Arantxa Sanchez lascia la poltrona di capitana di Fed Cup in solidarietà alle giocatrici. “Anche se non conosco bene i dettagli della loro protesta”. E adesso che succederà nella federtennis spagnola?
Arantxa Sanchez 12 mesi fa, nel giorno del suo insediamento
 
Di Riccardo Bisti – 18 dicembre 2012

 
In un’epoca di politici e dirigenti restano abbarbicati alle loro poltrone, un gesto di dimissioni fa sempre notizia. Mostrando un notevole coraggio, Arantxa Sanchez ha lasciato l'incarico di capitana della Fed Cup spagnola. Lo ha fatto sapere tramite un comunicato, in cui ha manifestato concreta solidarietà alle sette giocatrici che nei giorni scorsi hanno rotto qualsiasi rapporto “personale e professionale” con il presidente Josè Luis EscanuelaLa notizia arriva nove giorni prima che venga composta l’Assemblea che il 19 gennaio eleggerà il nuovo presidente RFET. Oltre a Escanuela, è candidato John Rigau. La tempistica rende ancora più fragoroso il gesto. La Sanchez aveva assunto l’incarico lo scorso dicembre: le sarebbe scaduto a fine 2013. In verità, non è stato un anno troppo positivo: la Spagna ha perso il posto nel World Group, cedendo alla Russia e arrendendosi nello spareggio contro la Slovacchia. Arantxa si è anche fatta notare per una serie di vicende extra-tennistiche, a partire dalla discussa autobiografia, in cui ha accusato i genitori di aver dilapidato quasi tutto il patrimonio vinto da giocatrice (la vicenda ha poi evitato in extremis di finire in tribunale). Lo scorso aprile ha anche avuto una polemica a distanza con Anabel Medina Garrigues, non convocata per il match contro la Slovacchia “Perché è una giocatrice abbastanza problematica. Non si trova bene con le altre giocatrici, e in Fed Cup non va bene”. Sarà un caso, ma la Medina è l’unica spagnola di vertice non aver aderito alla protesta di qualche giorno fa.
 
“L’ultimo episodio, con la rottura tra alcune giocatrici e la federazione è stato determinante per la mia decisione” recita il comunicato. “Sostengo le giocatrici nella loro protesta perché hanno chiesto il mio aiuto. Anche se non ho partecipato a nessuna riunione e non ho firmato nulla, non posso ignorare la loro voce e restare al margine”. Arantxa ha comunque ammesso di non essere perfettamente a conoscenza dei progetti di sviluppo per il tennis femminile. “Per questo non posso esprimere opinioni. Di sicuro ho effettuato il mio lavoro con la massima professionalità, come facevo da giocatrice. Riportare il tennis spagnolo femminile al vertice richiede un grande sforzo per tutti: RFET, federazioni locali e circoli. Ed è fondamentale il coinvolgimento delle giocatrici”. La Sanchez spera che le sue dimissioni servano a portare un cambiamento radicale. Da parte sua, la RFET ha diramato un breve comunicato dal sapore diplomatico: “La Real Federacion Espanola de Tenis accetta la rinuncia di Arantxa Sanchez Vicario al suo ruolo di capitana della Fed Cup e la ringrazia per il lavoro effettuato, così come le augura tutto il meglio per i suoi progetti presenti e futuri”. Non si conosce ancore il nome del sostituto, ma da più parti si fa il nome di Conchita Martinez. L’indizio più grande riguarda le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dalla diretta interessata, in cui ha detto di apprezzare la volontà delle giocatrici ma di non essere in condizione di rompere alcun rapporto con Escanuela. Oggi dice: “Rispetto molto la decisione di Arantxa, non penso sia facile fare una scelta del genere. Avrà avuto i suoi motivi. Ad oggi, nessuno mi ha proposto niente in modo formale”. L’ultima frase è più che un indizio: probabilmente è stata contattata, ma solo in modo informale. “Dovessero cercarmi davvero, mi piacerebbe informarmi e sapere che progetti ci sono a breve e lungo termine”. Attualmente la Martinez fa la commentatrice per Eurosport e porta avanti una collaborazione con la federtennis australiana, dando una mano ad Anastasia Rodionova.
 
Non c’è molto tempo, perché la Spagna tornerà in campo i prossimi 9-10 febbraio ad Alicante per affrontare l’Ucraina nel primo turno del World Group II. Il nuovo capitano (o capitana…) dovrà entrare rapidamente in simbiosi con le ribelli, altrimenti rischia di schierare una squadra tutt’altro che competitiva, Anabel Medina a parte. Di certo non è un momento facile per Josè Luis Escanuela, la cui leadership traballa paurosamente a un mese dalle elezioni. In Spagna c’è già qualcuno che ne invoca le dimissioni in virtù di questo episodio e di quello (ancora più clamoroso) in cui la federazione madrilena lo ha definito “persona non gradita” e gli ha vietato l’ingresso nelle proprie strutture. Viene fatta anche un po’ di demagogia, sottolineando la differenza tra i giocatori che si allenano, si sacrificano, soffrono e lottano in giro per il mondo, e i dirigenti che salgono e scendono dagli aerei e frequentano i migliori ristoranti. Tra il toro e il torero è facile schierarsi, d’istinto, per chi si gioca la vita. In questo caso sono le giocatrici, e il gesto di Arantxa vale moltissimo. Qualcuno ha scritto che la federazione deve essere al servizio dei giocatori, mentre secondo Escanuela sarebbe il contrario. Non sappiamo se sia davvero così. Quel che è certo è che il presidente dovrebbe replicare quanto prima alle bombe che gli vengono scagliate addosso. Il silenzio può alimentare qualche dubbio.