Le ATP Challenger Finals non hanno un gran valore tecnico, ma offrono un fondamentale aiuto a chi si barcamena in giro per il mondo. Il vincitore può intascare oltre 90.000$.
Paolo Lorenzi non si nasconde: “Vorrei vincere le ATP Challenger Finals”
Di Riccardo Bisti – 23 novembre 2012
91.200 dollari. E' la ragione che spinge otto (semi)peones a sobbarcarsi una trasferta a San Paolo nel bel mezzo della preparazione invernale. Mentre i campioni giocano decine di esibizioni (ben pagate), le ATP Challenger Tour Finals consentono di intascare punti e dollari a chi lotta nel circuito minore, nella speranza di mettere il naso nei tornei più importanti. Lo scorso anno l'ATP ha pensato di istituire un Masters B, forse per copiare la WTA che qualche anno prima si era inventata il Tournament of Champions. Vi possono partecipare i sette giocatori che hanno raccolto più punti nei challenger (più una wild card). Bisogna aver giocato almeno otto challenger, e si tiene conto solo dei dieci migliori risultati. I tennisti non mettono San Paolo come obiettivo stagionale, ma già che ci sono…perché no? In verità sono arrivati una serie di forfait (Janowicz e Klizan su tutti), perché le collocazione in calendario (si giocherà dal 27 novembre al 1 dicembre) non aiuta. Tuttavia, dopo una prima edizione quasi “clandestina” (vinta da Cedrik Marcel Stebe in finale su Dudi Sela), l’ATP prova a dare una mano al suo piccolo Masters. In questi giorni, sul sito ufficiale, stanno uscendo alcune brevi interviste ai protagonisti. Hanno iniziato con Paolo Lorenzi, adesso c’è in bella mostra lo sloveno Aljaz Bedene (n. 98 ATP). Con grande diplomazia, Bedene ha dichiarato che un posto a San Paolo era tra gli obiettivi stagionali. “Giocare sul duro non è un problema. La terra battuta è la mia superficie migliore, ma preferisco giocare sul cemento. Magari avessimo più campi veloci in Slovenia…”.
Le ATP Challenger Tour Finals sono un evento tecnicamente inutile. Il patrocinio di Gillette e l’energia del gruppo patrocinatore (Koch Tavares), hanno messo in piedi un torneo che assomiglia a un’esibizione. Solo un'economia emergente come il Brasile può sobbarcarsi un evento del genere, anche come antipasto per il WTA di Floriapolis (dal 2013) e l'ATP 500 di Rio de Janeiro (dal 2014). Eppure le ATP Challenger Finals hanno un senso: vi partecipano giocatori che faticano a mettere da parte qualche soldo. E allora vale la pena giocare un evento con discrete cifre in palio. Il solo atto di presenza garantisce 6.300 dollari, tanti quanto ogni vittoria nel round robin. Vincere una semifinale garantisce 21.000 dollari, mentre il match clou ne mette in palio 45.000. Traduzione: vincere il torneo da imbattuti garantisce un assegno di 91.200 dollari. A parte Victor Hanescu, quartofinalista a una vecchia edizione del Roland Garros, è una cifra che nessuno dei partecipanti ha mai visto tutta insieme, nemmeno quel Thomaz Bellucci omaggiato di una wild card per il secondo anno di fila. E allora vale la pena sobbarcarsi un viaggio al Ginasio Ibirapuera, dove l’evento si snoderà per cinque giorni. La formula è identica al Masters (due gironi da quattro, passano i primi due con semifinali incrociate), ma si giocheranno quattro partite al giorno per comprimere la durata. Da non buttare via il bottino di punti ATP in palio: ogni vittoria nel round robin ne garantirà 15, la semifinale 30 e la finale 50. Significa che l'eventuale vincitore imbattuto porterà a casa 125 punti, appena meno della finale in un torneo ATP 250.
Noi avremo un motivo di interesse in più: la presenza di Paolo Lorenzi, reduce dalla migliore stagione in carriera. Il globetrotter senese è andato in Sud America per assicurarsi gli ultimi punti in chiave Masters, vincendo a Medellin e raggiungendo la finale a Guayaquil. Paolo è poi tornato in Italia per contribuire alla salvezza della sua Società Tennis Bassano in Serie A1. Senza il clamoroso “Caso Scala”, Bassano si sarebbe qualificato ai play-off; chissà come si sarebbe comportato Lorenzi in caso di sovrapposizione tra i due eventi. Paolino non è nuovo a viaggi lunghi e ravvicinati: un paio d’anni fa venne a giocare il challenger di Caltanissetta dopo aver giocato a Indian Wells e prima di andare a Miami. Si gioca sul cemento indoor: dando un’occhiata ai partecipanti, l’azzurro può giocarsela con tutti, anche con Thomaz Bellucci (da lui battuto agli Internazionali d’Italia). Oltre al carioca, fanno paura Hanescu (leader del challenger ranking 2012) e i giovani Bedene e Donskoy. Al contrario, sembrano un filo indietro Guido Pella (ex grande speranza del tennis argentino, oggi 22enne), il lucky loser Gastao Elias (ammesso grazie al forfait di Haider Maurer) e l’eterno Ruben Ramirez Hidalgo, classe 1979. In palio il best ranking e un gruzzolo che potrebbe dare giustizia all’impegno di Lorenzi, numero 63 ATP ma appena 109esimo nella classifica dei più ricchi del 2012. Un controsenso.
ATP CHALLENGER TOUR FINALS – I PARTECIPANTI
Thomaz Bellucci (Brasile)
Victor Hanescu (Romania)
Paolo Lorenzi (Italia)
Aljaz Bedene (Slovenia)
Guido Pella (Argentina)
Evgeny Donskoy (Russia)
Gastao Elias (Portogallo)
Ruben Ramirez Hidalgo (Spagna)
Il sorteggio dei due gironi verrà effettuato domenica 25 novembre alle 18 locali (le 21 in Italia), mentre alle 11 di lunedì mattina si terrà una conferenza stampa collettiva con tutti i giornalisti.
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