E' uscito "Gli anni della Gloria", libro scritto a quattro mani da Marco Keller e Simon Graf. Si parla del tennis in Svizzera, con un occhio di riguardo per Roger Federer. Si tratta di una pubblicazione particolarmente preziosa, perchè se conosciamo tutto sul Federer campione, di tanto in tanto emergono aneddoti sulle sue bizze giovanili. A Federer sono dedicate le 50 pagine centrali del libro, in cui compare un'intervista-confessione in cui rivela dettagli divertenti. Come gli Internazionali d'Italia del 2001, quando "facevo a gara con Marat Safin a chi si comportava peggio. A un certo punto hanno mostrato le nostre intemperanze sul maxi-schermo e mi sono vergognato". Federer ricorda la mancanza di rispetto verso Sergi Bruguera: nel 2000, disse che lo avrebbe battuto 6-1 6-1 senza accorgersi di essere in diretta. Mitiche anche le bizze presso il centro della federtennis svizzera a Ecublens, dove disturbava gli allenamenti fino a quando un'allenatore lo cacciò e disse: "Quando perderai io sarò felice". Chissà se quel coach la pensa ancora così. , libro scritto a quattro mani da Marco Keller e Simon Graf. Si parla del tennis in Svizzera, con un occhio di riguardo per Roger Federer. Si tratta di una pubblicazione particolarmente preziosa, perchè se conosciamo tutto sul Federer campione, di tanto in tanto emergono aneddoti sulle sue bizze giovanili. A Federer sono dedicate le 50 pagine centrali del libro, in cui compare un'intervista-confessione in cui rivela dettagli divertenti. Come gli Internazionali d'Italia del 2001, quando "facevo a gara con Marat Safin a chi si comportava peggio. A un certo punto hanno mostrato le nostre intemperanze sul maxi-schermo e mi sono vergognato". Federer ricorda la mancanza di rispetto verso Sergi Bruguera: nel 2000, disse che lo avrebbe battuto 6-1 6-1 senza accorgersi di essere in diretta. Mitiche anche le bizze presso il centro della federtennis svizzera a Ecublens, dove disturbava gli allenamenti fino a quando un'allenatore lo cacciò e disse: "Quando perderai io sarò felice". Chissà se quel coach la pensa ancora così.