AMARCORD. E’ stato il cartone-cult degli anni 80, prima su Rete4 e poi su Italia1. La storia di Jenny la tennista, liceale scarsina e non troppo bella, ma capace di….
La mitica sigla iniziale di “Jenny la Tennista”
Di Gianluca Roveda – 21 dicembre 2012
Al principio si chiamava “Ace wo Nerae!”, che potremmo tradurre con “Punta all’ace!”. Era il 1973 ma in Italia è arrivata solo nel 1981, su Rete 4 con il titolo “Jenny la Tennista”. Realizzata in economia, sulla scia di varie produzioni nipponiche dell’epoca (basti pensare che gli attori davano la loro voce a più personaggi con un doppiaggio a tratti ridicolo), la sigla di Nico Fidenco è rimasta un pezzo d’antologia.
“Destra sinistra, sinistra destra / la folla guarda, grida e protesta / poi per la legge del fil di ferro / si svita il collo, si stacca la testa / destra sinistra, sinistra destra”
La notorietà è salita quando, l’anno dopo, la serie è stata spostata su Italia Uno, con il titolo “Jenny Jenny”. Le immagini non sono quelle a cui siamo abituati oggi e la tecnica di Jenny&Co. non è da Scuola Nazionale Maestri (pardon, Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”), però ci sono tutti gli ingredienti della favola giapponese per ragazzi: il sacrificio, le sfide, l’amore, le amicizie e, of course, la vittoria finale. Ve la ricordate la trama? In breve, Jenny è al primo anno del liceo Nishi della città di Yokohama e trascorre le giornate al circolo del tennis tra studio ed estenuanti allenamenti, in compagnia della sua inseprabile amica Mary. La ragazza ha una profonda ammirazione verso la stella del circolo, Reika Ross, studentessa del secondo anno, detta Madame Butterfly per la grazia con la quale esprime il suo grande talento. “Se il campo fosse un giardino allora Reika sarebbe una farfalla dalle ali dorate che danza serenamente nel vento senza sollevare nessuna polvere”. Sono le parole con cui Jenny descrive la sua amata compagna di scuola.
Nella vita di Jenny ci saranno due figure maschili fondamentali: Teddy (che diventerà il suo compagno nella seconda serie) e Jeremy, detto l’allenatore-demonio per gli estenuanti allenamenti a cui la sottopone. E poi la nemica Evelyn che alla fine si trasformerà in cara amica e Madame Butterfly, al principio la sua prima tifosa, poi la sua più acerrima rivale. Da ricordare quella mezzora storica, con Jeremy che obbliga Jenny ad eseguire mille servizi e lei che, proprio sull’ultimo, sviene dalla fatica. Ma sarà quella lezione che le consentirà di vincere il match più importante, quello che segna la prima sconfitta di Madame Butterfly, dopo quattro ore di battaglia. Nessun tennista anni 70-80 può aver dimenticato questa adolescente dai capelli scuri, non bella ma accattivante, che può ricordare la ragazzina più amata del proprio tennis club. Erano tempi in cui non esistevano gli effetti speciali e per questo tutto sembra più vero. Ne hanno tratto anche un film: da qualche anno, basta un clic su internet per trovare un cofanetto di DVD che comprendono l’intera storia. Un amarcord che vale la pena di vivere.
"Jenny Jenny", la seconda sigla, cantata da Cristina D'Avena
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