La FIT annulla il bando e si affida a RCS con un’azione discutibile ma legittima. Ufficializza il PalaRuffini, ma dovrà smentirsi. Sopralluoghi al PalaVela, che però avrebbe bisogno di una deroga. E intanto Biella…
Una veduta del PalaVela di Torino, impianto funzionale ma alto appena 10 metri
Di Riccardo Bisti – 5 dicembre 2012
L’ultima volta che l’Italia ha ospitato un match del World Group di Davis risale al 1998, finale contro la Svezia. Non mancarono le polemiche: Milano venne scelta al posto di Torino (che offriva di più) e si ricorda l’infelice battuta di Francesco Ricci Bitti, allora presidente FIT. Quando gli fecero presente il caro-biglietti (l’abbonamento minimo costava 200.000 lire), disse: “C’è la TV, e i giovani la finale possono guardarsela in televisione”. Dopo oltre 14 anni di oblio, Italia-Croazia sarà il primo match di World Group organizzato dalla FIT di Binaghi. Normale che si vogliano fare le cose in grande. Legittimo, anche giusto. Ma le polemiche non mancano. E si rischia di fare uno (o più) autogol. I fatti: pochi giorni dopo il sorteggio del tabellone, la FIT ha pubblicato – con apprezzabile trasparenza – il bando per l’organizzazione del match. Le offerte (base d’asta: 60.000 euro) dovevano pervenire entro il 31 ottobre. Si sono presentati in tre. Biella (con il Lauretana Forum, già sede di Italia-Ucraina di Fed Cup) e due offerte legate a Torino: una della Makers, società milanese guidata da Carlo Alagna, l’altra del gruppo editoriale RCS (lo stesso di Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera). Entrambe le proposte torinesi erano legate al PalaRuffini, impianto costruito negli anni 60 e ristrutturato nel 2004, capace di ospitare fino a 4.500 spettatori (per un evento del genere, è richiesta una capienza minima di 4.000 posti).
Tutto normale fino a quando si è diffusa la voce che la FIT avrebbe annullato il bando (a offerte già pervenute e macchine organizzative già partite) per organizzare in proprio l’evento con l’ausilio di RCS. Appresa la notizia, abbiamo contattato gli uffici federali. Ci è stato risposto che la scelta di optare per RCS è stata fatta nell’interesse dei tesserati, perchè la collaborazione con un gruppo editoriale così importante avrebbe giovato al movimento e avrebbe garantito una forte risonanza mediatica (Gazzetta, Corriere…) per un match di medio appeal. A corredo della risposta, ci è stata inoltrata la lettera inviata dal Segretario Generale Massimo Verdina agli altri due concorrenti. La pubblichiamo.
"Con riferimento al Bando, pubblicato in data 22/09/2012 sul sito www.federtennis.it, relativo alla presentazione di proposta per ospitare l’incontro di primo turno del World Group della Davis Cup 2013 contro la Croazia, si comunica che questa Federazione ha deciso di organizzare in proprio l’evento, senza ricorrere alla ospitalità di circoli affiliati e, di conseguenza, di ritirare il Bando in questione (così come consentitole da apposita clausola in esso prevista: "La FIT si riserva, a proprio insindacabile giudizio, in ogni momento, di non stipulare alcun accordo con i soggetti proponenti").
Tale determinazione è motivata dal fatto che la F.I.T., nell’interesse generale dei propri affiliati e tesserati, e con l’obbiettivo di perseguire la massima diffusione e visibilità mediatica dell’evento rappresentato dall’incontro di Coppa Davis, ha intenzione – cogliendo una opportunità manifestatasi negli ultimi giorni – di sottoscrivere uno strategico accordo di partnership con un primario Gruppo Editoriale internazionale multimediale; accordo che costituisce un’irripetibile opportunità per la propaganda del tennis in Italia.
Alla luce delle considerazioni che precedono, il Bando deve intendersi ritirato dal momento della comunicazione del presente avviso.
