Il dr. Mattia Castellani, tra i tecnici ortopedici più noti su scala nazionale, ci spiega come prevenire le problematiche che derivano dai piedi (nello sport e nella vita di tutti i giorni). Il materiale Noene è fondamentale.
Lo studio del dottor Mattia Luca Castellani si occupa di ogni tematica legata al piede
Di Riccardo Bisti – 14 maggio 2013
Provate a immaginare quanto il tennis sia traumatico per i piedi. Se è vero che il tennista non deve prendere a calci un pallone, è sottoposto a continui cambi di direzione. Osservate una partita di tennis dimenticando il gesto tecnico, concentrandovi solo sugli arti inferiori. Resterete sconvolti. Se i professionisti hanno capito l’importanza della prevenzione, non è altrettanto per gli amatori. Per fortuna la tecnologia avanza, e così le competenze mediche. Come quelle del dottor Mattia Luca Castellani, laureato in Scienze Tecniche Ortopediche e Amministratore dello Studio Castellani di Torino. Pochi conoscono bene come lui le problematiche e le complessità del piede. Per questo tanti sportivi, professionisti e non, si rivolgono a lui.
Dottore, si dice spesso che tanti dolori in varie parti del corpo derivano dal piede. E’ vero? Se si, perché?
E’ vero, e sono tantissimi. Capita spesso che i dolori alla schiena, alla cervicale, all’anca e alle ginocchia dipendano direttamente dal piede. Le cause? Spesso un’eccessiva pronazione crea dei problemi, mentre un’altra causa sono le asimmetrie degli arti inferiori. Basti pensare a tutti quelli che hanno una gamba più lunga dell’altra. Se non si interviene correttamente, si rischia di avere problemi in varie parti del corpo.
Il tennis è usurante per il piede? In un’ipotetica classifica degli sport più difficili, dove lo inserirebbe?
Ho diversi tennisti tra i miei clienti: alcuni di loro sono messi piuttosto male. Il tennis è molto usurante per i piedi: basti pensare ai cambi di direzione, continui e repentini, che mettono spesso a dura prova i piedi. Tuttavia, devo dire che i tennisti sono tra gli atleti più longevi. Detto questo, inserirei il tennis nella top-5 delle discipline più traumatiche. Tanti tennisti, poi, hanno l’abitudine di dedicarsi al golf a fine carriera: non sembra, ma anche il golf è molto stressante. Risultato? Senza prevenzioni o cure, rischi di peggiorare ulteriormente la situazione. I traumi più frequenti causati dalla pratica del tennis si verificano soprattutto a danno delle articolazioni, giunzioni tra le ossa costituite da tessuti connettivi. L'articolazione del ginocchio e quella della caviglia sono le più sollecitate.
Cosa si deve fare per rimediare o prevenire i problemi ai piedi?
La prima cosa da fare è un esame attento e accurato. Io sottopongo a un esame baropodometrico dinamico, un lavoro computerizzato che permette di studiare le pressioni plantari esercitate al terreno, poi si effettua la stabilometria, che serve a capire quanto carico viene distribuito su una gamba e quanto su un’altra. Quando la situazione è chiara, si procede alla creazione di un plantare su misura. L’obiettivo è mettere il piede in una posizione la più corretta possibile. Di solito punto su un appoggio neutro: meglio evitare gli estremi, che possono presentare controindicazioni. Se poi una delle due gambe lavora di più, può essere necessario un piccolo rialzo per equilibrare la distribuzione. Lavoro molto con il materiale Noene, ma in modo differenziato: a seconda del peso e della struttura fisica, può essere necessario in quantità diverse. Per una ginnasta di 60 kg può essere sufficiente quello da due millimetri, mentre un uomo di 90 kg ha bisogno di quello da quattro millimetri. Utilizzo Noene dal 2008: Realizzo ortesi plantari su misura per tennisti di ogni livello, agonisti e dilettanti. L’aggiunta di questo innovativo materiale ai miei plantari sportivi realizzati con tecnologia cadcam, ha accellerato di molto i tempi di recupero dell’assistito, che trae giovamento dalla correzione plantare e dal quasi totale annullamento dei “contraccolpi” generati da erba, terra rossa e, peggio ancora, cemento.
