ESCLUSIVO! Quinzi raccontato da chi lo conosce bene: tecnici, avversari, manager, talent scout. Ognuno ci racconta pregi, difetti, difficoltà…e pronostica il futuro di GQ. Da non perdere.


Una delle poche sconfitte stagionali di Quinzi: la semifinale di Wimbledon Junior contro Luke Saville

Non si fa altro che parlare di lui. L'acronimo "GQ", ormai, è il più bramato del tennis italiano. Tutti aspettano Gianluigi Quinzi come e più di un Messia. E lui sta alimentando le speranze a suon di record di precocità. Gianluigi ha vissuto una stagione straordinaria. Non solo il Bonfiglio e la Davis Cup Junior, ma anche ottime prestazioni nei circuito futures. A 17 anni ancora da compiere, è a ridosso dei top 500 ATP. GQ sembra avere tutto: coraggio, mentalità, tecnica, margini di miglioramento…e si sono scomodati paragoni scomodi e illustri. Da più parti abbiamo letto cosa combinavano i vari Federer, Nadal, Djokovic e Murray alla sua età. Tuttavia, pochi addetti ai lavori si sono davvero addentrati nel fenomeno-Quinzi nella sua essenza più pura. Abbiamo provato a coinvolgerli noi, con questo dossier esclusivo pubblicato in estate su TennisBest Magazine. Vale la pena rileggerlo, tutto d'un fiato. E sarà bello riprenderlo tra qualche anno, quando avremo i riscontri di quanto detto dalla nostra maxi-giuria composta da giocatori, coach, talent scout e manager. Quattro domande secche, tra presente e futuro di Quinzi. Ecco cosa ci hanno risposto. Buona lettura.

UN GIUDIZIO SUL “FENOMENO QUINZI”
 
Federico Gaio (Giocatore, numero 542 ATP)
“Non lo conosco benissimo perché ha 4 anni meno di me. E’ un ottimo agonista, ha buonissimi colpi. E’ molto dotato e gioca bene. Forse deve imparare a gestire meglio le emozioni”.
 
Nicola Ceragioli (Coach internazionale, allenatore di Quinzi tra il 2008 e il 2009)
“Ha un’impressionante attitudine al lavoro. Era già così quando lo seguivo io, e aveva appena 12 anni! Nella parte tennistica e atletica fa paura, ed ha importanti qualità anche in termini di reattività ed esplosività. E’ un grande lottatore: a 12 anni vinceva tornei Under 14 in posti come Armenia e Turchia, inoltre vinse il Masters Mondiale Nike riservato agli Under 12”.
 
Massimo Capone (Giocatore, numero 1278 ATP, ha giocato con Quinzi al future di Pozzuoli)
“E’ un ragazzo abbastanza maturo. In campo è completo, non gli manca nulla. La gente gli sta molto addosso, ma lui si comporta normalmente. Sono soprattutto gli altri a creare il “Fenomeno Quinzi”. Gli organizzatori lo mettono sempre nei campi più importanti e negli orari più comodi: vogliono dare maggiore visibilità alle sue partite”.
 
Federico Torresi (Giocatore, numero 1136 ATP, ha giocato con Quinzi al future di San Remo)
“Ovunque va a giocare c’è grande attenzione. Si parla solo di lui. Tutti sperano che sia il nuovo numero 1 italiano. Ha grandi aspettative attorno a sé. Per la sua altezza si muove molto bene, ma dovrà lavorare bene sul piano fisico: essendo cresciuto in fretta si è un po’ ‘ingobbito’. Ha un buon servizio, il rovescio è naturale, il dritto può migliorare ma è già in grado di tirare molto forte. Rispetto a quelli della sua età è già ‘giocatore’. E’ questo che fa la differenza, ancor più della tecnica”.
 
