Archiviata l’accusa di omicidio nei confronti della giudice di linea Lois Goodman, indiziata per la morte del marito. Decisive alcune analisi. “Voglio tornare ad arbitrare”
Lois Goodman: "Non ho fatto niente"

 Di Riccardo Bisti – 2 dicembre 2012


Insufficienza di prove. E' la ragione che ha convinto i Pubblici Ministeri a chiedere l'archiviazione per il processo nei confronti di Lois Goodman, anziana giudice di linea arrestata lo scorso 22 agosto (alla vigilia dello Us Open), accusata di aver ucciso il marito. Resosi conto dell’assenza di prove per incriminarla, gli accusatori hanno ammesso di non essere in grado di procedere con le accuse. Per questo il giudice Jessica Silvers ha archiviato il caso. Grande gioia per la 70enne, che ha già fatto sapere di voler tornare sul campo da tennis. “Ho finalmente la sensazione di essere stata trattata in modo equo. Si è trattato di un terribile incidente” ha detto la Goodman. La vicenda ha avuto una forte risonanza perché la donna era stata prelevata dai poliziotti a poche ore dall’inizio delle qualificazioni dello Us Open, tanto che fece la sua prima apparizione in tribunale con l’inconfondibile polo Ralph Lauren, divisa ufficiale degli ufficiali di gara di Flushing Meadows. Sandi Gibbons, portavoce del Procuratore Distrettuale, ha rifiutato di rendere note le nuove informazioni che hanno convinto a mollare il caso.

L’avvocato difensore Alison Triessl pensa che i test effettuati dall’FBI siano stati decisivi per dimostrare l’innocenza della donna. Il caso è stato respinto senza pregiudizio, dunque potrebbe essere riaperto. Ma la Triessl è convinta che sia finita qui. “Siamo entusiasti: la mia cliente ha vissuto un inferno. Lei non ha ucciso nessuno, quindi giustizia è stata fatta”. Il capo della polizia di Los Angeles Charlie Beck ha detto che il caso rimane aperto e che la polizia continuerà ad effettuare le indagini. La Goodman era stata accusata di aver colpito a morte il marito 80enne con una tazza di caffè, mentre gli avvocati hanno sostenuto la tesi di una caduta accidentale. Alan Goodman sarebbe caduto dalle scale, poi avrebbe trovato la forza di distendersi sul letto, salvo essere trovato morto poco dopo. A sostegno di questa tesi, il fatto che il sangue sia stato trovato per tutta la casa. Scott Ross, investigatore privato assunto dalla difesa, ha detto che il famoso patologo Michael Baden ha esaminato il referto del medico legale, e sarebbe emerso che Goodman sia morto non per via delle percosse, ma per un attacco di cuore. “Semplicemente, il suo cuore era grande quattro volte tanto rispetto alla dimensione normale”. La coppia era sposata da 50 anni, aveva due figli adulti e risiedeva a Los Angeles, nella zona di San Fernando Valley. La morte risale ad aprile: in una prima fase, gli inquirenti hanno pensato a una caduta dalle scale, ma delle lesioni riscontrate sulla testa dell’uomo e ritenute “sospette” hanno giustificato un’indagine per omicidio. James Cohen, direttore dei programmi di difesa legale presso la Fordham University School of Law di New York, ha detto che “molto raramente” un caso del genere viene chiuso così in fretta. “Sembra che non abbiano alcun dubbio sul fatto che lei sia innocente, altrimenti non avrebbero agito così rapidamente”. A suo dire l’analisi del dottor Baden potrebbe essere risultata decisiva.

Grande gioia per la Goodman: “Voglio assolutamente tornare sul campo da tennis” ha detto, non prima di aver ringraziato parenti ed amici che l’hanno sostenuta nei pochi giorni di carcere e nelle sedute in tribunale. La sua certificazione come arbitro USTA scade a dicembre, ma potrà rinnovarla. In quel caso, potrebbe richiedere un ruolo di ufficiale di gara allo Us Open 2013. “Non ho fatto niente – ha detto – non ho colpito mio marito. Lo amavo”. Alison Triessl ha invitato la USTA a riprenderla a lavorare, ribadendo che si tratta di una “donna eccezionale il cui nome è stato infangato in tutto il paese. Ma oggi, si spera, tutti sanno che non ha fatto nulla ed è del tutto innocente”.

L'ARRESTO DELLA GOODMAN – 22 AGOSTO 2012