I capitani: “Vogliamo una Davis biennale!”
Martedì scorso si è tenuta a Parigi una riunione tra i vari capitani di Coppa Davis. Doveva essere un incontro informale, invece si è trattato di un atto ufficiale che ha portato alla stesura di una lettera, firmata dai vari selezionatori, in cui si chiede all'ITF di cambiare il format della Coppa Davis, rendendola biennale e da giocarsi in un'unica sede. E' un discorso vecchio: molti giocatori hanno difficoltà a rispondere alle convocazioni, togliendo credibilità tecnica alla manifestazione. Conoscendo i pensieri dell'ITF, difficilmente i capitani troveranno ascolto. Francesco Ricci Bitti, presidente ITF, ha sempre sostenuto che la Davis è un impegno più che tollerabile "appena 2-3 settimane all'anno". La ribellione è guidata da Pat Rafter, capitano australiano, perchè il suo team non ha digerito il fatto di dover giocare una serie a Namangan, città sperduta dell'Uzbekistan.. Doveva essere un incontro informale, invece si è trattato di un atto ufficiale che ha portato alla stesura di una lettera, firmata dai vari selezionatori, in cui si chiede all'ITF di cambiare il format della Coppa Davis, rendendola biennale e da giocarsi in un'unica sede. E' un discorso vecchio: molti giocatori hanno difficoltà a rispondere alle convocazioni, togliendo credibilità tecnica alla manifestazione. Conoscendo i pensieri dell'ITF, difficilmente i capitani troveranno ascolto. Francesco Ricci Bitti, presidente ITF, ha sempre sostenuto che la Davis è un impegno più che tollerabile "appena 2-3 settimane all'anno". La ribellione è guidata da Pat Rafter, capitano australiano, perchè il suo team non ha digerito il fatto di dover giocare una serie a Namangan, città sperduta dell'Uzbekistan.