Laura Golarsa (Coach internazionale, ex quartofinalista a Wimbledon)
“E’ scontato dire che ha un potenziale molto alto. Ha grandi doti di braccio e di velocità. Fisicamente è all’altezza: spero che non sia troppo fragile, ha avuto qualche problema in questo senso. Ma ha tutti requisiti per fare bene. Il più importante è che è già un vincente. E’ una qualità innata, non la puoi insegnare: lui ce l’ha. Ha una voglia impressionante, tanto che a volte va sovraritrmo. Con noi si è allenato senza problemi anche sotto la pioggia. In allenamento è molto umile, mentre in partita sa tirare fuori quel pizzico di sana arroganza”.
 
Stefano Dolce (Coach di Filippo Baldi, promessa azzurra coetaneo di Quinzi)
“Mi piace moltissimo per l’atteggiamento e la mentalità. Credo che la sua più grande qualità sia la forza mentale. I suoi miglioramenti partono tutti da lì. Ha gli obiettivi giusti e una gran voglia di arrivare. Per carità, ha 16 anni…e anche lui ha le sue paure. Ma tra i 16enni è quello con la mentalità migliore. Credo che sia solo all’inizio. Ha una grande capacità di gestire della partita.
 
Cosimo Napolitano (Papà coach di Stefano, promessa azzurra classe 1995)
“Gianluigi vive e sogna tennis. E’ innamorato della racchetta. Mi piace tanto, si allena bene e si esprime ancora meglio. Ritengo che sia molto futuribile, il più futuribile. Oggi è sulla bocca di tutti. E’ molto bravo, anche se nel momento in cui ti accorgi di esserlo devi dimostrarlo anche nel tempo. Io credo che lui possa riuscirci”.
 
Alessio Di Mauro (Giocatore, numero 411 ATP, ha giocato con Quinzi al future di Pozzuoli)
“Ci sono tantissime aspettative da parte di tutti: tecnici, fan, gli stessi giocatori…troppe. Dovrebbe essere lasciato tranquillo, è ancora giovane e deve pensare solo ad allenarsi. La vittoria al Bonfiglio è stata fantastica ma io andrei piano. Fuori dal campo dimostra i suoi 16 anni, mentre dentro è già più maturo. Mi piace il fatto che osservi quello che accade intorno a lui. E’ interessato, non distaccato, vuole capire il mondo di cui sarà protagonista”
 
Mosè Navarra (Ex Davisman, tecnico FIT responsabile degli Under 18)
“Il ragazzo ha ottime prospettive, ma non diamogli l’appellativo di fenomeno. Io di fenomeni in giro non ne vedo. Lo era Nadal, numero 100 del mondo a 17 anni. Quinzi ci darà grandi soddisfazioni, ma ci sono altri giovani promettenti come Donati, Napolitano, Baldi, Maccari…Lui è avanti sul piano dei risultati, ma bisogna andarci piano. E’ facile parlare e straparlare come accade nel calcio: se vinci qualcosa sei un fenomeno, se perdi due partite diventi un brocco”
 
Fabio Della Vida (Ex talent-scout per IMG, attuale consulente FIT)
“Lo conosco da quando aveva 7-8 anni. Suo padre mi chiese di metterlo in contatto con Bollettieri. E’ uno particolare, con grandi doti, si vedeva che sarebbe diventato un giocatore. Io mi auguro che possa diventare numero 1, sta lavorando per questo. Mi conforta il fatto che abbia importanti margini di miglioramento. In Italia c’è grande attesa perché siamo l’unico grande paese europeo senza un top 10. Di certo ci si aspetta troppo da lui: enfatizziamo una vittoria al Bonfiglio, che è prestigioca ma tra 5 anni non la ricorderemo più. Bisognerà essere meno euforici nelle vittorie e meno pessimisti nelle sconfitte. Ma in Italia, purtroppo, si esagera.”
 
I PUNTI FORTI E I PUNTI DEBOLI
 
Federico Gaio
“Ha tenacia, una voglia impressionante di fare le cose giuste e superare gli ostacoli. Punti deboli? Essendo ancora molto giovane, ha tante pressioni addosso e fa ancora un po’ fatica a superarle”.
 
