Serena ha dimostrato di poter uccidere il tour femminile, vincendo anche lo US Open. Ma qualcuno crede che possa andare oltre. Per esempio, contro un uomo…
Serena Williams è la tennista più forte. Ma solo tra le donne…
Testo di Lorenzo Cazzaniga – 20 settembre 2012
(Tratto da TennisBest Magazine di settembre-ottobre)
Sara Errani è uscita dall’Arthur Ashe Stadium come avesse incontrato Mike Tyson in buona forma. Tramortita dalla violenza dei colpi di Serena Williams e ancora barcollante, non ha avuto dubbi: “Questa qui, può vincere anche un torneo Futures maschile, ve lo dico io!”. E così si è riaperta l’annosa discussione del confronto sportivo uomo-donna, che nel tennis ha vissuto il suo apice con la Battaglia dei Sessi del 1973 dove una 30enne Billie Jean King sconfisse all’Astrodome di Houston davanti a 30.492 spettatori il 55enne Bobby Riggs. Per la verità, una giovane Serena Williams ha già affrontato un uomo. Si trattava del tedesco Karsten Braasch, un tipo al quale piaceva chiudere l’allenamento con una sigaretta e due birre. Da numero 203 ATP, rifilò 6-1 a lei e 6-2 a Venus. Discorso chiuso? Abbiamo ascoltato il parere di giocatori e coach.
«Temo sia un periodo in cui Sara spara un po’ troppe cazz… – dice un divertito Andreas Seppi -. Serena gioca bene ma non ha la minima chance di vincere un Futures maschile». D’accordo anche Flavio Cipolla che lancia anche la sfida: «Mettiamola così, contro di me non fa un game, te lo garantisco». Più possibilisti Simone Vagnozzi, n.227 ATP («Vincere un torneo non penso, ma passare qualche turno, sì. Però solo sul veloce») e Fabrizio Fanucci,coach di Filippo Volandri: «Qualche match potrebbe anche vincerlo, ma un torneo no. E comunque solo sul cemento. Contro una donna noti la differenza di potenza, ma contro un uomo la faccenda è diversa». Lo conferma anche il neo assistant-coach della squadra di Coppa Davis, Giorgio Galimberti: «Non credo possa tener testa ad un giocatore da n.500 al mondo. Tira forte ma negli spostamenti non c’è partita. Quando io ero 130 al mondo e giocavo con la Pennetta che era numero 60, le davo 6-0 6-0 anche se lei partiva con un quindici di vantaggio ad ogni game».
Provare per credere, dice Claudio Pistolesi, che vanta esperienze di coaching ad altissimo livello sia in campo maschile sia in quello femminile: «Il problema è che le donne non giocano mai un match vero contro un uomo, altrimenti si renderebbero conto della differenza». Leonardo Caperchi, ex coach di Fabio Fognini, ne fa invece un discorso di classifica: «Esistono tornei Futures di diverso livello. Diciamo che contro il numero 500 ATP non vincerebbe mai. Contro uno più scarso, avrebbe delle chance». Meno convinto Claudio Mezzadri…
Puoi leggere il resto dell'articolo su TENNISBEST Magazine di Settembre-Ottobre
Fattore J
Jannik Sinner e il suo timbro nella vittoria in Coppa Davis: la sua leadership aiuta tutta la squadra Foto...