Si parla spesso di fascite plantare, un problema che colpisce diversi tennisti…
E’ meno noto del gomito del tennista, ma il “piede del tennista” è altrettanto doloroso: si tratta di un’infiammazione che colpisce la fascia plantare, membrana robusta e fibrosa, tesa tra il calcagno e la base delle dita come una piccola vela. Tale formazione è indispensabile per camminare correttamente e proteggere le delicate strutture contenute nella pianta del piede. La sua tensione assicura una giusta curvatura del piede ed è utile ad assorbire i microtraumi. La sua resistenza ha un limite: piedi troppo piatti o troppo arcuati sottopongono tale fascia a tensioni eccessive tanto da determinare infiammazioni e stati dolorosi. Tali problematiche si possono avere giocando su terreni troppo duri o usando calzature di scarsa qualità: la pianta del piede ne soffre e giocare a tennis diventa un tormento. Che fare ai primi sintomi? riposo, antiinfiammatori (previo consulto medico) e la correzione con un plantare sportivo su misura dell'appoggio del piede con l'aggiunta di uno strato di Noene nella regione retropodalica.
Qual è il pregio più importante del materiale Noene?
Quello per cui è famoso, peraltro dimostrato da molteplici test. Il Noene riesce ad assorbire fino al 98% delle vibrazioni. In altre parole, si riesce ad annullare quasi del tutto il trauma da impatto col terreno. Si tratta di vibrazioni importanti: mentre camminiamo, il peso corporeo arriva ad essere circa tre volte tanto rispetto al peso reale. Nello svolgimento dell’attività sportiva, si può arrivare anche a sette volte tanto. Ogni impatto con il terreno è un piccolo trauma: annullarli quasi del tutto è un bel vantaggio.
Quali sono i casi più complicati che le si sono presentati?
Molto spesso gli atleti, anche di livello, hanno contratture ai polpacci dovute a una generale instabilità. In questi casi, è importante l’utilizzo di un plantare sensomotorio che manda impulsi al sistema nervoso, suggerendogli quando contrarre o decontrarre il muscolo interessato. In questo modo, si fa agire attivamente il paziente. Mi è capitato di assistere un paziente che aveva avuto un incidente piuttosto grave in motocicletta, tanto da avere una gamba di 2 centimetri più lunga. In quel caso il Noene è stato fondamentale. Più in generale, bisogna trovare la giusta compensazione: quando un tennista ha un ginocchio sofferente, per esempio, bisogna intervenire a livello di arco plantare.
Il Noene è consigliabile solo nell’attività sportiva o anche nella vita di tutti i giorni?
Il Noene è consigliabile sempre. Io lo faccio mettere a tutti, dai bambini fino agli anziani. Anzi, in questo caso è ancora più importante perché hanno le ossa più “fragili”. Dirò di più: Noene è utile anche in uno sport come lo sci, dove in teoria il piede non fa movimenti ed è avvolto tra lo scarpone e lo sci. Tuttavia può esserci un avallamento sugli sci e il materiale evita pericolosi traumi. L’esempio rende l’idea di quanto sia importante utilizzarlo, in ogni attività.
La gente comune è attenta a questi dettagli? Capisce l’importanza di queste problematiche?
Vedendo la gente che va a correre al parco, direi di no. Ho l’impressione che ci sia scarsa informazione e conseguente trascuratezza. Tuttavia le cose stanno cambiando: negli ultimi 2 anni la mia produzione di supporti sportivi è aumentata del 60%. Un cambiamento significativo dovuto a due fattori: la pressione esercitata dai media e una cultura medica sempre più attenta. Per fortuna, i giornali e le TV danno sempre più spazio a queste problematiche. E’ normale che l’utente sia più interessato. E’ molto importante anche la cultura del medico curante: alcuni pensano che i plantari non siano così importanti, altri hanno una visione più moderna e mi mandano tanti clienti. E non è una questione generazionale, perché ci sono medici 70enni molto attenti e sensibili al problema.
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