Nicola Ceragioli
“Ancor prima delle qualità tennistiche, Gianluigi colpisce perché ha un atteggiamento incredibile. Farebbe di tutto per vincere una partita. Quando lo seguivo io c’era la supervisione di Piatti. In 30 anni di carriera, Riccardo aveva cacciato dal campo solo Silvia La Fratta. Il secondo è stato Gianluigi. Durante un allenamento aveva superato il limite. Voleva vincere a tutti i costi e faceva scenate incredibili. Non si riusciva ad andare avanti. Ti porta al limite, ha un’attitudine a vincere che fa spavento. Punti deboli? In allenamento è difficile fargli provare cose che possono farlo crescere. Durante un torneo volevo testare il suo grado di disponibilità e gli chiesi di giocare un serve and volley per ogni turno di servizio. Quanti ne ha fatti? Zero! Se c’è lotta non ci sono consigli che tengono, è disposto a morire pur di vincere. Quando non c’è tensione, al contrario, è un grande lavoratore. Ma la qualità era talmente alta che si lasciava correre anche quando non rispondeva a tutti gli input”.
 
Massimo Capone
"Taglia benissimo il campo. Io cercavo di portarlo il più lontano possibile dalla linea di fondo, perché col rovescio anticipa alla grande e ti toglie tempo. Fa cose incredibili, riesce addirittura a mettere i piedi dentro il campo. Con il dritto, invece, aspetta di più e ti dà una frazione di secondo in più. Il servizio è buono, la seconda palla salta molto. Deve migliorare la percentuale di prime palle. Non è velocissimo ma si muove bene, e poi è super-allenato: aveva benzina per andare avanti ancora a lungo, mentre al terzo set io ero piuttosto stanco”.
 
Federico Torresi
“Il rovescio è il suo colpo migliore, ma ho insistito ugualmente da quella parte perché il gioco lo fa soprattutto con il dritto: magari non ti lascia fermo, ma è un colpo molto pesante. E poi serve bene, aiutato dall’altezza. Se giochi lineare hai poche chance, mentre puoi metterlo in difficoltà con palle alte e pesanti. In quel caso è ancora portato a rischiare parecchio”.
 
Laura Golarsa
“Essendo cresciuto molto rapidamente, come accadde a Del Potro, si è un po’ “stortato”. Ha movimenti meno fluidi. Ne ho parlato col suo maestro e mi ha detto che ci stanno lavorando. Trovo che abbia un paio di difetti: gioca sempre il rovescio con le braccia tese, mentre a volte andrebbero piegate. Ha una sola misura di “leva” E poi nella preparazione del dritto gira la mano e la faccia della racchetta guarda verso il basso. Ma sono cose che si possono sistemare senza intaccare la velocità di braccio. Deve perfezionarsi, magari prendendo spunto da Del Potro che ci è riuscito alla grande. Le volèe sono ancora acerbe”.
 
Stefano Dolce
“Si costruisce il punto molto bene, ma privilegia ancora la soluzione di rimbalzo. Quando deve spingersi verso la rete ha mostrato ancora qualche incertezza. Migliorando in quella zona del campo potrebbe conquistare tanti punti facendo meno fatica. E’ fortissimo nella gestione della partita. Padroneggia alla perfezione le fasi di attacco e difesa. Mi piace come fa muovere l’avversario e come imposta il match. Per lui è una lotta, sfida l’avversario su ogni aspetto e fa le cose al momento giusto: per la sua età è una qualità eccezionale. Non conosco molti 16enni che sanno esattamente quando devono mettere in campo la prima palla”
 
Cosimo Napolitano
“Non amo dare un giudizio tecnico sugli altri. Apprezzo il suo gioco e vedo che è molto ben assistito sia dallo staff tecnico che dalla famiglia. Questo mi fa pensare che abbia grandi chance di migliorare e diventare un giocatore vero”
 
Alessio Di Mauro
“Il colpo migliore è il rovescio. Aggredisce bene la palla, taglia il campo e può mettere in difficoltà i destri che lasciano libero l’angolo alla loro destra. Sul dritto ha ancora margini di miglioramento. E’ prevedibile, capivo in anticipo dove avrebbe tirato. Da quella parte deve essere più vario. Il servizio è buono, soprattutto se relazionato all’età. La seconda palla è già sicura”
 
