Andreas resta in campo quasi 4 ore ma riesce a battere Leonardo Mayer. Il Seppi del 2012 è ancora un ricordo, ma è da match come questo che può partire la rinascita di un giocatore. 
Andreas Seppi rischia di perdere la leadership italiana a beneficio di Fabio Fognini

Di Riccardo Bisti – 27 maggio 2013
 

Ci voleva proprio. Andreas Seppi sta vivendo il periodo più delicato degli ultimi anni. Arrivato a vette quasi inaspettate, è come se avesse sofferto un po’ di vertigini. Non si spiega altrimenti la mini-crisi in cui è incappato dopo la trasferta di Davis in Canada. Se non ci fossero state le due partite vinte all’Estoril, non avrebbe raccolto neanche un punto nella superficie dove si esprime meglio. Con queste premesse, e le durissime sconfitte contro Haas, Fognini e Lu, si è presentato al Roland Garros. Scadono 180 punti, ma non è quello il problema. Seppi deve ritrovare le sensazioni che lo scorso anno gli avevano permesso di battere Verdasco e arrivare ad un soffio dall’impresa contro Novak Djokovic. Di buono, l’esordio contro Leonardo Mayer ha avuto soltanto il risultato. E la reazione che gli ha permesso di vincere gli ultimi quattro game dal 2-4 nel quinto set, dopo aver perso il tie-break del quarto. E’ una vittoria importante, fondamentale anche per il futuro. Seppi è rimasto in campo per 3 ore e 49 minuti. Voleva questa vittoria e se l’è presa. Può essere il clic per ridargli fiducia. “In effetti è una questione mentale, perchè tutto sommato il tennis è discreto” ha detto Andreas dopo il successo. A volte le cose migliori nascono da partite come questa, in cui non ha vinto il migliore, bensì…il meno peggio. Seppi avrebbe potuto vincere in tre set contro un avversario che ha giocato piuttosto male, lontano parente di quello che ha raggiunto il terzo turno nelle ultime tre edizioni. L’azzurro ha avuto un break di vantaggio sia nel primo che nel quarto set, persi entrambi al tie-break. Nei momenti importanti c’è ancora qualcosa che lo blocca. Per sua fortuna, il pilota automatico è bastato per vincere.
 
Futuro, dicevamo. Battere Mayer è importante in chiave-Roland Garros, poichè al secondo turno se la vedrà con lo sloveno Blaz Kavcic, numero 104 ATP e nostra vecchia conoscenza in Coppa Davis. Kavcic è un discreto giocatore ma Seppi è favorito. Lo sloveno non sembra avere il tennis per metterlo in crisi: tra i due non ci sono precedenti, ma ad Andreas può bastare una prestazione tipo quella infilata ad Arzachena da Potito Starace. Un semplice intermezzo tra lode e infamia dovrebbe essere sufficiente per spedirlo al terzo turno, dove potrebbe esserci un Nicolas Almagro lontano dalla migliore condizione. C’è poi il discorso legato ai prossimi tornei, a una stagione sull’erba dove Seppi dovrà difendere i 150 punti della finale a Eastbourne 2012, poi potrà giocare Wimbledon a cuor leggero. Ecco: trovare fiducia a Parigi può essere propedeutico e balsamico in vista di Londra. C’è la Manica da attraversare: sono appena 50 chilometri di tunnel, di cui 39 sotto il mare, che potrebbero ridare un senso alla stagione del numero 1 azzurro (che rischia di perdere lo status già dopo il Roland Garros). Andreas non fa calcoli di questo tipo, ma sono le cose di cui ci si ricorda a distanza di anni. E lui lo sa.