L’INTERVISTA – Vincenzo Santopadre sulla Serie A (“A Trento possiamo farcela, andremo in anticipo”), su Cipolla (“Lo vedo tra i top 60”) e sulla Burnett (“Ha scelto un’altra strada”).
L'Aniene scudettato del 2010. Allora Santopadre giocava, oggi fa quasi esclusivamente il capitano
(Foto Costantini – FIT)

  
Di Riccardo Bisti – 29 novembre 2012

 
Arriva l'autunno e cadono le foglie. Ma è anche la stagione della Serie A1. E allora rifiorisce Vincenzo Santopadre. Da anni, il romano è tra i protagonisti più positivi del campionato. Come comportamento, certo, ma anche come risultati. C’è stato un momento, a cavallo tra il 2008 e il 2010, in cui era pressochè imbattibile. A dispetto dell’età non più verdissima, focalizzava la preparazione sul campionato e si presentava in forma smagliante. Oggi, varcata la soglia degli “anta” e con un regolamento che penalizza lui e il suo Circolo Canottiere Aniene, è passato dal campo alla panchina. “Quest’anno ho giocato una sola partita – racconta – ma è meglio così. E’ bene che giochino i più forti”. Con qualche difficoltà, l’Aniene ha acciuffato la semifinale e adesso cercherà l’exploit a Trento (dove ha perso nel girone). Vincenzo, “Vinci” come lo chiamavano al Foro Italico quando batteva Magnus Norman, è convinto che i suoi ragazzi ce la possano fare. Lo conferma in una chiacchierata dove si è discusso anche dell'attivitià di coach, tra Flavio Cipolla e Nastassja Burnett. Sarà un caso, ma entrambi hanno raggiunto il best ranking sotto la guida di Santopadre. Tuttavia, è di pochi giorni fa la notizia che la giovane “Asia” ha deciso di provare altre strade
  
Come valuti il campionato dell’Aniene? C’è la possibilità di sognare?
Si poteva fare di più nelle due sconfitte in trasferta, a Trento e Forte dei Marmi. Potevamo tranquillamente pareggiare. Tuttavia il fato ci ha dato una mano: pur essendo arrivati terzi, abbiamo avuto un play-off e una semifinale accessibile. A Trento possiamo dimostrare che il passo falso di un mese fa è stato un incidente di percorso. Se perdi nel girone puoi anche non pagarne la conseguenze, nello scontro diretto non hai alternative. Noi abbiamo giocatori di grande esperienza: una semifinale di A1 dovrebbe garantire gli stimoli giusti per metterla in mostra.
 
Giocherete sul rapido. Come preparerete la sfida? Vi vedrete a Trento o farete un raduno anticipato?
L’avvicinamento è già iniziato, anche perchè all’Aniene abbiamo costruito un campo in cemento. Bolelli si trova a Monte Carlo, ma si sta allenando sul cemento e siamo sempre in contatto. A Roma abbiamo Cipolla e Starace, giusto oggi ci siamo allenati sul cemento indoor. Gli allenamenti di questi giorni sono focalizzati alla sfida. In questo periodo Starace ha trascorso molto tempo con noi. C’era anche Rianna, oggi è venuto il preparatore atletico…lo vedo vivace, frizzante e motivato. Credo che la Serie A possa essere il trampolino per la stagione della rivincita. Tornando alla sfida, non tralasceremo nulla: di solito le trasferte si fanno di sabato, mentre stavolta andremo a Trento di venerdì. L’obiettivo è smaltire in fretta il viaggio ed effettuare almeno un paio di allenamenti. Come è giusto che sia, il verdetto arriverà dal campo. Ma non vogliamo avere rimpianti.
 
L’Aniene può schierare alcuni dei migliori tennisti italiani: come vivono la Serie A? Sentono la competizione?
Molto dipende dal carattere dei singoli, ma vi assicuro che sono professionisti seri e nessuno viene per timbrare il cartellino. Poi abbiamo un circolo che ci supporta, il presidente e il DS ci stanno vicino…è importante per farli sentire responsabilizzati. Prendi Bolelli: di carattere può sembrare il meno lottatore, ma vi assicuro che non è così. Due anni fa dimostrò un grande attaccamento alla causa: nella finale contro il Castellazzo perse un brutto singolare contro Brizzi e ci trovammo negli spogliatoi. Si disse pronto a giocare doppio e doppio di spareggio, leggevo nei suoi occhi la voglia di rivincita. Voleva cancellare il passo falso e ce l'ha fatta. Insistetti per farlo giocare, mentre altri suggerivano di mettere in campo il sottoscritto. A modo suo, Simone ha una grande voglia di fare bene. Bisogna saperlo capire, interpretare.
 