Mosè Navarra
“Si sta ancora formando. Il suo punto forte è la gestione del gioco, muove bene la palla. Con il rovescio anticipa molto, mentre il dritto è migliorabile ma già gli permette di completare gli schemi. Ha enormi margini di miglioramento ed è già maturo tatticamente: difficilmente tira tre palle di fila nello stesso angolo”
 
Fabio Della Vida
“Il punto forte è uno di quelli che non si possono insegnare: ha un grande cuore. Non si arrende mai, ci crede sempre, ha una grande capacità di concentrazione. E poi gioca benissimo i punti importanti. I colpi li deve migliorare tutti, in particolare deve tirare più forte con il dritto. Non vorrei che giocasse troppo per il presente e meno per il futuro. Io gli consiglierei di guardare sempre all’avvenire. Conta poco essere numero 2 del mondo Under 18. Ciò che conta è la classifica ATP.”
 
DIVENTERA’ IL TOP 10 CHE L’ITALIA ASPETTA DA 30 ANNI?
 
Federico Gaio
“Lo spero per lui e per l’Italia. Ma è presto per fare questi discorsi. La strada è molto lunga per quelli come me, figurarsi per uno che ha appena 16 anni”
 
Nicola Ceragioli
“Come potenziale ci metto la mano sul fuoco. Non avevo dubbi prima, non ne ho adesso e non ne avrò neanche se non ci arriva. Se si parla di potenziale io non mi stupirei di vederlo vincere uno Slam e diventare un giocatore tipo Del Potro. L’unico dubbio riguarda il “Sistema Quinzi” e le esigenze che la famiglia può nutrire su di lui. In fondo fu quella la ragione per cui smettemmo di allenarlo”.
 
Massimo Capone
“Quando abbiamo giocato pensavo che mi ‘portasse via’, ma poi mi sono reso conto di avere una mano migliore della sua, e questo mi ha permesso di andare avanti nel punteggio. Onestamente non mi sembra fortissimo sul piano tecnico, in passato ho visto dei giovani promettenti che facevano la differenza con il gioco, con la velocità. Lui è un bel ‘toro’, se giochi sul ritmo non sbaglia mai. Spero che arrivi tra i primi 100, altrimenti significa che c’è troppa gente che non capisce granchè di tennis. Best Ranking? Dovendomi sbilanciare dico intorno al…45”.
 
Federico Torresi
“Domanda difficile. Lo spero, ma purtroppo abbiamo avuto troppi esempi di fenomeni junior che poi si sono persi. Il tennis giovanile e quello professionistico sono due sport diversi. Bisogna andarci piano. Ci saranno le pressioni e il tennis che incontrerà sarà diverso da quello a cui è abituato. Però non gli manca niente: una famiglia solida, un bravo allenatore, uno staff che si occupa di lui. E’ serio, motivato, vive per il tennis. Ma ho visto tanta gente che doveva spaccare il mondo e poi…mentre giocatori sui quali non avresti scommesso un euro sono diventati forti. Io spero che entri nei primi 100. Ci sono tanti potenziali campioni, ma altrettanti fattori in ballo: magari non hai i soldi per andare avanti, magari ti infortuni…Ma a lui non manca niente. Mi viene da dire: se non arriva lui, chi arriva?”
 
Laura Golarsa
“Parlando di alcuni tennisti italiani, una persona piuttosto nota mi diceva che se fossero stati stranieri sarebbero entrati tra i top 30. Ne ho visti tanti che non sono arrivati: Trevisan, Virgili, lo stesso Della Tommasina…Non voglio aggregarmi al carro di chi dice dove arriverà Quinzi. Non è importante dove arriverà, ma sarà importante che arrivi al massimo del suo potenziale. Un potenziale non ancora definito. Ci sono tanti “se”: se migliorerà la tecnica, se non si farà male, se imparerà a gestire la pressione…Io gli direi di venire il meno possibile in Italia. Nadal e Federer alla sua età facevano più impressione, ma lui ha dei parametri molto alti. Vincere il Bonfiglio con due anni di vantaggio non è male, anche perché oggi gli Under 18 sono già dei professionisti. Bisogna investire tecnicamente e non mediaticamente”.
 
