Inarrestabile Fognini: supera Klizan e va in semifinale a Umago. Vincesse ancora, diventerebbe numero 15 ATP. Bene anche Seppi: una finale tutta italiana non è un’utopia. 
Terza semifinale del 2013 per Andreas Seppi dopo Sydney e Oeiras

Di Riccardo Bisti – 27 luglio 2013

 
Ancora una partita. Una misera partita e saranno cancellati 30 anni di tennis italiano. Se Fabio Fognini dovesse battere Albert Montanes o Gael Monfils nella semifinale di Umago, sfonderà la 18esima posizione conquistata da Omar Camporese, Andrea Gaudenzi e Andreas Seppi. E la classifica ATP di lunedì 29 luglio potrebbe essere un pezzo di storia (da incorniciare) del nostro tennis. Fabio non si ferma più. Sul Campo Centrale di Stella Maris, con il profumo del Mare Adriatico che penetra fino alla terra rossa, ha superato Martin Klizan con il punteggio di 6-4 6-2. E’ stata una partita quasi perfetta, in cui Fabio ha tenuto il campo con autorità, mostrando una superiorità quasi imbarazzante contro un giocatore talentuoso come lo slovacco. Povero Klizan: mentre Fognini infilava i due parziali di quattro giochi che hanno indirizzato il match (da 1-3 a 5-3 nel primo e da 2-2 a 6-2 nel secondo) avrà pensato alla finale di San Pietroburgo 2012, quando si impose senza particolari affanni e vinse il primo titolo ATP in carriera, rimandando l’appuntamento di Fabio. Ma oggi farebbe volentieri cambio, restituendo quel titolo a Fabio in cambio della fantastica estate dell’azzurro, che sembra inarrestabile. Per lui è la 12esima vittoria di fila (la 13esima se consideriamo anche il match contro De Bakker in Bundesliga) e la classifica ride, assumendo i contorni di un’emoticon sempre più gioiosa. In verità, con la semifinale non ha ancora fatto nulla: resta ancora numero 19 nel ranking ATP e 13 nella Race stagionale. Ma se dovesse approdare al match clou (sarebbe il primo italiano nella storia a giocare tre finali consecutive), supererebbe a piè pari Tipsarevic, Janowicz e Simon, volando in 15esima posizione a pari merito con Marin Cilic.
 
In caso di vittoria, il delirio. Supererebbe anche Nicolas Almagro e volerebbe in 14esima posizione alle spalle di Bum Bum Raonic. Dovesse alzare al cielo il trofeo di Umago, Fabio muoverebbe anche la posizione nella Race, attestandosi al numero 11. In quel caso, sarebbe in piena corsa per un posto al Masters di Londra. Pazzesco, inimmaginabile fino a poche settimane fa. Quello che sta facendo a Umago, al di là della qualità degli avversari, tutti alla sua portata (ma oggi, onestamente, chi è fuori portata per Fabio?), è molto importante. Perché non ha abbassato la tensione dopo due successi e continua a giocare bene nonostante le immense pressioni e l’assenza di Josè Perlas, forse il maggior artefice della trasformazione. Fabio resta concentrato e gioca con una fiducia impressionante. E’ entrato “in the zone” e sembra non volerne uscire. E continuano i paragoni con la storia, ormai ingiallita, della gloria del tennis italiano. Fabio è a due sole vittorie dalla striscia vincente più lunga mai ottenuta da un italiano nell’Era Open. Il primato, ovviamente, appartiene ad Adriano Panatta con 14 match. Nel suo magico 1976, vinse tredici partite tra Roma e Parigi e poi proseguì sull’erba di Nottingham prima di essere stoppato al secondo turno dall’americano Mike Estep. Fognini è a quota 12 e per eguagliarlo dovrà vincere il Vegeta Croatia Open, di cui è il personaggio numero 1 dopo l’eliminazione di Richard Gasquet e nonostante la vicenda-doping che ha colpito Viktor Troicki (disperato e incredulo per la squalifica di 18 mesi).
 
Il clamore intorno a Fognini può dare una mano anche ad Andreas Seppi, decisamente più a suo agio quando può stare lontano dai riflettori. Se poi ci aggiungiamo un pizzico di fortuna, il gioco è fatto. Andreas stava lottando alla pari contro il talentuoso Horacio Zeballos quando uno stiramento ai muscoli intercostali ha messo KO l’argentino sul 6-5 (e 40-0) per Seppi. Sia per Andreas che per Fabio è la terza semifinale a Umago: chissà che non possano trovarsi in finale. Sarebbe la sesta finale tutta italiana nella storia del circuito ATP (la settima se consideriamo italiano il Martin Mulligan del 1971), la prima dal 1988, quando al defunto torneo di Firenze si affrontarono Massimiliano Narducci e Claudio Panatta. Quella di Umago rischia di diventare la settimana dei record. Chissà se Fabio e Andreas avranno voglia di giocarsela fino in fondo. Sarebbe un Sunday Night da favola.
 

LE FINALI ATP TUTTE ITALIANE
 
1971 – Senigallia (terra) – Adriano Panatta b. Martin Mulligan6-3 7-5 6-1
1974 – Firenze (terra) – Adriano Panatta b. Paolo Bertolucci 6-3 6-1
1976 – Bastad (terra) – Tonino Zugarelli b. Corrado Barazzutti 4-6 7-5 6-2
1980 – Cairo (terra) – Corrado Barazzutti b. Paolo Bertolucci 6-4 6-0
1987 – Bari (terra) – Claudio Pistolesi b. Francesco Cancellotti 6-7 7-5 6-3
1988 – Firenze (terra) – Massimiliano Narducci b. Claudio Panatta 3-6 6-1 6-4