Fabio prosegue la striscia vincente battendo Thiemo De Bakker. Contro l’olandese, in Bundesliga, era iniziata la serie positiva. Non c’è Perlas: Umag è una prova di maturità. 
Fognini e Klizan si sono affrontati in finale a San Pietroburgo: allora vinse lo slovacco. Si ritroveranno a Umag

Di Riccardo Bisti – 25 luglio 2013

 
Secondo i dati ufficiali, la vittoria su Thiemo De Bakker a Umag (467.800€, terra) è l’undicesima di fila per Fabio Fognini. Falso. E’ la numero 12. Sveliamo l’arcano: il super-momento di Fognini non è iniziato a Stoccarda, ma al Tennis Club Bruckmühl-Feldkirchen, per il quale l’azzurro è tesserato e gioca in Bundesliga, la Serie A tedesca. Lo scorso 7 luglio, prima di andare a Stoccarda, Fabio ha fatto una sgambata in Bundesliga, nel match contro il Bremerhavener TV v. 1905. E chi ha affrontato in singolare? Proprio De Bakker, che non sarà l’erede di Tom Okker, Richard Krajicek e nemmeno di Paul Haarhuis o Jacco Eltingh, ma resta sempre un discreto giocatore. In Bundesliga finì 6-4 6-4 (tra l’altro, quel giorno Fabio giocò anche il doppio, battendo Federico Delbonis, poi affrontato in finale ad Amburgo), mentre presso lo splendido impianto Stella Maris l’azzurro si è imposto col punteggio di 7-5 6-3 nonostante un inizio difficile, in cui si è trovato sotto addirittura 5-1. La buona notizia è proprio questa: il rischio di disunirsi e perdere la partita era altissimo. Nessuno gli avrebbe detto nulla in caso di forfait, figurarsi in caso di sconfitta. Persino i più fervidi detrattori (“Che ultimamente non si fanno sentire granchè” ha detto papà Fulvio) avrebbero detto che una sconfitta “di scarico” sarebbe stata nell’ordine delle cose.
 
Invece Fabio è rimasto non solo in partita, ma addirittura in un primo set già compromesso. Ha fatto la formichina e ha approfittato delle incertezze del tulipano. De Bakker era una gran promessa da junior, poi intorno ai 22 anni stava emergendo alla grande. A un certo punto si è fermato e ha perso la strada. Come se la monoposto avesse fuso il motore e il muletto non fosse altrettanto performante. In questo momento è senza coach, tanto da lagnarsi qualche settimana fa per una condizione economica che gli impedisce di pagarsi l’allenatore. Dal 5-1, l’olandese non si è procurato neanche un setpoint. E’ stato a due punti dal set sul 5-1 (con Fognini al servizio) e sul 5-4, ma non è riuscito a chiudere. E le memorie positive di Fognini emergevano game dopo game, in un clima decisamente favorevole. A Umago ci sono diverse persone a seguirlo e il pubblico l’ha adottato. Fognini ama questo torneo: vanta un paio di semifinali e una vittoria su Carlos Moya, suo idolo d’adolescenza. Sotto 1-5, ha raccolto un parziale di nove giochi a zero che ha messo in ginocchio De Bakker e lo ha proiettato nei quarti, in cui se la vedrà con lo slovacco Martin Klizan. Match interessante contro un giocatore talentuoso e che lo scorso anno gli aveva negato la gioia del primo titolo ATP, battendolo in finale a San Pietroburgo. Fabio avrà voglia di rivincita, anche se lo ha già battuto un mese fa ad Eastbourne. Umag è anche un’importante prova di maturità per Fognini: nelle scorse settimane ne abbiamo elogiato l’atteggiamento sul campo, ma stavolta le insidie arriveranno da fuori. Intanto non c’è coach Josè Perlas (in questi giorni si sta allenando con il torinese Alberto Giraudo, mancino molto talentuoso e amico di vecchia data), poi c'è la benevola pressione degli amici e l’interesse spasmodico dei media: basti pensare che nella giornata di lunedì ha rilasciato ben quattro esclusive, due per le TV (HRT e SuperTennis) e altrettante per la carta stampata. Fare bene in queste condizioni avrebbe un grande significato, e non solo per la qualità degli avversari battuti.
 
Umag è anche una bella occasione per intascare punti importanti. In realtà, Fognini dovrebbe arrivare almeno in finale per incrementare il bottino, giacchè dovrà comunque scartare i 45 punti ottenuti a Buenos Aires. Fabio è numero 3 del tabellone e un eventuale vittoria su Klizan gli aprirebbe il tabellone verso una semifinale affascinante, anche perché Albert Montanes gli ha tolto di mezzo Richard Gasquet, numero 1 del tabellone. Trovasse in semifinale lo spagnolo, sarebbe un replay dell’ottavo di due anni fa al Roland Garros, uno dei ricordi più belli della carriera di Fabio (“Qualcuno pensava che avessi i crampi, invece era uno strappo di 6 centimetri…”). Altrimenti potrebbe esserci Gael Monfils e ci sarebbe ancora più pepe dopo i precedenti di Parigi 2010 e quello recente di Nizza, in cui non se le sono mandate a dire. E’ una buona occasione anche per Andreas Seppi, pure lui semifinalista due volte: Andy esordirà oggi contro Andreas Haider Maurer (da non sottovalutare) in vista di un avversario argentino nei quarti (Berlocq o Zeballos). Insomma, Umago non sarà tra i tornei più ricchi del circuito, ma è certamente uno dei più belli ed invitanti. Perdere l’occasione sarebbe un peccato.