Stefano Dolce
“Credo che possa diventare il tennista più forte che l’Italia abbia mai avuto. Di sicuro può diventare un punto di riferimento, un esempio a livello mentale. In tanti giocano bene, ma se c’è uno su cui scommetterei è proprio Gianluigi. Penso che possa entrare tra i primi 10, con punte tra i primi 5”.
 
Cosimo Napolitano
“Non mi sento di sbilanciarmi. Il passaggio al professionismo è molto delicato. Dovranno trovare le chiavi giuste per fare uno step dopo l’altro. E’ un’atleta interessantissimo, ha grandi potenzialità e può dare belle soddisfazioni all’Italia. Ma la storia recente insegna che quando senti una proiezione positiva devi stare doppiamente attento e concentrato su quello che fai”.
 
Alessio Di Mauro
“Ce lo auguriamo tutti. Penso che possa entrare tra i primi 100, poi vedremo. Per dire altro aspetterei un paio d’anni, anche perché in passato abbiamo visto tanti giocatori dalle grandi aspettative che poi hanno deluso. Lui è molto concentrato su se stesso, non legge i giornali né si fa influenzare da quello che dice la gente. Più sta lontano dalle pressioni e meglio è. Adesso è giovane, amato, ma con le sconfitte arriveranno le critiche. Penso a un Bolelli, sempre criticato perché ci si attende molto da lui. Non è facile giocare con la pressione di dover dimostrare chissà cosa”
 
Mosè Navarra
“Non mi sbilancio, anche perché il mio ruolo mi impone un certo equilibrio. E’ un giocatore con potenzialità importanti, ma abbiamo visto tanti giocatori che si sono persi e molti altri che sono arrivati quando nessuno ci avrebbe scommesso. 10 anni fa chi pensava che Ferrer sarebbe diventato numero 4? Lui ha 16 anni e deve lavorare tantissimo, senza dimenticarsi che il professionismo è un’altra cosa. Sarà molto importante evitare infortuni”
 
Fabio Della Vida
“Ci vorrebbe un indovino. Sarà un buon giocatore e ha le possibilità per diventare numero 1, ma da qui ad arrivarci è dura. Mi sta simpatico, quindi dico che può diventare numero 1. Credo che un giocatore possa sentirsi realizzato se arriva al 100% delle sue possibilità. Furlan è stato numero 19 perché evidentemente non aveva le capacità per diventare 18. Credo che Quinzi raggiungerà il top delle sue possibilità. Se diventerà numero 100, significa che non aveva la possibilità di diventare numero 99”
 
QUALI SARANNO LE DIFFICOLTA’ MAGGIORI CHE INCONTRERA’ NEI PROSSIMI ANNI?
 
Federico Gaio
“La difficoltà più comune è il passaggio dai tornei junior alla giungla dei futures e dei challenger. Nei futures, in particolare, c’è gente con grande esperienza. Se riuscirà a uscire in fretta dai futures avrà fatto un grande salto di qualità. Ogni posizione ATP guadagnata è una grande conquista”.
 
Nicola Ceragioli
“Non vedo grandi ostacoli. Bisognerà vedere come gestirà le sconfitte, soprattutto in un contesto come quello italiano, dove in un attimo passi da “fenomeno” a “brocco”. Nei futures potrà perdere con qualche giocatore d’esperienza e gliene diranno di tutti i colori. I più forti vanno oltre le critiche, ma lui avrà una pressione infinita. Sono cose normali, ma da noi è tutto più complicato. Lui avrà il vantaggio di passare poco tempo in Italia. Lo vedo bene, sinceramente non ho nessun dubbio”.
 
