WIMBLEDON – Passa la Sharapova, ma il Centre Court applaude la giovane Kristina Mladenovic. Per un set, ha messo paura alla russa. Di famiglia serba, sarà lei l’erede di Amelie Mauresmo? 
L'urlo di Maria Sharapova, evento raro per un match di primo turno

Di Riccardo Bisti – 24 giugno 2013
 

Il match di Federer è durato meno. Tanto basta per intuire le difficoltà incontrate da Maria Sharapova nel suo esordio a Wimbledon. La russa non ha mai perso al primo turno dei Championships e ce l’ha fatta anche stavolta. Si è imposta 7-6 6-3, ma Kristina Mladenovic ha dato spettacolo per un set, arrivando a un paio di punti dal vincerlo. La Sharapova ha mostrato la solita grinta, togliendosi dai guai nei momenti importanti. Come nel primo set, quando è stata l’unica a dover fronteggiare una palla break, e quando ha tirato fuori il meglio sul 5-5 nel tie-break. Meno problemi nel secondo, ma resta la stella nascente della Mladenovic, nel cui box c’era anche Amelie Mauresmo. Quest’ultima indossava le vesti di capitano della Fed Cup francese, ma in un certo senso “benediceva” la connazionale. In fondo, Amelie è stata ultima francese a vincere a Wimbledon. Il suo successo nel 2006 resta l’ultimo Slam vinto dai galletti, uomini compresi. La Mladenovic ha tutto per diventare un personaggio, a partire dal gran fisico. Alta, bionda, slanciata, ha saputo conquistare il pubblico del Centre Court. I suoi vincenti erano applauditi con vigore, come se la gente non avesse gradito la polemica a distanza Serena Williams-Sharapova, con il dibattito finito addirittura sul personale. Vedremo come sarà accolta Serena.
 
La Mladenovic è tutta francese, ma la sua famiglia è serba. Il padre giocava a pallamano, la mamma a pallavolo. Papà Dragan fu messo sotto contratto da una squadra francese (il Dunkirk), e nel 1993 pensò bene di restare in Francia perché la Serbia era travolta dalla guerra dei Balcani. I suoi genitori l’hanno spedita in campo quando aveva otto anni, memori delle imprese di Monica Seles. Quando il maestro la vide per la prima volta, le disse: “Ma davvero non hai mai preso una racchetta in mano?”. E’ nata così una carriera che l’ha già portata tra le prime 40 WTA ad appena 20 anni ed è indissolubilmente legata a Wimbledon, visto che sui prati londinesi vanta una finale sia in singolo che in doppio nel torneo junior. Sul campo centrale ha mostrato versatilità, potenza, ma soprattutto è parsa a suo agio su un palcoscenico importante e contro la Sharapova, una che ama intimidire le avversarie. Invece è rimasta in partita fino all’ultimo, evitando di “sciogliere” nel secondo set. E’ uscita tra gli applausi, avvolta nell’asciugamano rosa di Wimbledon, e si è fermata per firmare qualche autografo sotto la tribuna presidenziale, a pochi metri da Pippa Middleton. Nel suo servizio su Vanity Fair, la sorella della Principessa Kate l’aveva inserita tra le possibili sorprese. Si può dire che avesse ragione. A proposito di giovanissime, passa il turno anche la giovane canadese Eugenie Bouchard, che a Wimbledon junior si era imposta sul serio, ed ha superato in rimonta la kazaka Galina Voskoboeva. E’ più lento del previsto, ma il ricambio generazionale sta arrivando.