Sara Errani perde ancora contro Maria Sharapova ma le è sempre più vicina. Masha è stata grande nel cancellare tre setpoint, ma sulla terra gli equilibri potrebbero cambiare.
Ancora una volta, Sara Errani stava per strappare un set alla Sharapova
Di Riccardo Bisti – 27 marzo 2013
Un passo alla volta. Quattro parole che le hanno inculcato sin da piccola. Sara Errani le ha prese alla lettera e ha iniziato a costruirsi la sua dimora tennistica. Mattone dopo mattone, il magazzino è diventato una bella stanza, poi un appartamento, una bella casetta e adesso una villa di lusso. Senza mai fare il passo più lungo della gamba, ha costruito su basi solide. E allora vuole continuare a scalare il grattacielo, laddove si trovano le più forti. In fondo il suo amico-idolo David Ferrer è salito al numero 4 ATP quando aveva 25 anni (salvo poi tornarci a quasi 31: leggendario). Per questo la lenta scalata di Sarita induce all’ottimismo, soprattutto dopo aver visto il match contro Maria Sharapova nei quarti a Miami. Ha perso 7-5 7-5, ma è sempre più vicina ad azzannarla. I denti del purosangue romagnolo hanno già procurato qualche ferita alle caviglie della siberiana. Al Roland Garros e al Masters WTA aveva perso con identico punteggio: più che il 6-3 6-2, tuttavia, deprimeva il modo in cui erano maturate le sconfitte. Masha sembrava più forte in tutto, più completa, mai in difficoltà con l'artigianato tennistico della Errani. Alla Grande Sfida di Milano, poi, si è toccato il punto più basso. Ok, era un’esibizione, ma quel 6-2 aveva fatto male. Soprattutto quando i servizi di Sarita non arrivavano nemmeno alla rete. Ma stava lavorando su se stessa, continuava a costruire e solidificare le fondamenta. Stavolta ha perso per una questione di dettagli. Adesso dovrà limare anche quelli.
La Sharapova non ha mostrato la miglior versione di sé, soprattutto al servizio. 14 doppi falli sono un’enormità. Ma non tutti i punti sono uguali, e allora Masha ha mostrato gli attributi sul 4-5 del secondo, quando ha dovuto fronteggiare tre setpoint. Ha sempre messo la prima e li ha chiusi con coraggio e altrettanti colpi vincenti. Uno micidiale rovescio incrociato e due dritti vincenti hanno fatto passare la paura, accompagnati da poderosi “Come On!”. Fastidiosi, forse antisportivi, ma fossimo nella Errani saremmo contenti. Significa che inizia a temerla, a considerarla un’avversaria top. Forse l’azzurra è entrata nel “club”, lo stesso in cui Ivan Lendl entrò dopo la sua vittoria al Roland Garros e rincorse Adriano Panatta per dirglielo. Il club dei grandi, quelli che vincono le partite con il carisma ancor prima che con testa e braccio. Come le era accaduto negli ottavi con la Ivanovic. Le manca uno Slam, certo, ma al Roland Garros sarà tra le prime tre favorite. Chi le sta davanti? Forse la Sharapova, anche se il divario si è assottigliato. La Azarenka, che a Parigi non è mai andata oltre i quarti e l’anno scorso stava per perdere con la Brianti? Serena Williams, che non supera i quarti da 10 anni (l’ultima volta fu nel 2003, anno della semifinale-scandalo contro la Henin)? Forse Na Li può essere una minaccia, ma le varie Stosur, Kuznetsova, Radwanska, Kerber, Ivanovic e tutte le altre sembrano un gradino sotto. Questo non significa che la Errani sia certa di fare chissà che. Ma di sicuro può giocarsela. E in questi mesi sta dimostrando di saper gestire fatiche e pressioni.
Piano piano sta imparando a decifrare il bum-bum della Sharapova. Sotto 0-3 (e palla dello 0-4) è rimasta attaccata a ogni singolo punto, convinta che prima o poi sarebbe arrivato il calo. C’è stato, puntuale, quando Masha ha sciupato due setpoint sul 5-3 e si è fatta riprendere sul 5-5. Dopo averne bruciati altri due nel dodicesimo gioco, è riuscita a chiudere. A differenza di Indian Wells, il cagnaccio-Errani è rimasto attaccato alla tigre siberiana. Per due volte è finita sotto di un break (3-2 e 4-3) ma lo ha sempre ripreso, fino ad acciuffare il prezioso 5-4. Lì Masha ha fatto la differenza (non prima di essersi presa più di un rimprovero da Thomas Hogstedt al cambio di campo), cancellando i tre setpoint con un coraggio e una classe immensi. La Nuova Sharapova, quella post-infortunio alla spalla, non gioca bene come qualche anno fa. Ma vince i punti importanti, dote riservata a pochissime giocatrici. Sara deve travestirsi da sanguisuga e cercare di carpirne i segreti e conquistare anche questa dote. Dovesse farcela, il sogno top-5 è tutt’altro che impossibile. E anche altri, più proibiti ma meno segreti.
WTA MANDATORY MIAMI – QUARTI DI FINALE
Serena Williams b. Na Li 6-3 7-6
Agnieszka Radwanska b. Kirsten Flipkens 4-6 6-4 6-0
Maria Sharapova b. Sara Errani 7-5 7-5
Jelena Jankovic b. Roberta Vinci 6-4 6-7 6-3
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