Gli allenamenti con la Graf hanno ridato fiducia a Sorana Cirstea: il lavoro a Las Vegas con il team Adidas le ha dato la spinta. Ed è in finale al super torneo di Toronto. 
Sorana Cirstea ha superato Na Li a Montreal, esaltando gli immigrati rumeni

TennisBest – 11 agosto 2013


Sorana Cirstea è in finale al ricco Premier Five di Toronto dopo lo splendido successo in semifjnale contro Na Li. In tanti sono sorpresi da questo risultato, ma lei è l'ultima ad esserlo. Dopo Wimbledon, infatti, ha effettuato un importante lavoro tecnico e fisico a Las Vegas con il team Adidas. I risultati non si sono fatti attendere ed eccola in finale a uno dei tornei più importanti dell'anno. Alla vigilia dei grandi appuntamenti della Us Open Series, un paio di settimane fa, il nostro Ganluca Roveda aveva scritto un articolo molto interessante sulla bella rumena. Oggi, più che mai, vale la pena riproporlo.



Se Kimiko Date è riuscita a tornare (con agio) tra le top 100 dopo uno stop di 12 anni, cosa avrebbe potuto fare Steffi Graf? Se lo domandano in tanti. Sorana Cirstea è convinta che potrebbe ottenere grandi risultati ancora oggi che ha 44 anni (li ha compiuti lo scorso 14 giugno). In questi giorni, la rumena si trova a Stanford per il locale torneo WTA. Ha una grossa chance di arrivare in semifinale, giacchè nei quarti se la vedrà con Olga Govortsova, che le ha tolto di mezzo Samantha Stosur. Dovesse farcela, riuscirebbe a vincere tre match di fila per la prima volta da febbraio. Per Sorana, classe 1990 e numero 33 WTA, non è stata una grande stagione. Per ritrovare fiducia, dopo Wimbledon è andata a Las Vegas e ha potuto allenarsi con la Graf. Sono ormai sette anni che Sorana si reca in Nevada, dove si trovano i camps del Player Development Adidas. E non è la prima volta che ha l’opportunità di giocare con la Graf. Tuttavia, essendo il suo idolo d’infanzia, prova ancora un certo nervosismo al momento di palleggiarci. “Se non fosse stato per lei, non sarei diventata una professionista – ha detto – è incredibile. Modesta, umile, con i piedi per terra. Ogni volta che arriva è una grande emozione, e nei primi 10 minuti di palleggio faccio fatica a tenere il suo ritmo. Allenarsi 45 minuti con Steffi è come fare due ore con qualsiasi altra giocatrice. E’ l’atleta più incredibile che abbia mai visto”.
 
E allora il discorso scivola ancor di più sulla campionessa di Bruhl. “Se non avesse alcun infortunio, potrebbe giocare nel tour con grande facilità. E’ ancora molto veloce, il suo dritto è incredibile, il rovescio in slice schizza via ed è molto difficile giocare contro di lei. Io sono una top 30 e non è male, ma quando gioco contro di lei non mi sento di meritare questo ranking”. Per sua fortuna (e di tante colleghe), la Graf non nutre propositi di rientro e non sarà un ostacolo al suo grande obiettivo di entrare tra le top 10. Negli anni, Sorana si è pazientemente migliorata. E’ disposta a combattere, il dritto è più preciso, il rovescio è cresciuto così come la risposta al servizio. Negli ottavi di Stanford ha superato Coco Vandeweghe, reduce da due settimane di viaggi a causa del World Team Tennis. L’americana ha un ottimo servizio, ma la Cirstea lo ha spesso neutralizzato. Quando lo scambio si prolungava, non c’era partita. Buona parte del merito deriva dal duro allenamento a Las Vegas. Sotto il sole cocente, ha lavorato agli ordini di Gil Reyes, ex preparatore di Agassi. Gli allenamenti sono stati soprattutto sugli arti inferiori: Sorana sente le gambe più forti e così può generare più potenza e velocità. Miglioramenti importanti per una ragazza molto bella (in tanti hanno rimarcato la somiglianza con Ana Ivanovic), ma con una leggera tendenza a ingrassare. Sul campo da tennis, oltre alla Graf, c’era anche coach Darren Cahill e lo sparring partner Sargis Sargsian, ex ottimo giocatore armeno.
 
Il problema della Cirstea è sempre stato la continuità. Ci sono momenti in cui sembra pronta per le top 10, altri in cui piomba in imbarazzanti pause agonistiche. Nulla di strano, visto che si parla di tennis femminile. Tante giocatrici sono come lei: il salto di qualità può pure partire dalle gambe, ma deve arrivare fino alla testa. “Io ho sempre sentito di poter migliorare e so che ci sono tanti modi per farlo” dice la Cirstea, che però non ha combinato granchè né sulla terra né sull’erba. A Wimbledon ha perso tra mille rimpianti contro Camila Giorgi. “Ho avuto un mucchio di occasioni in quella partita, sono uscita dal campo molto triste. Per questo ho dovuto prendermi 10 giorni di riposo per recuperare psicologicamente”. Adesso è di nuovo fresca, fisicamente e mentalmente, ed è lieta di aver ritrovato il cemento all’aperto, sua superficie preferita. Dovesse battere la Govortsova, ripeterà il risultato dello scorso anno, quando fu stoppata da Serena Williams. “Se riesco a mischiare le mie qualità con la forza mentale di Steffi Graf, potrei puntare al mio primo grande titolo. E comunque ho già iniziato a ritrovare il mio gioco”. E poi Steffi non sarà tra le sue avversarie…