Liam Broady è la grande speranza del tennis britannico. Ma è cresciuto lontano dall’ambiente federale per una vecchia storia legata a sua sorella. Allora suo padre ha venduto casa per trovare i finanziamenti.
Liam Broady è dotato di un dritto molto potente
 
Di Riccardo Bisti – 16 dicembre 2012

 
C’è questa città, nel cuore dell’Inghilterra. Si chiama Stockport e potrebbe essere il crocevia del tennis inglese (e non britannico, già risollevato da Andy Murray). In questo angolo di 130.000 abitanti è nato il mitico Fred Perry. Ma è anche il paese dove è nato Liam Broady, grande speranza di un paese che sta disperatamente cercando di uscire da un lungo letargo tennistico. Le premesse ci sono: da junior è stato fisso tra i top 10. raggiungendo la finale a Wimbledon 2011 e Us Open 2012. Tra poche settimane si tufferà nel professionismo per sopraggiunti limiti di età. Niente più tornei junior, niente più coccole. Partirà da uno scomodo numero 879 ATP. Ma questo ragazzo biondo con l'orecchino da pirata ha una missione in più: difendere l’onore della sua famiglia. Una missione che gli spetta da 5 anni, quando ne aveva appena 13 e la LTA (la federtennis britannica) diffuse un comunicato in cui annunciava l'espulsione della sorella maggiore Naomi, accusata di “condotta poco professionale” e “mancanza di disciplina”. Insieme a lei, l’altro giocatore David Rice. I due avevano la colpa di aver pubblicato sul social network “Bebo” (Facebook e Twitter non avevano ancora preso piede) una foto dove apparivano dopo una notte di festa, con lei abbracciata a un distributore di preservativi e in abiti estremamente succinti. E anche i commenti erano di quel tenore. Dopo l’episodio, Naomi fu rispedita a casa, obbligando papà Simon a vendere la casa e a impegnarsi con tutte le forze per ottenere quei finanziamenti negati dalla LTA. L’astio nei confronti di Roger Draper, CEO della federazione, era talmente grande che la famiglia ha sempre rifiutato gli aiuti offerti per il piccolo Liam. "Volevano farci tornare nel recinto, ma io ho sempre detto di no" ha detto l'orgoglioso Simon  
 
Broady è dunque cresciuto fuori dall’ambiente federale per scelte di famiglia. “Ovviamente questo ti dà la motivazione per lottare di più, ma io devo essere concentrato solo sul mio tennis e non pensare a vicende politiche” ha detto Liam nel luglio 2011, intervistato dal Telegraph dopo la finale a Wmbledon Junior. Gioca a tennis dall’età di 4 anni e il padre si è preso carico di tutto. "Tutto quello che ho ottenuto, lo devo a lui". L’onore di famiglia è salvo, anche se Naomi si è comunque costruita una discreta carriera, sia pure lontana dei vertici. Ha vinto qualche torneo ITF è oggi è numero 291 WTA. A Wimbledon ha avuto il suo attimo di popolarità, quando alcuni spettatori l'hanno scambiata per Maria Sharapova. Gli obiettivi di Liam sono più alti, e lui lo sa. Per il resto è un ragazzo normale, con l’hobby inusuale (per un maschio…) dello shopping. Ben più prevedibile l’amore per il calcio, sublimato dalla passione per il Manchester City. Ama il nuoto, i McDonalds e le belle ragazze. Con il suo aspetto algido, pare che abbia già fatto notevoli conquiste nonostante la giovane età. Lo vedi giocare e capisci subito che è cresciuto per conto suo. Gioca benissimo di dritto, con il quale può fare di tutto, e ha un’ottima mano. In più, sa fare la cosa giusta al momento giusto. Una qualità che potrà tornargli utile. Ma ha un rovescio debole, facile da attaccare e poco incisivo in difesa. Deve anche migliorare il servizio, variegato ma poco potente e – soprattutto – leggibile. Come ogni junior, tende a demoralizzarsi quando le cose vanno male. Ma questi sono aspetti su cui dovrà lavorare.
 
Le aziende puntano forte su di lui. E’ già sotto contratto con Nike, che in Gran Bretagna doveva trovare un tesimonial da contrapporre al dominio Adidas sancito da Andy Murray. Tra i due ci sono sette anni di differenza: è ancora presto per dire se Liam potrà essere l’erede di Andy. Non è da escludere che possano giocare insieme in Coppa Davis, magari ridando vigore a una nazionale che era sprofondata in Serie C. Sono pronti a scommettere su Broady anche gli appassionati inglesi, che hanno riversato su di lui e sulle baby Watson e Robson le aspettative per una nuova età dell’oro dopo un periodo tremendo, in cui l’unico nome di un certo livello era Jeremy Bates. Poi è arrivato Tim Henman, sulla cui onda lunga è esploso Murray. E il vento è finalmente cambiato. Non dovranno mettergli fretta, anche perché l’età media dei top 100 si è notevolmente alzata. Ma quando ci sarà un cambio generazionale (e prima o poi succederà), Liam il biondo potrebbe essere tra quelli pronti a raccogliere il testimone.