L’azzurra vince un match delicato contro Sorana Cirstea, nonostante abbia vinto meno punti. Lo status di top-player non ne ha scalfito lo spirito combattivo. 
Sara Errani in compagnia di Pau Lozano, figlio del coach Pablo

Di Riccardo Bisti – 7 maggio 2013
 

Questa settimana ci attacchiamo più del solito a Sara Errani. Non eravamo più abituati a restare con una sola giocatrice dopo appena due giorni di torneo. Ma Madrid è particolare, per mille motivi. Un po' perché si gioca prima degli Internazionali d’Italia, ed è normale che le nostre giocatrici abbiano la testa già a Roma. E’ da 28 anni che nel torneo di casa non raggiungiamo una semifinale, quindi la pressione è più forte che mai. E’ possibile, dunque, non affrontare al 100% il Mutua Madrilena Open. E poi ci sono quei 655 metri di altitudine che rendono i campi molto veloci, così diversi da Roma e Parigi. Ma quando sei una top-player non puoi prenderti settimane di vacanza. Devi onorare al massimo ogni torneo, ogni partita. La Errani lo sa bene e ha colto una vittoria importante contro Sorana Cirstea, rumena tanto graziosa quando potente. Dovesse entrare tra le prime 10-15 al mondo, diventerebbe una reginetta del glamour. Se ne è accorta Adidas, che l’ha messa sotto contratto, forse per la somiglianza con Ana Ivanovic. Ma gioca bene anche a tennis, forte di una notevole pesantezza di palla che in due ore e venti le ha consentito di sparare 53 colpi vincenti. Sono tanti, contro una maratoneta come la Errani. Ma alla fine, in perfetto stile catenacciaro (nel senso più positivo del termine), negli ottavi c’è andata l’azzurra. Non abbiamo visto la migliore versione della Errani: in verità, non l’avevamo vista in Fed Cup e nemmeno a Stoccarda, dove si è fatta sorprendere da Bethanie Mattek Sands.
 
Ha influito la velocità del campo. A Stoccarda si giocava indoor, a Madrid…quasi. L’inizio sembrava favorevole, con Sarita per due volte avanti di un break ma sempre riagganciata. Sul 4-4, la Cirstea si è bloccata per un infortunio alla caviglia destra che necessitava di una fasciatura. La rumena teneva il servizio ma poi subiva un parziale di cinque giochi a zero che spingeva la Errani sul 7-5 2-0. A quel punto il match sembrava chiuso, invece Sorana ha preso a tirare mazzate a occhi chiusi, conquistando sei giochi consecutivi e allungando il match al terzo. Il merito della Errani è stato il non disunirsi dopo cotanta dimostrazione balistica, e nel set decisivo ha lottato duramente. Sul 2-3 ha annullato tre palle break, poi risultate decisive, tanto che sul 4-4 trovava il quinto break della partita, quello decisivo, e chiudeva 7-5 2-6 6-4 tirando un grosso sospiro di sollievo e alzando le braccia al cielo. Esultanza insolita, quasi eccessiva per un secondo turno contro la numero 26 WTA, ma che rende l’idea delle difficoltà incontrate: basti pensare che ha vinto meno punti (96 contro 99) della sua avversaria. La Cirstea si trova alla grande sulla terra veloce, ma è stata condannata dall’eccessivo numero di errori gratuiti (67 contro i 24 della Errani, quasi il triplo). Se aggiusta il mirino, può diventare ancora più forte.
 
Negli ottavi ci sarà un’avversaria con le medesime caratteristiche: Julia Goerges o Varvara Lepchenko. Entrambe picchiatrici, entrambe dotate di un dritto “definitivo”. Forse Sarita preferirebbe affrontare la Goerges, dominata lo scorso anno a Barcellona, ma contro la Lepchenko potrebbe prendersi la rivincita della dolorosa sconfitta di tre mesi fa in Fed Cup. Essere una top-player, dicevamo, comporta diversi obblighi. Tra questi c’è quello di scrivere un blog per il sito della WTA. Questa settimana tocca proprio a Sarita. Anche se difficilmente le giocatrici scrivono cose memorabili, vale sempre la pena dare un’occhiata: ad esempio, abbiamo scoperto che dopo Stoccarda si è allenata poco perché a Valencia (dove si allena) ha piovuto molto e non c’era disponibilità di campi coperti. Per lei Madrid è un torneo importante perché coach Pablo Lozano è spagnolo e perché…adora le tortillas, anche se ormai ha dovuto imparare a prepararle, perché in Spagna i ristoranti aprono alle 20.45-21 “Un po’ troppo tardi per me”. La Errani ci ha anche informato che ha dovuto effettuare un’intervista per il Roland Garros e un servizio fotografico per Tennis Channel. “Queste cose per me sono piuttosto difficili perché non ci sono abituata. Ci vorrà qualche anno per trovarmi completamente a mio agio, ma è bene farle, possono essere anche divertenti”. Mai come vincere una partita ed essere la più vincente del 2013. Quest’anno Sarita si è aggiudicata 27 match, più di ogni altra. Mica male, no?