Lo spagnolo dovrebbe giocare il torneo di Acapulco, cui non partecipa dal 2005. La terra rossa è meno dannosa per il suo fisico. Ma dal 2014 il torneo dovrebbe passare al cemento…
Il pubblico di Acapulco dovrebbe tornare ad ammirare Rafael Nadal
 
Di Riccardo Bisti – 16 ottobre 2012

 
Durante il periodo di stop, Rafael Nadal ha detto che difficilmente potrà cambiare la sua programmazione, soprattutto se vuol continuare a lottare per le prime posizioni. In altre parole, giocherà ancora parecchio sui campi duri, così dannosi per tendini e legamenti. “Forse potrò fare qualche aggiustamento, ma niente di sostanziale”. Ecco il primo: Rafa dovrebbe partecipare al torneo ATP di Acapulco, in programma a fine febbraio a due passi dalla mitica spiaggia. L’arrivo di Rafa sarà il regalo più grande per il 20esimo anniversario di un torneo molto amato dai giocatori per il clima rilassato e la bellezza delle strutture. Rafa ha già vinto ad Acapulco: era il 2005 e lui, appena 18enne, spazzò via Albert Montanes in una finale a senso unico. Era il terzo titolo in carriera (aveva vinto l’anno prima a Sopot e la settimana precedente a Costa do Sauipe), ma da lì a poco avrebbe fatto razzia di titoli nei grandi tornei sul rosso. Il ritorno di Nadal ad Acapulco sarà ufficializzato mercoledì nella conferenza stampa di presentazione. Dopo il trionfo nel 2005, gli organizzatori le hanno provate tutte per riportare Rafa in Messico. Non ce l’hanno mai fatta: a volte ha preferito giocare a Dubai (che si gioca la stessa settimana), altre ha preferito prendersi un po’ di riposo tra l’Australian Open e Indian Wells. Ma adesso le condizioni fisiche – e il desiderio di allungare la carriera – gli impongono scelte nuove. E giocare ad Acapulco può essere una soluzione.
 
Intanto perché si tratta di un torneo 500, il cui valore è identico a Dubai. Anzi, con un campo di partecipazione meno qualificato, è più facile che lo spagnolo vinca in Messico piuttosto che negli Emirati. E poi perché nel 2013, due giorni dopo la finale di Acapulco, parteciperà al BNP Paribas Showdown, la mega-esibizione del Madison Square Garden di New York. Da un punto di vista logistico, dunque, sarà più comodo giungere a New York partendo da Acapulco piuttosto che da Dubai. Le trattative andavano avanti da mesi. Dopo l’edizione 2012, Alejandro Burillo (presidente del Grupo Pegaso, società organizzatrice), disse: “Discutiamo parecchio con Nadal. Lui è tra quelli che non vuole che si cambi la superficie. E’ molto legato ad Acapulco, perché è il torneo che lo fa fatto decollare”. Nelle scorse settimane, la stampa internazionale aveva già ipotizzato il ritorno di Rafa. A fine settembre, la nota agenzia DPA aveva diffuso le voci di un alto funzionario ATP, il quale disse: “Non mi stupirei se Rafa giocasse Acapulco nel 2013”. Raul Zurutuza, direttore del torneo, ribadì: “Ci piacerebbe avere Nadal, è un’ovvietà”. Gli indizi hanno preso corpo quando Rafa ha detto che l’anno prossimo avrebbe giocato di più sulla terra battuta.
 
Dei 50 titoli vinti, 36 sono arrivati sulla polvere di mattone. Il ritorno di Nadal ad Acapulco avrebbe grandi significati. Nel 2005 si presentò da numero 39 ATP e schiantò gli avversari. Dopo quel successo, avrebbe vinto Monte Carlo, Roma, Roland Garros, Montreal e Madrid (che all’epoca si giocava indoor). Il ricordo di quella grande stagione – unito a qualche incentivo economico, perché no? – potrebbe essere la molla decisiva per riportarlo dove aveva cominciato. Gli farà meno piacere sapere che non è accantonata l’idea di portare dalla terra al cemento i quattro tornei della Gira Sudamericana (prima di Acapulco ci sono Vina del Mar, San Paolo e Buenos Aires). Gli organizzatori sono convinti che il cemento possa attirare qualche top 10 in più. Dal 2014, Acapulco dovrebbe giocarsi sul cemento. “Ci si aprono prospettive importanti grazie alla vicinanza con Indian Wells – ha detto Burillo – i giocatori non dovranno più farsi un viaggio intercontinentale per andare da Dubai alla California. E abbiamo dalla nostra la bellezza del posto. Credo che ci siano tutte le possibilità per crescere”. Alla luce di questo, gli organizzatori stanno pensando alla costruzione di un nuovo campo centrale con una capienza ancora maggiore.