AUSTRALIAN OPEN – La cinese strozza in gola i grugniti alla Sharapova: 6-2 6-2. Capolavoro di Carlos Rodriguez. In finale con la Azarenka, che vince con qualche polemica.
Na Li non aveva mai strappato un set alla Sharapova sul cemento all’aperto
 
Di Riccardo Bisti – 24 gennaio 2013

 
Se i risultati sono questi, i giornalisti fanno bene a chiedere di coach Carlos Rodriguez a ogni conferenza stampa di Na Li. Lei ci ha scherzato su, dicendo che il preparatore atletico si è offeso perché nessuno parla di lui. Gliel’ha chiesto persino Rennae Stubbs in una festosa intervista sul campo. La cinese deve essersi ricordata delle rimostranze e ha cinguettato: “Ho un allenatore e un preparatore atletico molto severi…ma adesso non si devono preoccupare: adesso sarò io a spingermi da sola”. Era ebbra di gioia dopo aver massacrato Maria Sharapova in una semifinale dallo sviluppo inatteso, quasi clamoroso. La Sharapova era nettamente favorita, anche in virtù del percorso in questo torneo. Aveva battuto record su record, cedendo appena nove giochi in cinque partite, rifilando cappotti a destra e a manca. Senza contare i precedenti, che la vedevano avanti 8-4 ma addirittura 5-0 sul cemento all’aperto. Insomma, non c’erano indicatori che facessero pensare al successo della cinese. E invece qualcosa c’era: un piccolo uomo argentino, genio di tattica, tecnica e motivazione. Uno che sa benissimo come si batte la Sharapova, visto che la sua storica allieva Justine Henin l’ha sconfitta sette volte su dieci. Non era andato giù, a Rodriguez, quel 6-4 6-0 che la russa aveva rifilato a Justine nei quarti del 2008. La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ed ecco la rivincita, un fragrante 6-2 6-2 in cui la Sharapova è sta annichilita dalla Li. Un dominio, dalla prima all’ultima palla. Masha ha esordito con un doppio fallo e ha chiuso con un brutto errore in risposta. In mezzo c’è stata una partita a senso unico che regala alla 30enne di Wuhan la seconda finale all’Australian Open dopo quella del 2011, quando perse da Kim Clijsters. “Non so cosa succeda, ma quando vengo in Australia gioco sempre bene. Grazie a tutti!”. Una dichiarazione d’amore a cui la Rod Laver Arena ha risposto con un lungo applauso.
 
Na Li è stata perfetta, sia tatticamente che tecnicamente. Muoveva il gioco senza fretta, impediva alla Sharapova di mettere i piedi sulla piazzola di tiro e colpire da ferma. Un break al primo gioco l’ha subito fatta scappare via. Una bella risposta incrociata le ha dato il secondo break, foriero di un 4-1 pesante. Nel sesto game la Sharapova si è riavvicinata. In altri tempi, la Li avrebbe avuto paura si sarebbe fatta riacchiappare. Niente di tutto questo. Ha strappato il servizio per la terza volta alla siberiana e ha chiuso il primo set in 48 minuti. C’è stato un po’ di equilibrio a inizio secondo, spezzato da un break al quinto gioco che ha spalancato alla cinese le porte della finale. Si sono viste cose incredibili: la Sharapova che sparacchiava fuori (soprattutto in lunghezza) quando lo scambio superava gli 8-10 colpi. Di solito, gli schiaffeggiamenti da fondocampo finiscono con un vincente accompagnato da un grugnito. Stavolta no. E poi il dritto della Li: doveva essere il punto debole, il bancomat da cui attingere, invece è stato l’arma in più. Era micidiale soprattutto in direzione anomala. Anche in questo si è vista la mano di Carlos Rodriguez. Nel primo matchpoint, addirittura, la cinese si è spostata per giocare di dritto una palla alla sua sinistra. Manco fosse un Ferrer qualsiasi. Ha sbagliato il colpo, ma è il gesto che conta. Questa Na Li fa paura: se continua così, può battere Victoria Azarenka e vincere il torneo. Poco importa che sia sotto 5-4 nei precedenti e abbia perso gli ultimi quattro. Anche perchè contro la Sharapova ha vinto ai vantaggi 9 dei suoi 12 game. Se non è classe questa…
  
E poi è simpatica da morire, a differenza di tante colleghe. Le hanno chiesto: “Ma che hai mangiato a colazione per giocare così?” e ha risposto: “Niente di speciale, giusto un po’ di frutta. Mi sono tenuta leggera perché devo perdere qualche chilo”. Non poteva mancare una battuta sul marito, sempre più macchietta del Clan Li. “Beh, non mi allena più ma fa cose utilissime come preparare le bibite e sistemare le racchette. Volete sapere se russa ancora? Devo ringraziare gli organizzatori, perché mi hanno dato una camera molto spaziosa. Se per caso lo sento russare lo caccio nell’altra stanza!”. Come si fa a non fare il tifo per una così? A maggior ragione se viene dalla Cina, il paese dove ti inquadrano fin da piccolo e ti obbligano a giocare i National Games anche se sei reduce da un infortunio e hai un mucchio di impegni. Ma anche il governo cinese ha capito che non conviene mettersi contro Na Li: quest’anno la lasceranno in pace. Semmai le prepareranno un’altra accoglienza trionfale se dovesse vincere l’Australian Open. Nel match clou se la vedrà con Victoria Azarenka, brava a superare Sloane Stephens con il punteggio di 6-1 6-4. La bielorussa ha giocato con grande attenzione ed è sempre stata in vantaggio, anche se il secondo set è stato un dramma. Prima una storta alla caviglia e poi un indefinito problema fisico l'hanno condizionata negli ultimi game. Avanti 5-3, ha sciupato cinque matchpoint nel nono game e ha finito col perdere il servizio. Sul 5-4 ha chiesto un medical time-out. E' uscita dal campo per farsi trattare e ha interrotto il gioco per quasi dieci minuti. Il pubblico non ha gradito. La Stephens non aveva più margine, e ha ceduto alla tremarella. Il pubblico era tutto per lei e ha accolto con freddezza il successo della Azarenka. "Ho avuto una fifa blu, non potevo perdere questa partita dopo aver avuto così tante occasioni" ha detto nell'indifferenza generale. Per restare numero 1, tuttavia, "Vika" dovrà vincere il torneo. In caso contrario, lo scettro del tennis femminile passerà a Serena Williams. Sabato sera (le 9.30 in Italia), avrà tutti contro. La gente di Melbourne ha già scelto per chi tifare.