I depositi cauzionali infruttiferi versati dai proponenti saranno prontamente restituiti.
Certi che comprenderete la decisione della F.I.T. alla luce delle sopravvenute circostanze di fatto, in segno di gratitudine per l’interesse comunque manifestato per l’iniziativa, siete invitati a un incontro che concorderemo quanto prima, al fine di valutare future collaborazioni comuni, riguardanti Coppa Davis, Fed Cup ed altri eventi tennistici organizzati dalla Federazione."
Tutto vero. Nel bando c’è un passaggio che mette al riparo la FIT da qualsiasi rimostranza, almeno sul piano formale. “La FIT si riserva, a proprio insindacabile giudizio, in ogni momento, di non stipulare alcun accordo con i soggetti proponenti”. Si può discutere all’infinito sulla correttezza morale di una postilla del genere, ma non si può dire che i concorrenti non lo sapessero. Questo aspetto contrattuale obbliga i partecipanti a spendere energie – e denaro – con l’angoscia che i loro sforzi potrebbero essere vanificati in qualsiasi momento, non soltanto dall’esito dell’asta. Lo stesso esito, infatti, non è dettato esclusivamente da ragioni economiche, bensì la scelta può essere soggettiva. Il bando, infatti, dice anche: “Gli organi FIT competenti, considerate le offerte economiche e valutate le risultanze di ordine tecnico-organizzativo volte a garantire la migliore riuscita della manifestazione, procederanno, a proprio libero ed insindacabile giudizio, alla classificazione delle Proposte e alla conseguente scelta della Struttura per ospitare l’Incontro”. Significa che l’offerta economica non è l’unico parametro preso in considerazione. In altre parole, se una sede offre 150.000 euro e un’altra 80.000, può essere scelta la seconda “a libero e insindacabile giudizio” degli organi federali “valutate le risultanze di ordine tecnico-organizzativo”. Il concetto non è sbagliato, anche se espone a pericolose valutazioni di ordine soggettivo.
E’ giusto sottolineare la totale legittimità dell’operato federale. Ma è altrettanto giusto fare valutazioni di tipo morale. Come quelle che segnala Marco Aloi, gestore del Lauretana Forum di Biella (che si era candidato con il supporto del club “I Faggi” di Cosimo Napolitano, padre della giovane promessa Stefano). “Ancora prima che si conoscesse l’avversaria dell’Italia, parlammo con la FIT sull’eventualità di ospitare un altro match dopo Italia-Ucraina di Fed Cup – dice Aloi –. Si era discusso di Italia-Stati Uniti di Fed Cup, oppure di un match di Davis con un’avversaria del valore della Croazia. La Fed Cup è finita a Rimini, e appena è stata sorteggiata la Croazia ci hanno invitato a candidarci, dandoci ampie rassicurazioni sul fatto che saremmo stati noi a ospitare l’incontro. Sinceramente abbiamo partecipato con la certezza di vincere, anche perchè noi facciamo altro (io mi occupo di pallacanestro). Avevamo soltanto chiesto di non partecipare per fare numero”. E invece è stata scelta RCS…”L’idea di sposare un partner importante come RCS va bene. Non ho nulla in contrario. Ma perchè non fare la manifestazione con un soggetto che poteva vincere il bando? Bastava assegnare il match, poi il soggetto avrebbe trattato direttamente con RCS come media partner o co-organizzatore. Sinceramente mi è sembrata un’operazione bulgara”. Non fa i salti di gioia nemmeno Carlo Alagna, il cui impegno per organizzare il match a Torino era stato altrettanto importante. “Ho speso tempo e denaro per formalizzare l’offerta. Sono andato a Torino 12 volte, parlando con il sindaco, gli assessori allo sport del Comune e della Regione, le aziende che dovevano aiutare…sono spese che non rientrano”. Senza considerare che molti aspetti organizzativi pensati da Alagna sono quelli che la FIT avrebbe adottato, a partire dall’utilizzo del PalaRuffini, unico impianto di proprietà comunale (e quindi utilizzabile gratis). Per Alagna, organizzatore professionista, il ritiro del bando è stata una grossa delusione. “Ma sono abbastanza soddisfatto dell’incontro della settimana scorsa con la FIT. Abbiamo parlato con franchezza ed è stato raggiunto un accordo. Binaghi dovrà fare una proposta in Consiglio e vedremo se sarà approvata. Insomma, abbiamo instradato una trattativa. Vedremo come andrà, non sono ottimista nè pessimista”.
