Il serbo rifila un netto 6-0 6-3 ad Andreas Seppi e vola in semifinale a Dubai. Attento e concentrato, non ha concesso nulla. Sedicesima vittoria consecutiva, la decima contro Seppi.
Andreas Seppi ha evitato il doppio cappotto. Di più non poteva fare
Di Riccardo Bisti – 28 febbraio 2013
La sfortuna di Andreas Seppi è maturata nel secondo set di ieri, quando Novak Djokovic si è preso un quarto d’ora di vacanza contro Roberto Bautista Agut. Nole è in gran forma, sembra tornato quello del 2011. E’ imbattuto da novembre ed è saldamente al numero 1 ATP. Ma contro lo spagnolo si è fatto trascinare al tie-break dopo aver condotto 6-1 5-3 e sciupato diversi matchpoint sul 5-4. Quasi un’onta, di questi tempi. E allora è sceso in campo contro Seppi attento e concentrato, come se fosse una finale Slam. I due sono rimasti in campo per 64 minuti ed è stato un massacro per Andreas, accompagnato a Dubai da coach Massimo Sartori. Che il match fosse difficile, quasi proibitivo, si sapeva. In precedenza si erano affrontati nove volte e aveva sempre vinto il serbo. C’erano stati soltanto due episodi davvero combattuti. Il primo, a Rotterdam 2006, quando Nole era ancora un bambino, e il famoso ottavo del Roland Garros 2012. Ma allora Seppi era in condizioni stratosferiche. Non che adesso stia giocando male, ma il cemento all’aperto è LA superficie di Djokovic. Per la verità, Andreas è sceso in campo determinato, quasi volitivo. Ha avuto una palla break nel game d’apertura, facendo sperare in un match almeno combattuto. Ma Djokovic, completo grigio e aria severa, non era di questo avviso. L’ha annullata e ha iniziato a tritare l’italiano con le sue progressioni e una condizione fisica eccezionale. Il primo set si è chiuso con un cappotto, frutto di un parziale di 27 punti a 11. Non si può neanche dire che Seppi giocasse male. Semplicemente, Djokovic giocava su un altro pianeta. “Da quale pianeta sei arrivato, barilotto cosmico?” urlava Victor Hugo Morales, il radiocronista argentino che commentò il gol di Maradona all’Inghilterra ai Mondiali del 1986. Ecco, oggi avrebbe detto le stesse cose per Djokovic, magari trovando un sostantivo più adatto di “barilotto”.
A quel punto, l’obiettivo di Seppi era evitare il double bagel. Sotto 0-6 0-1, ha preso un bel respiro e ha dato tutto per tenere il turno di battuta nel secondo game. Ha annullato un paio di palle break, ha giocato a viso aperto…e alla fine ce l’ha fatta. Ha pagato lo sforzo nei successivi tre game, concendendo a Djokovic l’unico break del secondo set. Sul 6-0 4-1, Nole ha pensato bene di alzare il piede dall’acceleratore. Sul 4-2, Seppi è stato addirittura 15-30 sul servizio di Djokovic, ha portato il game ai vantaggi…ma non c’è mai stata l’illusione che il match potesse cambiare. Uno schiaffo al volo ha sancito il risultato finale, regalando a Djokovic la 16esima vittoria consecutiva e un posto in semifinale contro Juan Martin Del Potro, che in precedenza aveva superato senza patemi il tedesco Daniel Brands. Djokovic partirà favorito, non solo in virtù dei precedenti (7-2, anche se in realtà sarebbe 7-1 perché c’è stato un ritiro in Coppa Davis) ma perché Del Potro ha incontrato qualche difficoltà al primo turno contro Baghdatis, cancellando addirittura tre matchpoint. La storia è piena di giocatori che hanno vinto tornei dopo aver annullato palle match, ma l’impressione è che attualmente ci sia un bel margine tra il serbo e l’argentino. l'altra semifinale vedrà di fronte Tomas Berdych e Roger Federer: il ceco ha affrontato Dmitry Tursunov per la seconda volta in cinque giorni, ma il risultato non è cambiato: a Marsiglia gli aveva lasciato tre giochi, a Dubai lo ha rispedito a casa con un netto 6-3 6-1. Berdych punta a diventare il secondo ceco a vincere negli Emirati, 20 anni dopo Karel Novacek. Ma per riuscirci ha davanti a sé un K2, a partire dalla semifinale contro Roger Federer, che nell'ultimo match ha spazzato via Nikolay Davydenko, accompagnato a Dubai dalla moglie Irina e – soprattutto – dalla piccola Ekaterina.
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