David Ferrer, alto 1.75, cerca il primo titolo Masters 1000 contro il gigante Jerzy Janowicz, 203 centimetri di potenza. N. 69 ATP, vuole restituire un titolo alla Polonia dopo 30 anni.
La gioia di Ferrer dopo la vittoria su Michael Llodra
Di Gianluca Roveda – 4 novembre 2012
David Ferrer è tanto bravo sul campo quanto banale nelle interviste. Sentite cos’ha detto dopo il 7-5 6-3 che gli ha spalancato la finale del Masters 1000 di Parigi Bercy. “Sto bene. Sono felice perché sono in finale. Domani sarà un match difficile perché il mio avversario sta giocando molto, molto bene. Ma farò del mio meglio per batterlo”. Fa quasi tenerezza, lo spagnolo, zoppicante con la grammatica inglese ma un blocco di cemento armato sul campo da tennis. La semifinale contro Llodra era difficile perché il francese gioca un tennis atipico, si butta a rete su ogni palla, anche sugli stracci. Ferrer ha faticato molto nel primo set, ha rischiato di finire sotto e invece si è salvato. Ha annullato 10 palle break su 11 (ha perso il servizio solo sul 4-0 nel secondo) ed ha finito col dominare, bucherellando le difese francesi e prendendosi la 71esima vittoria stagionale. “Di certo il 2012 è stato l’anno migliore della sua carriera – ha continuato a dispensare perle – non avevo mai vinto sei titoli in un anno. Se vinco la finale saranno sette. Sono molto felice, ho vinto tante partite”. Per “Ferru” sarà la quarta finale in un Masters 1000 dopo Roma 2010 e Monte Carlo e Shanghai 2011. Merita un titolo per lo sforzo profuso e l'umiltà che lo fa amare da chi si emoziona (anche) per coraggio e polmoni. Ma non sarà facile, perché dall’altra parte ci sarà la sorpresa Jerzy Janowicz. Dopo la vittoria contro Murray, il polacco ha superato la prova del 9 contro Tipsarevic e quella del 18 contro Simon. Chissà se riuscità a superare anche quella del 27.
Di certo è più spigliato davanti ai microfoni. “Quando ho avuto il matchpoint mi è venuta la pelle d’oca, ero nervoso ma è stata una sensazone incredibile. Prima di giocarlo mi sono detto di non cambiare niente, di esprimere lo stesso gioco. L’ho fatto, giocando una palla corta”. E via una risata. Janowicz, numero 69 ATP (ma a inizio anni era 221) ha tirato 12 ace, superando spesso il muro dei 230 km/h, e non ha fronteggiato neanche una palla break. Gli è bastato strappare il servizio a Simon un paio di volte per chiudere 6-4 7-5. E’ la prima volta dopo 12 anni che un tennista raggiunge la finale in un Masters 1000 al primo tentativo: l’ultimo era stato Harel Levy a Toronto 2000, quando venne sconfitto da Marat Safin. “Non ci sono sorprese – ha detto Simon – è in totale fiducia, si diverte sul campo da tennis. E appena può tira fortissimo. E’ davvero complicato rispondere al suo servizio. Io sono un buon ribattitore, ma oggi non è stato possibile metterlo in mostra”. Janowicz proverà a scrivere più pagine di storia: intanto spera di diventare il secondo tennista a vincere il primo titolo ATP nel 2012 (prima di lui c’è riuscito solo Klizan a San Pietroburgo), ma soprattutto a rinfrescare le statistiche del tennis polacco. L’ultimo successo risale al 1982, quando Wojtek Fibak si impose al WCT di Chicago. “Sono un ragazzo ottimista, ma puntavo ai top 100 – ha detto in una vampata di umiltà -. Sinceramente non mi aspettavo un risultato del genere”. Nel frattempo hanno bloccato la strada accanto a casa sua: è piena di troupe televisive, giornalisti, curiosi. “Adesso sarebbe dura entrare a casa mia. Ma magari adesso trovo qualche sponsor e non avrò più problemi di soldi”. Tra i suoi nuovi tifosi c’è anche il presidente polacco Bronislaw Komorowski: quando gli hanno chiesto se è stato chiamato dal presidente, ha detto: “Non so se posso rispondere a questa domanda…ma probabilmente si!”. E’ scoppiata la Jerzy-Mania.
MASTERS 1000 PARIGI BERCY – SEMIFINALI
Jerzy Janowicz (Polonia) b. Gilles Simon (Francia) 6-4 7-5
David Ferrer (Spagna) b. Michael Llodra (Francia) 7-5 6-3
Finale (ore 15, diretta Sky Sport 2)
David Ferrer vs. Jerzy Janowicz
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