"Ci avevano dato ampie rassicurazioni sul fatto che avremmo ospitato l'incontro"
Marco Aloi, gestore Lauretana Forum
Prima di Alagna, come promesso nella lettera inviata da Massimo Verdina, la FIT aveva ascoltato anche Biella, rappresentata da Cosimo Napolitano. “Sono stato a colloquio con il presidente per un’ora – racconta Napolitano –. Ero forte del fatto che Italia-Ucraina è stato il miglior evento di Fed Cup nella storia della FIT. Abbiamo parlato, ci siamo chiariti e per me è finita lì. Sinceramente credo che Biella sia di gran lunga la sede migliore per questa partita. Lo abbiamo dimostrato e lo sanno, mentre a Torino ci sono un mucchio di problematiche. Offerte da Binaghi? No, nessuna, è una persona seria e sapeva che non era il caso. Personalmente non ho alcun problema con la FIT, anzi, applaudo la partnership con RCS. Ma sono convinto che Biella sia la sede migliore. E sono moderatamente ottimista sul fatto che Italia-Croazia possa ancora giocarsi al Lauretana Forum”. Boom. Ma come, l’incontro è già stato ufficialmente assegnato al PalaRuffini di Torino…”Non si giocherà lì. Non ha i requisiti minimi per ospitare un match di Coppa Davis – interviene Aloi – ha una struttura circolare, e per creare i 40 metri di campo richiesti dai regolmenti, bisogna eliminare le prime file. Con questa configurazione, si arriva a un massimo di 3.600-3.700 posti. Senza considerare che non ha spazi per realizzare aree commerciali e gli stand per gli sponsor come è previsto dai regolamenti dell’ITF”. Ecco il primo autogol: una nota ufficiale dello scorso 10 novembre aveva diffuso la notizia che Italia-Croazia si sarebbe giocata al PalaRuffini. Invece no. La FIT sarà costretta a comunicare una nuova sede.
"Sono moderatamente ottimista sul fatto che possa ancora giocarsi a Biella"
Cosimo Napolitano
E allora dove si giocherà? La priorità è quella di restare a Torino. Martedì mattina, alle ore 11, è stato effettuato un sopralluogo presso il PalaVela, impianto costruito nel 1961 e ristrutturato per le Olimpiadi del 2006, dove ha ospitato le gare di short-track e pattinaggio artistico. “Il PalaVela è un capannone spoglio, dove si può fare qualsiasi cosa – interviene Alagna – il problema è che non è di proprietà del Comune. Quindi richiederebbe costi molto più alti. L’organizzatore dovrà pagare impianto, affitto, tribune, allestimento del campo e tutto il resto”. E’ ancora più pessimistica la visione di Aloi. “Diciamolo chiaramente: il PalaVela non ha i requisiti per ospitare un match di Coppa Davis. E’ troppo basso, appena 10 metri. Il regolamento ITF prevede un’altezza minima di 12 metri. Per ospitare l’incontro dovranno chiedere una deroga, senza contare che probabilmente i prezzi dei biglietti saranno piuttosto alti. Giocare al PalaVela costerebbe un mucchio di soldi e sarebbe normale imporre dei prezzi alti per rientrare delle spese. A Biella, invece, abbiamo un impianto di 5.000 posti, perfettamente a norma, siamo forti di un encomio dell’ITF e per Italia-Ucraina abbiamo messo gli abbonamenti a prezzi incredibili: da 5 a 40 euro per entrambi i giorni”. A Biella osservano con attenzione l’evolversi degli eventi. Hanno dato la disponibilità e sarebbero pronti a subentrare in caso di necessità. “Quando ci hanno comunicato l’annullamento del bando noi eravamo prontissimi: backdrop, biglietteria, macchina organizzativa. Se dovessero