Tommy Haas continua a stupire: schianta Youzhny e vola nei quarti al Roland Garros. E’ il più anziano a riuscirci dopo 42 anni. Il destino ha deciso di restituirgli ciò che gli aveva tolto?
Pollice su per lo strepitoso Tommy Haas
Di Riccardo Bisti – 3 giugno 2013
Ci sarebbero tanti modi per parlare di Tommy Haas. Partiamo da un dato statistico: nel 1999, il tedesco giunse in semifinale all’Australian Open. Dei 128 giocatori di quel tabellone si sono ritirati in 126. Gli unici ancora in pista sono Haas e Lleyton Hewitt (peraltro più giovane di lui). Mentre l’australiano si trascina stancamente, l’ariano-americano sta vivendo una clamorosa seconda gioventù. Tommy è l’ispirazione per gli ultra-trentenni che non mollano. E’ la negazione delle teorie secondo cui la massima efficienza fisica si ottiene intorno ai 25 anni. Nella sua eterna carriera, più minata di un tavolo da Risiko, non aveva mai raggiunto i quarti al Roland Garros. Quattro anni fa era a un passo dal battere Roger Federer, ma il destino aveva scelto diversamente. Oggi, gli dei del tennis hanno deciso di restituirgli tutto. Questo torneo poteva diventare un incubo, adesso è un sogno. L’incubo è iniziato nel quarto set contro John Isner, quando sono volati via dodici matchpoint, l’ultimo con un doppio fallo. Da far impallidire il mitico Kim Warwick, che nel 1976 ne bruciò undici contro Adriano Panatta. Perso il quarto, Tommy è finito sotto nel quinto e ha dovuto annullare a sua volta un matchpoint, peraltro tirando un rovescio sulla riga. L’occasione numero 13 è stata quella buona. In verità, Tommy non ha mai avuto dubbi. Nei paesi anglofoni, il numero 13 porta sfortuna. Per lui non è così. Lo raccontò in esclusiva al nostro Lorenzo Baletti in un’intervista effettuata nell’agosto 2011, quando era fermo ai box per l’ennesimo infortunio. “Il mio numero fortunato è il 13. Fino ad oggi ho vinto 12 titoli, quindi sarei felice di vincerne un altro per poter arrivare 13”. Ce l’ha fatta ad Halle, battendo Roger Federer. Già che c’era, ha fatto 14 imponendosi un mese fa a Monaco di Baviera. Si spiega così, con questa profezia, quel “13” che è la desinenza del suo account Twitter.
La partita contro Isner avrebbe potuto sfinirlo. Ma pochi sanno prendersi cura del proprio corpo come Tommy. Gli infortuni fanno crescere. E lui è sceso in campo contro Youzhny in totale relax. Lo ha massacrato, rifilandogli un durissimo 6-1 6-1 6-3 in 84 minuti. A un certo punto, il russo è piombato nella frustrazione. A un cambio di campo, ha fracassato la sua racchetta contro la panchina, scambiandola per un martello e dandole nove colpi in preda alla schizofrenia. E Tommy vola nei quarti, dove se la vedrà con Novak Djokovic, numero 1 ATP battuto nell’ultimo scontro diretto, in una grande notte a Miami. Haas sta collezionando un record dopo l’altro: è il più anziano a raggiungere i quarti in uno Slam dai tempi di Andre Agassi (Us Open 2005, quando giunse in finale). Al Roland Garros non succedeva niente di simile dal 1971, quando giunse tra i primi otto Istvan Gulyas. “E’ piacevole sentire queste statistiche – ha detto Haas – mi sento come se stessi cavalcando un’onda e spero di andare avanti il più a lungo possibile. Scendo in campo e provo a migliorare il mio tennis, per quanto sia possibile. E’ spettacolare trovarsi in questa posizione”. E' numero 14 ATP, ma salirà ancora. Tre anni fa sembrava un ex, costretto all’ennesimo stop per problemi all’anca e alla spalla. Non ha giocato tornei tra il febbraio 2010 e l’aprire 2011. “Due anni fa, non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione. Ma devi continuare a crederci, avere le persone giuste intorno a te, e puoi fare ancora grandi cose”.
Quando aveva 24 anni, Haas è salito al numero 2 del mondo. Tuttavia, nella lista dei giocatori che sono arrivati in seconda posizione, è l’unico a non aver mai giocato una finale Slam. Orantes, Ashe, Vilas, Stich, Ivanisevic, Chang, Korda e Murray hanno vinto almeno un titolo. Magnus Norman e Alex Corretja sono giunti almeno in finale, curiosamente al Roland Garros. Haas gioca meglio di entrambi, ma sembra essere abbonato alle semifinali. Ne ha raggiunte tre in Australia e una a Wimbledon. La prospettiva di riuscirci a 35 anni è affascinante, perfetta per romanzieri e cantastorie, ma per riuscirci ci vorrà un’impresa miracolosa. Dopo Djokovic, dovrà battere Rafael Nadal. Lo spagnolo si è auto-gasato nella conferenza stampa post-Fognini “Se non alzo il livello, è meglio che torni a pescare a Maiorca”. Anche per questo, ha giocato un buon match contro Kei Nishikori e lo ha battuto con un netto 6-4 6-1 6-3. Per Thomas Mario Haas, insomma, l’impresa è proibitiva. Ma il destino gli ha tolto tantissimo, a partire dal grave incidente stradale che nel 2002 spedì in coma papà Peter. Poi sono arrivati gli infortuni e le operazioni che gli hanno impedito di vivere una carriera normale. Sarebbe una favola. Tommy sarà in grado di viverla fino in fondo? Se i giocatori con un best ranking al numero 2 fossero stati tredici, chissà. Per sua sfortuna, sono soltanto undici…
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