CLAMOROSO: Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, ha rivelato di essere stato ad un passo dal prendere in mano il tennis insieme a Becker e Tiriac. Voleva rivoluzionarlo!
Bernie Ecclestone, 82 anni, a colloquio con Boris Becker
Di Riccardo Bisti – 27 marzo 2013
Una decina d’anni fa il tennis stava per cambiare. Lo rivelano le dichiarazioni-shock di Bernie Ecclestone, patron della Formula 1. “Stavo per prendere in mano il tennis mondiale” ha detto al sito britannico Sportsvibe. La notizia è talmente clamorosa da far pensare a un pesce d’aprile anticipato. Eppure sembra tutto vero. Poco dopo aver preso definitivamente in mano la Formula 1 (nel 2000, la FIA ha concesso alla sua Formula Ona Management la gestione dei diritti televisivi per ben 110 anni), Ecclestone creò un “triumvirato” con Boris Becker e l’onnipresente Ion Tiriac per prendere in mano il tennis mondiale. A suo dire, le trattative con la federazione internazionale sarebbero franate perchè l’ITF avrebbe chiesto troppi soldi. Affermazione curiosa se a pronunciarla è un uomo con un patrimonio personale di oltre 2 miliardi di dollari. In cosa consisteva il progetto-Ecclestone? L’obiettivo era scardinare regole secolari per rendere il tennis un prodotto più televisivo, appetibile, interessante. Argomento di cui si parla da anni, senza peraltro trovare risposte convincenti. Se il trio Ecclestone-Tiriac-Becker avesse preso il comando del tennis, sarebbe cambiato tutto. “Il tennis doveva essere più orientato verso la fruibilità televisiva – ha detto Ecclestone – avremmo abolito la seconda di servizio e, soprattutto, avremmo creato un limite temporale per le partite, in modo che tutto fosse programmabile. Tutti avrebbero saputo, a partire dalle emittenti televisive, orario di inizio e fine di un incontro. Dopo un’ora sarebbe arrivato il gong e la partita sarebbe finita, un po’ come nel calcio”.
Il progetto non finiva qui: gli incontri sarebbero stati segmentati in 2-3 blocchi, magari di 20 minuti ciascuno. Sarebbe stato un mix tra l’intervallo nelle partite di calcio e i time-out in basket e pallavolo. “Mi rendo conto che sarebbe stato un cambio radicale, ma lo sport ha bisogno di cose di questo tipo. Anche se devo ammettere che il tennis è un po’ migliorato dai tempi dei nostri colloqui. Avrei dovuto puntare sul tennis femminile. Sarebbe stato più economico”. La bomba atomica non è esplosa, ma vedere cosa c’era dentro è ugualmente scioccante. Il tennis convive da tempo con una natura anacronistica: il gioco, in sostanza, è lo stesso brevettato dal Maggiore Walter Clopton Wingfield nel 19esimo secolo. Hanno cambiato qualcosa, ma sono palliativi. Il coaching nella WTA, l’ammissione delle divise colorate…poca roba. L’unico cambiamento davvero importante (materiali a parte, ma quello è il progresso…) è stato il tie-break, ideato da Jimmy Van Alen e introdotto definitivamente a cavallo tra gli anni 70 e 80, non senza qualche resistenza. Qualche anno fa è stato introdotto il “no-ad” nel doppio, con l’abolizione del terzo set, sostituito da un tie-break a dieci punti. Pochi ricordano che è stata un’intuizione del vituperato Etienne de Villiers, famoso più per l’esperimento del round robin nei tornei ATP che per altro. Dei Villiers sarebbe piaciuto molto a Ecclestone. Nei primi mesi del 2013 è stato adottato, in via sperimentale, il “no-let” nei tornei challenger. Non piace a nessuno ed è possibile che scompaia con la stessa velocità con cui è stato ideato (la votazione decisiva si terrà a Wimbledon).
Ecclestone ha rivoluzionato la Formula 1, dandole l’aspetto iper-professionale di oggi. La sua battaglia è nata 40 anni fa, quando fu tra i fondatori della FOCA, l’associazione dei costruttori. Una specie di Lega Calcio che si contrapponeva alla federazione. Nel 1981 ottenne la gestione dei diritti televisivi e fu il trampolino di lancio per lanciarlo nell’establishment delle quattro ruote tramite la vicepresidenza FIA. Piano piano, ha preso in mano la Formula 1 e sotto la sua guida sono arrivati un mucchio di cambiamenti regolamentari. Qualifiche, motori, sistema di punteggio….non c’è un aspetto che sia rimasto inalterato nel tempo. Si può discutere sui risultati, ma è certo che la Formula 1 gode di una popolarità eccezionale, soprattutto in alcuni paesi. Popolarità che ha spinto Sky a fare carte false per assicurarsi i diritti di un campionato già visibile sulla RAI. Ma il tennis non è la Formula 1. Leggendo le sue dichiarazioni, appare quantomeno strano che L’ITF abbia preso in considerazione le sue proposte. Stiamo parlando dello stesso ente che risponde con fermezza a chi chiede di modificare il format della Coppa Davis…Abolire la seconda di servizio e creare i match “a tempo” sarebbe interessante, ma ci vorrebbe un lungo periodo di sperimentazione. Ma dove, con quali giocatori e quali superfici? Forse gli organizzatori di qualche esibizione potrebbero prendere spunto e verificare la risposta del pubblico. Non c’è dubbio che la storia dell’ultimo decennio sarebbe stata molto diversa se si fosse giocato sulla distanza di un’ora. Forse non era una follia, ma il nostro mondo non è pronto a una rivoluzione del genere. Basti pensare a come hanno reagito i tennisti per un paio di scivolate di troppo sulla terra blu…
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