Massimo Capone
“Lo vedo molto tranquillo. E’ circondato da persone che ci tengono tanto, l’allenatore lo segue tantissimo, addirittura gli dipinge il marchio della racchetta sulle corde. Insomma, credo che non abbia tanti pensieri. Spero che non gli mettano fretta. La pressione c’è ma credo che siano più i vantaggi che gli svantaggi. Gli auguro di riuscire a prendere soltanto i vantaggi”
 
Federico Torresi
“La difficoltà più grande? Rimanere con i piedi per terra. Ha vinto belle partite a livello future, ma la strada è ancora lunga. Arriveranno periodi in cui non vincerà una partita, cosa a cui non è abituato. Oggi gioca 5 partite a settimana, dovrà essere bravo a non demoralizzarsi quando ne giocherà una o due. Altra cosa fondamentale: restare il più umile possibile e non vedere ogni sconfitta come una tragedia”
 
Laura Golarsa
“L’impatto con la non vittoria, che prima o poi arriverà. Non vedo altre problematiche perché ha dei parametri talmente alti che lo hanno già abituato alla pressione. Giocare la finale al Bonfiglio davanti a 2.000 persone è come fare 2-3 turni al Roland Garros. Sarà molto importante anche il ruolo della famiglia: nessuno dovrà perdere la testa”
 
Stefano Dolce
“Dovrà essere bravo a gestire i risultati. C’è il rischio, non dico di montarsi la testa, ma di farsi travolgere dalla pressione. Ma sono ottimista perché ha una mentalità orientata ad andare avanti. Se diventerà numero 5 del mondo non si accontenterà: lavorerà ancora più duramente per diventare numero 1. Sono sicuro che raggiungerà il top delle sue possibilità. Se potrà diventare numero 1 diventerà numero 1, se potrà diventare numero 7 diventerà numero 7. Tirerà fuori il massimo, forse anche di più. Un ostacolo sempre dietro l’angolo sono gli infortuni. Il tennis toglie tante energie, quindi dovrà dosarsi e arrivare negli “anni buoni” nel pieno delle forze. E’ molto forte ma sta già sfruttando parecchio il suo corpo”.
 
Cosimo Napolitano
“Sinceramente non vedo grandi difficoltà. E’ un ragazzo sano e un agonista pazzesco. Incontrerà gli ostacoli tipici del tennis: dovrà migliorare la fisicità, crescere tecnicamente e mettere ordine nel suo gioco. Sono convinto che farà una grande carriera se continuerà ad essere se stesso. Questo discorso non riguarda solo Gianluigi, ma tutti gli altri ragazzi più promettenti, sia uomini che donne”.
 
Alessio Di Mauro
“Sono ottimista. Ha 16 anni ha già capito che deve affrontare il mondo dei challenger e dei futures. Gli servirà per rendersi conto che è un mondo diverso da quello a cui è abituato. Nei tornei giovanili trovi dei ragazzini senza esperienza, la stessa esperienza che gli manca ancora. Credo che il passaggio al professionismo possa dargli noia, ma si sta già inserendo. In passato i nostri junior hanno giocato troppi tornei giovanili guardando la classifica, senza rendersi contro che il mondo vero è quello dei tornei ATP. Credo che supererà lo scoglio abbastanza bene, poi è seguito da un ex giocatore: avere una persona di riferimento è un aiuto in più”
 
Mosè Navarra
“Non credo che troverà grandi ostacoli. Ha grandi capacità agonistiche, è già bravo a superare le difficoltà. I problemi saranno quelli tipico del tennis: restare sano, lavorare bene, trovare persone di cui si fida. E non deve avere fretta, restare distante dalle pressioni. Dovrà pensare solo a se stesso e a crescere. Se a un certo punto sarà numero 150 e non 50 non dovrà pensare di essere un fallito. Alla sua età bisogna soltanto lavorare e programmare”.
 
Fabio Della Vida
“Le ha già superate. A lui non importa niente di quello che dice la gente, va dritto per la sua strada. Assorbe meglio degli altri la pressione dei media. Ci ho passato una settimana insieme in Argentina, mi ha colpito questo aspetto. Gli altri guardano se c’è la foto sul giornale, lui se ne frega. Molti non hanno capito che il tennis di oggi non è come quello di 10 anni fa, quando vincere il Bonfiglio era garanzia di arrivare. Oggi c’è tanto fisico e poca tecnica. Magari ci si aspetta che giochi Roma e Wimbledon tra 2 anni, ma se ci arriva tra 4-5 non succede niente. Dobbiamo solo aspettare la sua completa maturazione.