di due minibreak. 4 a 2 quindi 5 a 3. Tomas ad un passo da un miracolo, Andy dal baratro. Ma ci si mette ancora il vento, ci si mette l’eccessiva foga del ceco di concludere il set e ci si mette soprattutto Murray che annulla, con tanta classe e un pizzico di buona sorte , il set point sul 6 a 5 , ottiene il minibreak sul 7 pari e poi costringe all’ennesimo errore Berdych, mettendo i titoli di coda a questo surreale incontro, dopo quasi quattro ore di gioco. Quinta finale Slam per lo scozzese, la seconda dell’anno e la seconda allo Us Open. E prima vittoria da inseguire.
L'altra semifinale, quella tra Djokovic e Ferrer, è stata sospesa dal giudice arbitro per l’imminente arrivo di un uragano. Con Ferrer , in vantaggio per 5 a 2 nel primo set, che lascia il campo scurissimo in volto e Djokovic sollevato per lo scampato pericolo. Ilare la decisione di farli scendere in campo per poi rinviare il tutto a domani, quando era già tutto previsto. A questo punto la situazione è questa: domenica si giocherà la prosecuzione di Ferrer-Djokovic (a partire dalle 17 italiane), mentre la finale donne Williams-Azarenka è in programma alle 22.30. La finale maschile, per il quinto anno, si giocherà di lunedì. L’ultimo Super Saturday della storia, a 28 anni dalla sua introduzione, finisce nel modo più inglorioso.
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