La semifinale a Bogotà, persa al fotofinish contro la Jankovic, può segnare il ritorno nel tennis che conta. Ma adesso deve trovare continuità. Baires: Bolelli-Fognini in finale.
Karin Knapp durante il match contro Jelena Jankovic
Di Riccardo Bisti – 24 febbraio 2013
Il torneo WTA di Bogotà non è esattamente il più competitivo del circuito. Tuttavia, può essere un ottimo banco di prova per trovare fiducia. La pensava così Flavia Pennetta, che ha scelto la Copa Claro Colsanitas per riprendere dopo sei mesi di stop. Anche Francesca Schiavone è andata in Colombia per mettere fine al momento-no (c’è riuscita solo in parte). Alla fine, questo torneo sarà ricordato per la buona semifinale ottenuta da Karin Knapp. Nell’anno in cui compirà 26 anni, l’altoatesina è a un bivio: vivacchiare nei tornei minori oppure tornare dove era arrivata a cavallo tra il 2007 e il 2008, quando raggiungeva la finale ad Anversa ed entrava tra le top 40. Poi è stata sommersa dalla sfortuna: due piccoli interventi al cuore (il problema emerse durante le visite CONI per l’idoneità olimpica per Pechino 2008) e gli infiniti problemi al ginocchio ne hanno tranciato la carriera. Pochi credevano in una rinascita, forse nemmeno lei. Poi ha incontrato Francesco Piccari e si è innamorata di lui. Appesa la racchetta al chiodo, Piccari ha iniziato a seguirla come coach e ne ha ricostruito le basi. Abbandonato l’Alto Adige (dove per anni è stata seguita da Marco Boesso), si è spostata in Lazio ed ha assunto pure un curioso accento romano. L’anno scorso sono arrivate le prime avvisaglie della ripresa: semifinale all’Estoril, vittoria sulla Vinci a Roma…ma il problema della “nuova” Knapp è la continuità. Alternava buoni match a prestazioni disastrose. Sul finire del 2012 si è riscattata, guidando il Club Nomentano allo Scudetto nel Campionato di Serie A1, e quest’anno ha riassaporato il clima del grande tennis tornando in Fed Cup. Non ha giocato, ma ha parlato della settimana riminese con lo stesso entusiasmo di Bernardette quando si riferiva alla Madonna.
E allora non c’è da stupirsi se a Bogotà ha colto una semifinale che può rilanciarla, e pazienza se la corsa si è interrotta per un pelo contro Jelena Jankovic. La ex n.1, scesa in 24esima posizione, si è imposta col punteggio di 3-6 6-1 7-6 ma ha dovuto lottare duramente, contro una Knapp che per lunghi tratti ha giocato meglio di lei. “Nel primo set ha servito in modo incredibile – ha ammesso la Jankovic – in generale, oggi ha giocato proprio bene. Per fortuna mi sono ripresa nel secondo, mentre il terzo sarebbe potuto andare in un’altro modo. Ero un po’ nervosa”. La Jankovic andrà a caccia del 13esimo titolo in carriera contro Paula Ormaechea, giovane argentina alla sua prima finale WTA. Nell’altra semifinale, la Ormaechea ha superato la carneade brasiliana Teliana Pereira (n. 156 WTA), prima carioca a conquistare una semifinale WTA addirittura dal 1990, quando Luciana Corsato fece altrettanto a San Paolo. Tornando alla Knapp, non è il caso di farsi illusioni: per giungere in semifinale non ha battuto neanche una top 50 (l’avversaria di più alta classifica sconfitta è stata Lourdes Dominguez Lino, n. 53), ma Bogotà può essere il punto di partenza per una rinascita che deve basarsi sulla continuità. Perchè il livello è già tornato: da fondocampo, la Jankovic era spesso in difficoltà ed è stata aiutata dalle ingenuità di Karin, soprattutto con il servizio e con un dritto un po’ ballerino. Se Piccari saprà sistemare certi dettagli, l’Italia avrà ritrovato una giocatrice di buon livello in un momento in cui ce n’è davvero bisogno.
BOLELLI-FOGNINI IN FINALE A BAIRES
Nel frattempo, l’Italia del tennis è impegnata su più fronti in America Latina. Gianluigi Quinzi sta tentando le qualificazioni al challenger di Salinas, mentre il doppio Bolelli-Fognini è in finale a Buenos Aires. Gli azzurri, già semifinalisti all’Australian Open, hanno battuto gli ostici Marach-Zeballos con un doppio 7-6 e si giocheranno il titolo contro l’americano Nicholas Monroe e il tedesco Simon Stadler. Fabio e Simone partono decisamente favoriti. Nel frattempo sono scattate le qualificazioni al torneo combined di Acapulco. In campo maschile, brutte notizie per Potito Starace. Il campano fatica a trovare la forma migliore e si è arreso al russo Teymuraz Gabashvili con il punteggio di 6-3 6-4. Tra le donne, accede al secondo turno Nastassja Burnett, che ha avuto bisogno di tre set per battere la polacca Magda Linett (n. 284 WTA) con il punteggio di 6-2 5-7 6-2, peraltro dopo aver sciupato un vantaggio di 5-1 nel secondo. Al secondo turno, “Asia” se la vedrà con Maria Josè Martinez, ex campionessa del Foro Italico, che ha superato Corinna Dentoni con un doppio 6-4. Nei tabelloni principali di Acapulco ci saranno parecchi italiani: Fognini, Bolelli, Lorenzi e Volandri tra gli uomini, Pennetta, Schiavone e Knapp tra le donne.
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