La Vinci centra la semifinale al Tournament of Champions di Bali: nessun problema contro la modesta quadrumane Hsieh. A Sofia il tempo sembra essersi fermato agli anni 80.
Nadia Petrova potrebbe essere la prossima avversaria di Roberta Vinci
Di Riccardo Bisti – 2 novembre 2012
Prima che la TV prendesse il sopravvento e ogni evento sportivo finisse sotto gli occhi di un immenso Grande Fratello, gli appassionati erano capaci di trascorrere pomeriggi interi a guardare una tappa di ciclismo. E il calcio era solo quello delle coppe europee. Quando le squadre italiane giocavano in trasferta (ed era sempre di mercoledì, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe o Coppa UEFA che fosse) capitava di vedere immagini di bassa qualità, campi in pessime condizioni, stadi improbabili, la voce del telecronista che sembrava parlasse al telefono…era come se le immagini arrivassero da un altro pianeta. Forse erano davvero su un altro pianeta. Oggi ti sembra di stare a casa anche se segui un evento dall’altra parte del globo, tra alte definizioni, valanghe di inviati e internet ti-dico-tutto-io. E’ così ovunque, o quasi. Quel “quasi” riguarda il Tournament of Champions di Sofia, il Masters B inventato qualche anno fa dalla WTA per allungare il brodo stagionale, come se il pubblico avesse ancora bisogno di tennis dopo essersi fatto gli occhi a palla per 10 mesi. Le prime tre edizioni si sono giocate a Bali, da quest’anno si gioca a Sofia, in una Bulgaria che sembra essere rimasta alle partite del CSKA Sofia. Le immagini che arrivano dalla Armeec Arena rimandano a un passato che non c’è più. L’impianto è grande ma freddo, raramente pieno, il campo è viola con gli esterni di un verde chiaro che confina con il grigio, come se avesse nostalgia della TV in bianco e nero. E la regia, già supportata da poche telecamere, mostra la sua impreparazione perdendosi qualche scambio e bruciando diversi replay. Sembra che alla Armeec Arena il tempo si sia fermato, anche nelle incredibili sedie destinate agli spettatori nelle prime file. Extralusso, roba da tardo romano impero.
In un contesto del genere, Roberta Vinci ha fatto una piccola impresa. Battere Hantuchova e (soprattutto) Hsieh rientra nell’ordine delle cose, ma non era mai successo che un tennista italiano (uomo o donna) superasse il round robin in una manifestazione internazionale. Panatta, Barazzutti, Schiavone ed Errani si sono sempre fermati al girone. Adesso, pur con l’enorme differenza di prestigio e tradizione, la Vinci ce l’ha fatta e ha tutte le chance di andare avanti. Il match contro la taipeana Su-Wei Hsieh avrebbe dovuto iniziare alle 20 locali, ma è scattato con oltre due ore di ritardo a causa della lunghezza dei match precedenti (vittorie di Petrova e Wozniacki, rispettivamente contro Kirilenko e Hantuchova). Poteva esserci un po’ di tensione, invece Roberta è scesa in campo serena e tranquilla, forte della superiorità già messa in mostra a Dallas, quando si impose 6-2 6-2. E’ andata così anche stavolta con un 6-1 6-2 che non ammette repliche. La Hsieh ha un bel fisico, denti sporgenti da coniglietta e tennis poco guardabile. Questione di gusti, ok, ma quel dritto a due mani non si può vedere. Quando cerca lo slice, poi, sembra che abbia tra le mani una mazza da golf e non una Yonex. Nel primo set ha fatto solo disastri, aggiudicandosi appena sette punti e perdendolo in un quarto d’ora. Ha mostrato qualche colpo interessante in avvio di secondo (controbreak dell’1-1). Il colpo a due mani le consente di trovare angoli particolarmente acuti. Alcune soluzioni hanno strappato l’applauso, ma ha commesso un mucchio di errori. Ha chiamato un paio di volte coach Paul McNamee, ex grande doppista, ma i suoi consigli sono caduti nel vuoto. La Vinci era troppo forte e non ha avuto bisogno di chiamare Francesco Cinà, presente a bordocampo insieme a Corrado Barazzutti, presente a Sofia dopo essere stato assente a Istanbul.
La Vinci ha mostrato i progressi già evidenziati nel 2012. Il dritto era migliorato in fase offensiva, adesso è molto sicuro anche durante lo scambio. E le volèe sono un diversivo efficace. Le quattro semifinaliste del Tournament of Champions sono stabilite: Wozniacki, Vinci, Petrova e Pironkova. Roberta è seconda nel gruppo Serdika e troverà la vincente del gruppo Sredets, che uscirà dallo scontro diretto tra la russa e la bulgara. La Pironkova è già qualificata in virtù del ritiro della Kirilenko, che ha annunciato il forfait dopo la sconfitta contro la Petrova. La vincente troverà la Vinci, mentre la seconda pescherà una Wozniacki che è riuscita a chiudere imbattuta, superando la (solita) Hantuchova sprecona. La slovacca ha giocato meglio ma si è arresa con il punteggio di 3-6 7-6 6-4 dopo essere stata avanti 40-0 nell’ultimo game. Peccato che poi abbiamo commesso due doppi falli e altri errori che l’hanno condannata all’eliminazione. Per la Vinci sarebbe meglio affrontare la Pironkova, con cui è avanti 3-0 nei precedenti (compreso uno nel 2012). Contro Nadia Petrova è 2-2, ma è sotto 1-2 sul cemento. L’impressione è che la russa sia in grado di trovare picchi di rendimento sconosciuti per la tarantina, ma non è sempre in grado di mantenerli. Al contrario, la Pironkova sembra decisamente inferiore. Ad ogni modo, la finale non è un miraggio. Sarebbe il modo migliore per salutare il 2012 e questo viaggio nel tempo al Masters B di Sofia. Un torneo che sembra giocarsi su un altro pianeta.
TOURNAMENT OF CHAMPIONS – SOFIA
Risultati giovedì 1 novembre
Nadia Petrova b. Maria Kirilenko
Caroline Wozniacki b. Daniela Hantuchova 3-6 7-6 6-4
Roberta Vinci b. Su-Wei Hsieh 6-1 6-2
GRUPPO SERDIKA
Caroline Wozniacki 3 vittorie 0 sconfitte
Roberta Vinci 2 vittorie 1 sconfitta
Daniela Hantuchova 0 vittorie 2 sconfitte
Su-Wei Hsieh 0 vittorie 2 sconfitte
GRUPPO SREDETS
Nadia Petrova 2 vittorie 0 sconfitte
Tsvetana Pironkova 1 vittoria 1 sconfitta
Maria Kirilenko 1 vittoria 1 sconfitta *
Jie Zheng 0 vittorie 2 sconfitte
* Ritirata. Il suo posto sarà preso da Sofia Arvidsson
Programma venerdì 2 novembre
h. 14.50 Arvidsson vs. Zheng
h. 17.15 Petrova vs. Pironkova
h. 19 Hsieh vs. Hantuchova
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