Certo che l’obbligo di schierare un elemento del vivaio è proprio penalizzante per voi…
Molto. Soprattutto perchè spesso affrontiamo squadre con un numero 4 che vale la Serie A. Il nostro numero 4 (Berrettini, ndr) non è in grado di affrontare certi livelli, si sa. Non può battere nè Giorgini nè Stoppini, il che fa giocare i nostri con maggior pressione. Ma io ribalto la questione: non è lui a dover aver pressione, bensì i nostri avversari.
 
Circola voce che l’anno prossimo le regole cambieranno di nuovo, con l’obbligo di schierare due “vivaio” nella stessa partita. Ne eri al corrente? In quel caso l’Aniene come si comporterebbe?
Si, ho sentito di questa ipotesi. Onestamente non ci siamo ancora organizzati, siamo molto focalizzati su questo campionato. Tuttavia, se non cambiano i parametri, l’anno prossimo io dovrei diventare un giocatore “bandiera” e potrei tornare ad essere schierato senza limitazioni.
 
Il presidente Giovanni Malagò vi sta vicino? Quanto tiene alla Serie A di tennis?
Tiene tantissimo al Circolo Canottieri Aniene ed è un grande uomo di sport. E’ tagliato per fare il presidente. Ci sta vicino, magari non tutti i giorni, ma si informa, vuole sapere che succede, spesso chiama i ragazzi. Era deluso dopo le due sconfitte nel girone e voleva il riscatto. Starace è spesso con noi, in questi mesi anche Bolelli ha vissuto il club…e hanno potuto apprezzarlo. La Serie A? Lui ha vissuto ori olimpici, ma è un agonista, lotta sempre per vincere. Da uomo di sport, vuole fortemente lo scudetto.
 
Ormai sei un coach a tutti gli effetti. Affianchi papà Quirino negli allenamenti con Flavio Cipolla. Si è stabilizzato tra i top 100 e quest’anno ha toccato il best ranking (n. 70 ATP ad aprile), Quanto c’è di Santopadre nel nuovo Cipolla?
Oddio, che domanda! Questo bisognerebbe chiederlo a lui. Posso dire che mi rivedo molto in Flavio, come carattere e come tecnica. Per questo mi riesce più semplice trasmettere qualcosa a lui piuttosto che a un altro. In una piccola parte credo (spero!) di avergli dato qualcosa. Dove può arrivare? Mi auguro vivamente tra i primi 60. Secondo me può essere l’anno buono. Il segreto sta nella fiducia nei propri mezzi. Ha vissuto per anni sentendosi dire che ha fatto un miracolo senza avere mezzi eccezionali: sbagliato. I mezzi eccezionali ce l’ha eccome, altrimenti non sarebbe arrivato lassù. Se acquisisce questa consapevolezza, può fare ottime cose. Io vedo ancora margini di miglioramento. Due anni fa era numero 200 ATP e giocò una grande Serie A: gli dissi che aveva un rendimento da n. 70-80 ATP. Sono stato buon profeta, spero di esserlo anche stavolta.
 
E Nastassja Burnett? Dove deve migliorare, dove può arrivare, come procede la collaborazione con la madre?
Devo dare una notizia: le nostre strade professionali si sono divise. In questo momento è andata a fare la preparazione all’estero, in Belgio o in Germania, perchè aveva il desiderio di allenarsi con giocatrici del suo livello. Ha trovato una ragazza che la ospita ed ha scelto di andare. Io dico sempre che l’atleta deve essere egoista e fare le scelte che portano al meglio, anche perchè di carriera ce n’è una sola. Quindi le auguro ogni bene. Credo che con noi abbia fatto un buon lavoro. E’ cresciuta sul piano dei risultati (il 9 luglio è stata n. 135 WTA, oggi è 155, ndr) e ha fatto miglioramenti fisici importanti. Soprattutto, ha potuto giocare con continuità. Consapevoli della sua crescita, le avevamo proposto una consulenza ancora più professionale, da giocatrice “vera”, ma ha preferito un’altra soluzione. Vedremo in futuro che succederà. Di sicuro ha ampi margini di miglioramento ed è già a ridosso delle top 100. Può tranquillamente sfondare questo muro.