Il direttore dei tornei ITF di Santa Margherita di Pula ci spiega la filosofia del Forte Village, capace di organizzare ben 10 tornei internazionali in tempi di crisi. “Ma è solo il primo passo”.
Stefano Napolitano è uno dei giocatori più attesi ai tornei futures del Forte Village
(Foto Antonio Milesi)
di Riccardo Bisti – 6 maggio 2013
Organizzare tornei di tennis è sempre più difficile e la moria di tornei lo dimostra. Ma c’è chi va in controtendenza: a poche decine di chilometri da Cagliari sorge il Forte Village Resort, uno dei resort più belli del mondo. Con i suoi 12 campi da tennis (di cui otto in terra battuta), è il luogo ideale per unaa vacanza-relax all’insegna di mare e racchette. Ma quest’anno hanno deciso di fare di più, organizzando non uno, non due, ma ben dieci tornei internazionali, cinque maschili e cinque femminili. Si tratta di tornei ITF da 10.000 dollari di montepremi, in programma a maggio (i primi quattro) e a settembre (gli altri sei). Una scelta che meritava un approfondimento. In questi giorni si sta giocando il primo torneo, con diversi giocatori di livello: il tabellone maschile è guidato dal belga Arthur De Greef, ma ci sono tanti giovani promettenti, tra i quali Stefano Napolitano e Matteo Donati (il quale ha però dovuto dare forfait dopo il successo nel torneo junior di Salsomaggiore), mentre tra le donne c’è grande attesa per l’esordio della sarda Anna Floris, che a Santa Margherita di Pula è come se giocasse in casa. Il Forte Village non si limita ai tornei: la prossima estate si terranno preziosi stage con alcuni campioni del recente passato, i cui nomi fanno venire i brividi: Jonas Bjorkman, Carl Uwe Steeb, Mark Woodforde, Paul Haarhuis, Pat Cash e Younes El Aynaoui. Un concentrato di campioni del tutto inedito nel nostro paese. Roberto Mazzarolo, direttore dei vari tornei, ci ha spiegato filosofia e obiettivi del tennis Made in Forte Village.
Come è nata l’idea di organizzare un mini-circuito di tornei professionistici?
Dal fatto che al Forte Village abbiamo diverse academy sportive, tra cui quella tennistica. In estate vengono a trovarci tanti ex giocatori di livello mondiale. E’ una bella soddisfazione, ma non ci bastava: volevamo che il nostro resort diventasse un punto di riferimento anche per le giovani promesse. Volevamo vedere all’opera i nuovi talenti e dare loro l’opportunità di farli crescere. E non c’è nulla di meglio che un mini-circuito di tornei ITF.
Perché avete scelto di organizzare dieci tornei da 10.000 dollari piuttosto che uno solo dal montepremi più alto?
E’ stata una scelta numerica: se avessimo organizzato un challenger, pochi tennisti avrebbero potuto usufruire della nostra offerta. Avremmo avuto soltanto una sessantina di giocatori tra main draw e qualificazioni. Con 10 tornei, tutto questo è moltiplicato per 10. Inoltre avevamo l’obiettivo di inserire la Sardegna nel panorama internazionale: la nostra regione organizza pochi eventi di questo tipo e volevamo rimediare alla mancanza.
Il calendario, soprattutto quello dei Futures, è pieno di eventi. Perché un tennista dovrebbe scegliere proprio il Forte Village?
Ci sono varie ragioni. Prima di tutto i nostri campi sono stupendi, poi c’è un clima davvero favorevole. Direi che c’è un buon mix tra cornice meravigliosa e clima eccezionale. A questo punto, perché non scegliere il nostro torneo?
Quali sono i progetti tennistici del Forte Village?
Ci stiamo affacciando al tennis professionistico. La nostra Academy deve essere un trampolino di lancio per puntare all’eccellenza. Facciamo così anche per gli altri sport: per l’academy di calcio ci siamo rivolti al Chelsea, per il nuoto abbiamo coinvolto i fratelli Franceschi e per il rugby gli ex campioni del mondo della nazionale inglese. Vogliamo che i tornei Futures siano un trampolino di lancio per organizzare tornei sempre più importanti e salire di livello. Vogliamo che la Sardegna diventi un polo importante del tennis mondiale. I tornei di quest’anno sono un primo passo, puntiamo molto più in alto.
In un’ipotetica gerarchia, quanto è importante il tennis in casa Forte Village?
Tantissimo. Lo dimostra il fatto che organizziamo dieci tornei internazionali e non uno o due. Puntiamo molto sul tennis, crediamo che sia una disciplina che ci può dare grandi soddisfazioni.
Quali sono i giocatori che l’hanno impressionata di più?
A livello di qualificazioni, detto che i giocatori italiani si sono difesi piuttosto bene, sono rimasto sorpreso da una giovane russa del 1998. Si chiama Yana Kochneva ed è già nota in Italia perché ha vinto una vecchia edizione del Lemon Bowl. E’ una ragazza da seguire. Ovviamente c’è grande attesa per la “nostra” Anna Floris.
Primo torneo professionistico al Forte Village: da direttore del torneo, quali sono state le difficoltà maggiori?
Non ho riscontrato grosse difficoltà. Per questo ringrazio la FIT, che ci ha dato un grosso supporto a livello di consulenza. E’ stato un aiuto molto prezioso. Inoltre abbiamo alle spalle l’organizzazionne del Forte Village, abituata a seguire un certo tipo di eventi.
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