MONTE CARLO – Un Fabio Fognini straordinario demolisce il numero 6 ATP Tomas Berdych e si qualifica per i quarti di finale. Con una prestazione degna di un top 10. 
Per la prima volta in carriera, Fabio Fognini è nei quarti di un torneo Masters 1000

Di Lorenzo Cazzaniga – 18 aprile 2013


Con una sorprendente qualità di sintesi, alla fine del primo set, Claudio Mezzadri ha gridato dai microfoni di Sky: “Ma chi è il top 10?”. Sul Court des Princes di Monte Carlo, per un’oretta e mezza l’Italia è tornata ad avere quello che aspetta da trent’anni: un top 10, appunto. In sostanza, è successo che per due set (6-4 6-2 lo score) contro il numero 6 del mondo Tomas Berdych, Fabio Fognini ha giocato il suo miglior tennis. Ispirato, ha mostrato un repertorio che per varietà ha pochi eguali nel tour: accelerazioni, strettini, attacchi in controtempo, recuperi miracolosi, passanti millimetrici, demi-volée stoppate (mi correggo: demi-volée stoppate da metà campo), rotazioni sempre diverse e quelle smorzate che gli riescono perché una sera di 27 anni fa, il Padreterno ha buttato l’occhio al momento giusto su papà Fulvio e mamma Silvana.
 
Un primo 6-4 perfino bugiardo perché Fognini ha perso il break conquistato in avvio e non ha sfruttato tre palle break consecutive nel terzo gioco che lo avrebbero portato a metà percorso con maggior agio. Nel secondo set, dopo aver salvato palle break nei primi due turni di battuta, è stato talmente perfetto nella gestione degli scambi da scoraggiare un Berdych talmente frustrato da cercare la rissa verbale, di coinvolgere l’arbitro, di irretire l’avversario, per solito geniale nel cadere in questo genere di trappole. Invece niente: al contrario, Fognini è apparso sempre più sicuro, sempre più a suo agio in una dimensione che spesso lo esalta, se è vero che i match migliori della sua vita li ha sempre riservati per i palcoscenici più importanti.
 
In carriera aveva battuto un solo top 10 (Fernando Verdasco a Wimbledon) e sull’amata terra contro i Primi Dieci, proveniva da uno sconfortante score di dieci sconfitte e zeru vittorie, per dirla come il suo mito, José Mourinho. La striscia negativa è stata interrotta, ma soprattutto Fognini appare più sicuro delle sue scelte e più disposto ad accettare le situazioni negative che inevitabilmente compaiono durante un match.
 
Ora si tratta di dare continuità a questi 90 minuti d’eccellenza. “Sono pronto per battere un top 10 come Berdych” aveva dichiarato la sera prima. Ma non era il Fognini-spaccone che la butta lì, senza nemmeno troppa convinzione. E’ il Fognini che sta assorbendo la cura Perlas, un coach che lo sta lavorando ai fianchi per convincerlo di quanto sia forte, di quanto lontano può arrivare. Quando il signor Perlas ha lavorato con Carlos Moya lo ha portato al numero uno del mondo; con Nicolas Almagro è arrivato ancora nella top 10; con Fognini potrebbe ripetere una strada che pare conoscere piuttosto bene.