Andy Murray: “1,6 milioni di sterline per vincere un torneo sono una cifra ridicola”. Forse non giocherà la Lega Asiatica e spiega il segreto di aver raggiunto il top fisico a 25 anni.
Andy Murray all'uscita dalla residenza del premier inglese David Cameron
Di Riccardo Bisti – 23 luglio 2013
La vita di Andy Murray è cambiata per sempre. Forse se ne è reso conto quando è andato in vacanza alle Bahamas insieme alla fidanzata Kim Sears. Se anche non dovesse più vincere una partita, sarà per sempre “Campione di Wimbledon”. Adesso i cacciatori di autografi non lo lasceranno stare nemmeno quando addenta un piatto di pasta al ristorante. Per non parlare dei paparazzi, che illumineranno con il flash ogni sua uscita pubblica. Come se non bastasse, il Primo Ministro inglese gli ha detto che meriterebbe il titolo di Baronetto. Nei giorni immediatamente successivi al successo ai Championships, lo scozzese ha conosciuto un’attenzione riservata a pochi. Un’attenzione destinata a crescere, almeno fino al giorno in cui appenderà la racchetta al chiodo. Lo hanno persino invitato al numero 10 di Downing Street, sede istituzionale, come se fosse un rappresentante diplomatico. In un contesto totalmente nuovo, tra camerieri che porgevano bicchieri e un giardino regale, Andy ha impiegato un po’ per superare la sua naturale diffidenza. Tuttavia, è riuscito a mantenere un atteggiamento ordinario anche in circostanze straordinarie. Chi lo conosce bene, sa che Andy non è pronto per diventare Sir Andrew. Forse non lo sarà mai. Mentre beveva un cocktail insieme all’uomo più influente del paese, aveva appena intascato un assegno di 1,6 milioni di sterline (lorde, ma pur sempre una cifra enorme). Quando un cronista del Guardian ha tirato fuori l’argomento-denaro, parlando di un’improvvisa ricchezza, Murray è scoppiato a ridere. “Durante la Cena di Gala ero seduto accanto a Marion Bartoli e a Philip Brook, presidente dell’All England Club – racconta Murray -. Brook stava parlando dei vecchi campioni di Wimbledon, e nessuno di loro aveva vinto così tanto. Posso dirlo? E’ una somma ridicola per aver vinto un torneo di tennis”.
Da quando è entrato nel tour, lo scozzese ha intascato oltre 30 milioni di dollari in soli premi ufficiali. Quasi cinque, gli sono finiti nel conto corrente negli ultimi sei mesi. Devono essere detassati e qualche spesa la fa pure lui. Ma se consideriamo gli investimenti e gli sponsor, la cifra torna a gonfiarsi. Insomma, Sir Andrew non se la passa male. In Gran Bretagna dicono che il suo patrimonio oscilla tra i 20 e i 100 milioni di sterline l’anno. La forbice così enorme dipende dai risultati sul campo, che stabiliscono l’entità di bonus e contratti. Tuttavia, a Murray i numeri interessano il giusto. Sta attento a ogni scelta, vuole evitare che possa compromettere il suo tennis. Per esempio, potrebbe rinunciare alla clamorosa offerta dell’Asian Tennis League, il maxi-campionato organizzato da Mahesh Bhupathi (che peraltro è diventato uno dei suoi consulenti). Le parole di Murray raffreddano gli entusiasmi dell’indiano, che in sede di presentazione lo aveva presentato come una delle star che avrebbero preso parte al Campionato. “Io ho soltanto accettato di giocare per tre sere in un solo posto – ha detto Murray – non ho certo intenzione di girare tutta l’Asia in una settimana. Ci sono tanti giocatori che caricano il mese di dicembre con un mucchio di esibizioni. In verità, io non l’ho mai fatto. Tuttavia, se potessi recarmi in un posto per una settimana, con il mio team al seguito e l’opportunità di allenarsi adeguatamente, potrebbe funzionare. Se provassi e mi accorgessi che non funzionasse, lascerei perdere. Il mio periodo di allenamento è troppo importante ed eviterò che possa essere disturbato in qualsiasi modo. Non c’è dubbio che dopo il successo di Wimbledon fioccheranno le offerte, ma spero che tante proposte si concentrino in poco tempo. Sarebbe lo scenario ideale”.
Quando Murray ha iniziato a giocare, 16 anni fa, non avrebbe mai immaginato tutto questo. Contrariamente alle credenze, il moccioso di Dunblane non aveva mai sognato di vincere Wimbledon. O meglio, non fino a quando è diventata una possibilità concreta. “Da ragazzo, sogni di vincere la Coppa del Mondo perchè non sai esattamente come funziona il tennis. I miei obiettivi hanno iniziato a delinearsi quando sono andato ad allenarmi in Spagna. Non pensavo a vincere uno Slam, speravo soltanto di entrare tra i primi 100. La mia carriera è sempre stata così: una volta raggiunto un obiettivo, me ne ponevo un altro. E’ molto meglio”. Il desiderio di vincere i Championships è maturato la prima volta in cui ha messo piede sulla sacra erbetta di Church Road. “Quando cresci, dici: ‘Si, vorrei vincere Wimbledon’, ma la verità è che non sapevo cosa significasse fino a quando l’ho giocato per davvero”. Murray mantiene la filosofia dei piccoli passi anche adesso che è il tennista più cool del momento. “Quanti Slam voglio vincere? Mi interessa soltanto il prossimo, spero che sia così per il resto della mia carriera. Non voglio pormi obiettivi o citare numeri. Voglio preparare ogni Slam come se fosse l’ultimo”. Anche per questo, non mancherà mai di rispetto a Roger Federer e Rafael Nadal, i campionissimi che hanno vinto 29 Slam in due. In fondo, lo scozzese ne ha vinti appena due, dopo aver perso quattro finali. “Nadal? E’ stato fermo sette mesi e poi ha fatto nove finali di fila, vincendo il Roland Garros. Di sicuro a Wimbledon non era al 100%. Se non ha problemi fisici, può restare al top ancora molto a lungo. Ha un ottimo record contro tutti i più forti. Federer? Sarà sempre pericoloso, anche se forse senza la continuità di prima. E’ rimasto a certi livelli per 10 anni. Incredibile”. A proposito di longevità, Murray è convinto che il picco del rendimento psico-fisico di ottiene intorno ai 25-26 anni (Fognini, sei in ascolto?). “Quando sono arrivato nel tour, non ero particolarmente forte. Avevo il gioco, ma mi mancava tutto il resto. Ci vuole tempo per costruirsi un bel fisico, sei a rischio infortuni se lavori duramente troppo presto. Adesso sono al top della forma e questo mi ha aiutato”. Un messaggio per tutti i junior di oggi che passano la loro vita sul campo da tennis. Ragazzi, attenti. Murray ve lo sconsiglia.
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