Gli ATP 500 di Pechino e Tokyo vanno a Djokovic e Nishikori. Il serbo vuole chiudere a tutti costi l’anno al numero 1, mentre il giapponese è profeta in patria.
Djokovic festeggia il successo ballando il tormentone Gangnam Style
Di Riccardo Bisti – 7 ottobre 2012
Storie dagli occhi a mandorla. Partiamo da Pechino. Nella capitale cinese, Novak Djokovic si è aggiudicato il torneo per la terza volta, battendo in finale Jo Wilfried Tsonga con il punteggio di 7-6 6-2. E’ il 32esimo titolo in carriera (agguantato Andy Roddick in questa speciale classifica). “Di sicuro tornerò l’anno prossimo – ha detto il serbo – è uno dei tornei dove gioco meglio, amo giocare qui. Mi piacciono le condizioni e adoro il calore dei fan”. “Nole” è imbattuto a Pechino, con 14 vittorie su 14 partite. Questo torneo si aggiunge gli altri già vinti per tre volte: Australian Open, Dubai, Miami e Canada. Guarda caso, tutti tornei sul cemento all’aperto. I 500 punti intascati in Cina gli consentono di portare a 1.490 il divario su Roger Federer nella “Race”, la classifica che tiene conto dei soli risultati del 2012. Non è ancora al sicuro perché mancano due Masters 1000, due ATP 500 e (soprattutto) il Masters di Londra. “L’obiettivo è chiudere l’anno al numero 1. Questa vittoria mi ha dato una mano ma è ancora tutto aperto. Ci sono grandi tornei da giocare, a partire dal Masters 1000 di Shanghai. Cercherò di andare avanti il più possibile, giocando un match alla volta come ho sempre fatto".
Il match è stato equilibrato all’inizio (Tsonga è anche stato avanti di un break), ma i punti importanti se li è presi Djokovic, bravo a prendere subito il largo nel tie-break. Nel secondo, un dritto largo di Tsonga nel terzo game ha dato il via alla fuga. Un altro break al quinto game ha sigillato una finale che porta a 65-11 il bilancio stagionale del serbo. “Nel primo set hanno deciso tutto un paio di punti – ha detto il vincitore – poi nel secondo ero galvanizzato, tanto da trovare subito il break”. Tsonga ha portato a 1-9 il suo bilancio stagionale contro i top 10, e non batte Djokovic da quasi 3 anni. Numeri scoraggianti, ma lui non perde la fiducia. “Penso sia stato un buon match. Ho sbagliato qualcosa a metà del primo set, quando ero avanti di un break. Ma lui è stato bravo, ed è difficile tenerlo a bada. Contro un tennista come lui, il mio livello non è ancora sufficiente. Spero di migliorare”. Adesso i due si sposteranno a Shanghai, dove potrebbero ritrovarsi in semifinale. E non è escluso che accada. Andranno a Shanghai anche Kei Nishikori e Milos Raonic, finalisti all’ATP 500 di Tokyo. Per la gioia del pubblico locale, si è imposto il giapponese con il punteggio di 7-6 3-6 6-0. La partita è durata poco più di due ore, e ha permesso a Nishikori di diventare il più giovane vincitore di un torneo ATP nel 2012. Avesse vinto Raonic, sarebbe stato lo stesso (il canadese è del 1990, mentre Kei è nato un anno prima). “Non avevo mai giocato bene in Giappone fino ad oggi, quindi pensavo di non essere sufficientemente forte per riuscirci, soprattutto sul piano mentale – ha detto Nishikori – ma qualcosa è cambiato con il match contro Berdych. Ho giocato meglio meglio in semifinale e in finale. Da una parte non posso crederci di avercela fatta, ma dall’altra sono davvero felice di esserci riuscito”.
Il giapponese è salito 3-1 nel primo set, ma si è fatto riprendere. Sul 6-5 ha avuto due setpoint sul servizio di Raonic, ma non li ha sfruttati. A differenza di Murray, è stato bravo a vincere il tie-break. Ha perso il secondo set, ma nel terzo ha dominato contro un Raonic improvvisamente lasciato a piedi dal proprio servizio. “Attaccava molto, l’avevo visto giocare contro Murray. Ho provato ad essere aggressivo anche io”. Raonic è deluso, ma l’ha presa con filosofia. “Lui ha giocato troppo bene, non c’era niente da fare. Ha meritato di vincere. Nel terzo set ha trovato la chiave di lettura del mio gioco, io ho commesso qualche errore di troppo…ed ecco spiegato il 6-0 finale”. Ad ogni modo, il canadese entra di prepotenza nella corsa al Masters: da domani sarà decimo nella classifica stagionale, e da qui a fine anno ci saranno tornei in condizioni a lui favorevoli. Senza nulla togliere a Tipsarevic, Monaco e Almagro (ma anche ad Isner), una sua qualificazione sarebbe una ventata d’aria fresca nel clima un tantino…dittatoriale creato (con merito) dagli attuali top 10.
ATP 500 PECHINO
Finale
Novak Djokovic (Serbia) b. Jo Wilfried Tsonga (Francia) 7-6 6-2
ATP 500 TOKYO
Finale
Kei Nishikori (Giappone) b. Milos Raonic (Canada) 7-6 3-6 6-0
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