cercarci di nuovo accetteremmo di buon grado”. Anche Cosimo Napolitano la pensa così. “Ho la presunzione di pensare che Biella sia l’unica sede possibile per questa partita. A noi interessa solo la buona riuscita del match, saremmo anche disposti a tirarci fuori dal business e lasciare ad altri l’organizzazione”. In effetti, il desiderio di giocare a Torino sembra una forzatura, se non altro perchè la città non ha un solo impianto a norma per la Davis. “E l’unico che potrebbe, il PalaIsozaki, è già saturo di eventi” dice Napolitano. Pare che nelle scorse settimane ci siano stati colloqui tra Angelo Binaghi e il sindaco Piero Fassino, desideroso di portare un evento di livello in città, anche in vista del 2015, quando Torino sarà la Capitale Europea dello Sport. La Coppa del Mondo di fioretto femminile non basta: la Davis sarebbe l’evento ideale, ma si rischia di andare incontro a deroghe su deroghe (oltre a spese non previste: questo sarebbe l’interesse dei tesserati?). Il ritorno dell’Italia nel World Group sarà una festa, e merita il palcoscenico migliore. Torino è una grande città e aspetta la Davis dal 1973. Ma quanto emerso mette in evidenza la totale sconvenienza a giocare in un impianto non a norma e a costi decisamente elevati. Dopo l’annuncio prematuro del PalaRuffini, un eventuale incontro al PalaVela sarebbe un altro autogol, forse ancora più clamoroso perchè metterebbe le mani in troppi portafogli. Un passo indietro, con un’assegnazione post-datata a Biella, potrebbe essere un ottimo modo per rimediare al papocchio. Dopo anni di riserbo e scelte discutibili, la FIT sembra più aperta a suggerimenti e proposte (ne sono testimonianza gli incontri di Binaghi con Napolitano e Alagna). Un passo indietro, ammettendo l’errore – e senza intaccare la (conveniente) partnership con RCS – sarebbe il modo migliore per rimediare agli autogol e offrire al pubblico il miglior prodotto possibile. E Biella si trova ad appena 60 km da Torino. Meglio il Lauretana Forum o le deroghe torinesi? A voi la scelta.
IL PRIMO AUTOGOL
La FIT ufficializza il PalaRuffini di Torino come sede di Italia-Croazia, ma dovrà smentire la notizia.
IL SECONDO (POSSIBILE) AUTOGOL
E’ stato effettuato un sopralluogo al PalaVela, ma la soluzione richiederebbe una deroga ITF (l’impianto è troppo basso) e avrebbe costi più elevati, con possibili conseguenze sulla biglietteria.
LA (POSSIBILE) SOLUZIONE
Il Lauretana Forum di Biella soddisfa ogni requisito, vanta una lettera d’encomio ITF e una macchina organizzativa collaudata e di provata efficienza.
IL PRECEDENTE
In occasione della semifinale di Fed Cup 2010 tra Italia e Repubblica Ceca, la FIT propose il consueto bando che venne vinto dal Circolo Tennis Pescara (che aveva messo sul piatto l’importante cifra di 82.000 euro). Appellandosi a un codicillo contrattuale, la Federtennis tolse il match alla città abruzzese e lo consegnò a Castellaneta Marina (per la terza volta in due anni). L’ITF, dopo aver già dato una deroga per la semifinale del 2007 (Italia-Francia), non diede il nulla osta perchè la località pugliese non soddisfa i requisiti per una semifinale mondiale. Allora la FIT organizzò l’incontro in proprio, al Foro Italico di Roma, durante le qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia. TennisBest raccontò la vicenda in esclusiva.
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